DEL SESTO E SICA |
Uno sforzo importante, forse anche un po’ spropositato per quella che è la realtà attuale di www.casertace.it e per quella che ho deciso debba essere la scansione evolutiva di questo organo di informazione ,che ha cambiato la mia vita, e non solo professionale, ma forse anche quella di molti casertani. Proprio in ossequio a questo diluvio di affetto e di interesse (nei prossimi giorni sciorineremo dati che mi hanno commosso) ho pensato che fosse giusto offrire ai nostri internauti un grande speciale sui Comuni casertani chiamati al voto. Una carrellata che, tra oggi e domani, tocchera temi, problemi, proposte e retroscena di una campagna elettorale raccontata, mi si conceda, in maniera a dir poco sommaria dalla maggior parte degli organi di informazione locali.
Il primo Comune di cui ci occupiamo è Pietravairano, Il motivo è facilmente intuibile: manette & politica. Un tema, ormai, non più originale, ma che in un luogo ameno, apparentemente lontano dalle grandi operazioni della politica che si relaziona agli affari, si pensava potesse non contaminare il sistema, esponendolo a questa autentica pandemia.
Gianluigi Guarino
PIETRAVAIRANO – Prima della bufera giudiziaria i giochi sembravano fatti. Il sindaco uscente Dario Rotondo (accusato di una serie di illeciti e quindi arrestato) lasciava tutto, senza beneficio d’inventario, nelle mani dell’erede unico Alfonso Fernando Sica, con un patto di riservato dominio sulle politiche del territorio. Certo, un patto: la promessa di un sicuro appoggio alle prossime elezioni provinciali. Già, il progetto di Rotondo era quello di creare un asse Caserta-Pietravairano: chissà quante altre cose avrebbe prodotto con queste ramificazioni. Poi, però, quando è crollato il mondo, quando i carabinieri hanno portato via gli attori del fatto e secondo le accuse anche dei misfatti, ebbene, la percezione del futuro è nettamente cambiata. Le previsioni sono mutate decisamente a favore dell’eterno uomo di opposizione, serio nella veste che si è voluta dare e grazie alla fama che si è saputa costruire negli anni: Francesco Zarone. Il fatto stesso che sia dato come favorito, lo favorisce ulteriormente agli occhi degli elettori, cui piace puntare, sempre, sul più quotato, sul presunto cavallo vincente. Non se la prenda Antonio Del Sesto, vicesindaco del decennale primo cittadino Rotondo, ma anche se su di lui non pesa alcuna accusa e nessuna pagina dell’ordinanza di custodia cautelare che ha devastato il team Rotondo, la gente potrebbe vederlo, ingiustamente, come uno strascico dell’ex leone di Pietravairano. C’è un fondo d’ingiustizia in tutto ciò. C’è un fondo di ingiustizia che in un gesto dignitoso come quello compiuto da Daniela Rotondo, che dopo l’arresto del papà, si è dimessa dalla lista di Sica, insieme ad Assunta Del Sesto, anche lei coinvolta indirettamente e che paga colpe, per di più presunte, non sue, ma di un suo parente, precisamente dell’ingegnere Giuseppe Panarello. Bisogna ammettere che se Rotondo avesse visto nel suo vicesindaco di sempre una persona con la quale intrattenere certi rapporti, come dire, pervasivi, sicuramente non lo avrebbe mollato proprio sul più bello. Ma tant’è, si tratta di un messaggio troppo complesso per contare sulla comprensione del fenomeno da parte della massa degli elettori. Massa che reagisce d’istinto: quello ha sbagliato e questo no; tizio è vecchio e caio non ha mai avuto l’opportunità di provare. Se a questo aggiungessimo che per quanto riguarda Francesco Zarone, nella mente di molti pietravairanesi è rimasto un buon ricordo del padre sindaco Aldo, il gioco è fatto. Ma si tratta solo di una previsione giornalistica, la prova del voto è un’altra cosa. C’è da riconquistare il favore e la fiducia di oltre tremila orgogliosi cittadini, che non hanno gradito il fatto che il nome di Pietravairano sia finito sui giornali tra le parole ‘manette’ e ‘malaffare’. Alcuni osservatori politici locali ritengono che la loro reazione sarà quella di una valanga di schede bianche e nulle. Sarebbe comprensibile, ma non utile a portare la città oltre il baratro in cui è caduta. Una iattura per gli stessi cittadini che attendono da anni un barlume di sviluppo economico, nuovi insediamenti produttivi e un piano per valorizzare le tipicità locali delle numerose aziende agricole ed artigianali. Due le speranze: lunedì mattina una nuova amministrazione e a settembre la mano di Sant’Eraclio.
Linda Zanni