Un impianto fotovoltaico produce energia elettrica sfruttando la luce del sole. L’energia prodotta dai pannelli in uno con appositi moduli di accumulo, consente il suo utilizzo per le esigenze quotidiane. Si tratta di energia pulita, che non inquina e rispetta l’ambiente.
Quello che comunemente chiamiamo pannello solare altro non è che un pannello fotovoltaico formato da una serie di celle fotovoltaiche che assorbono la luce del sole e la convertono in elettricità. Dette celle, costituite da un materiale semiconduttore come il silicio, sono collegate opportunamente tra loro per produrre energia. In commercio esistono diversi tipi di celle fotovoltaiche. Quelle di silicio policristallino e quelle di silicio monocristallino.
Le prime sono composte da cristalli di silicio con un diverso orientamento. Tale configurazione consente un rendimento più costante durante la giornata. Le seconde invece sono composte da cristalli di silicio aventi lo stesso orientamento. In tale configurazione il rendimento può essere del 18-21% più elevato rispetto a quello dei moduli policristallini.
Tipicamente un pannello o modulo fotovoltaico ha una dimensione di 1800x1000x30 mm con un peso di 21kg, pari a poco meno di 12Kg ca per metro quadro, con una potenza nominale di 410W. I valori possono variare in base alle dimensioni ed alla tipologia dei materiali utilizzati.
Dal punto di vista elettrotecnico, le singole celle sono collegate all’interno del pannello in serie e/o in parallelo, con l’aggiunta di particolari dispositivi che intervengono in caso di malfunzionamento o cortocircuito delle stesse. I moduli della stringa sono collegati in serie. Un opportuno quadro elettrico è installato per il loro sezionamento.
L’installazione normalmente avviene sulle falde del tetto, agganciando i moduli su degli appositi binari in alluminio montati sulle tegole ed ancorati alle travi di copertura del tetto. Sarà cura del tecnico installatore, posizionarli in funzione dell’esposizione al sole e sulla base delle informazioni contenute nella relazione tecnica allegata al preventivo, più avanti descritti. Più moduli collegati tra loro, formano quella che tecnicamente è definita stringa. Nella foto un impianto residenziale da 6 Kw, con 15 pannelli, suddivisi in due stringhe rispettivamente di 7 ed 8 moduli, posizionati sulle due falde del tetto e paralleli allo stesso.
I pannelli così assemblati generano una tensione continua, non utilizzabile dalle utenze domestiche. Per trasformarla in alternata con una frequenza di 60Hz, quella tipica residenziale, viene utilizzata un’apparecchiatura chiamata Inverter. Ne esistono di svariate marche e modelli. Di seguito uno della Riello (https://www.riello-solartech.it/). Nello specifico, un inverter ibrido che combina le funzionalità di un inverter fotovoltaico (utilizzato per convertire l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari in corrente alternata pronta all’uso domestico) con quelle di un inverter di accumulo (utilizzato per gestire le batterie di accumulo).
Questo tipo di dispositivo, è in grado di gestire sia la produzione di energia solare che l’accumulo di energia in batterie. E’ stato progettato per ottimizzare l’autoconsumo dell’energia generata dai pannelli solari, immagazzinando nelle batterie di accumulo e rendendola pronta all’uso quando il sole non è disponibile (orari serali, giornate piovose, ecc.). Inoltre, un inverter ibrido può essere configurato per operare in modalità di backup, fornendo energia di emergenza in caso di interruzione della rete elettrica. L’integrazione di queste funzionalità in un unico dispositivo offre una soluzione più compatta e conveniente per i sistemi di energia solare con accumulo, consentendo una gestione più efficiente dell’energia elettrica generata e immagazzinata (fonte https://biblus.acca.it/inverter-ibrido/ ). L’impianto di cui trattati è dotato di un sistema di accumulo a batterie da 5 Kw.
Inverter e batterie assemblati uno sopra l’altro, occuperanno poco spazio.
Luciano Passariello