Dopo la sequela di ordinanze e misure autonome prese dalle regioni del Nord Italia e non solo, il governo centrale è intervenuto con azioni ad hoc volte a limitare l’autonomia degli enti locali nella gestione dell’emergenza sanitaria. Oggi sarà adottato il nuovo decreto del presidente del Consiglio: via le zone gialle e singole città equiparate allo status delle tre Regioni più colpite, con le stesse restrizioni. «Inefficaci», in base a una norma nell’ultima bozza del decreto legge approvato venerdì, tutte le ordinanze dei sindaci in materia di Coronavirus in contrasto con le misure prese dal governo. Per fermare iniziative fuori asse, si prevede che dopo «l’adozione delle misure statali di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 non possono essere adottate e sono inefficaci – recita la norma – le ordinanze sindacali contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali». A quanto pare, visto anche il recente caso della regione Marche, che per ben 3 volte ha emesso ordinanza di chiusura delle scuole, osteggiata da magistratura e Stato, si potrebbe quasi avere l’impressione che da Roma il governo sia in difficoltà a far valere la propria autorità. Fosse davvero così, ci sarebbe da riflettere, visto che infine non siamo di fronte a una catastrofe ma solo in presenza di un nuovo ceppo influenzale, ingigantito dal tam tam mediatico incessante di TV, giornali e soprattutto social network. In situazioni di vera emergenza da catastrofe nazionale allora, cosa sarebbe successo? Ogni ente avrebbe agito come meglio credeva, in dissenso rispetto a ordini “dall’alto”? Quanta credibilità possiede davvero un governo che in presenza di un problema leggermente più grande del solito, viene snobbato da enti locali, regionali e poco creduto dai cittadini, loro vero datore di lavoro (cosa di cui ci si dimentica troppo spesso)? Quando a breve tutto questo sarà finito, in quanto si ha il sentore di ritorno alla normalità in molti comuni settentrionali, ci sarà da ridere (per non piangere) ad assistere al solito, tragicomico, scaricabarile di responsabilità vere o presunte che siano.
Riccardo Luigi Conte