…è quello che spesso si ritrova “travolto da un insolito destino” a vivere una esperienza che, positiva o negativa che sia, lascerà tracce nella sua vita.
È il tipo che fino a qualche mese prima delle elezioni non si è mai occupato di politica limitandosi, nel migliore dei casi, ad inveire contro il governo o la giunta regionale o comunale solo perché artefice di qualcosa che a lui non è particolarmente gradita: che si tratti di tasse da pagare o di disservizi sempre più evidenti poco importa.
Non è mai stato iscritto ad un partito politico né mai ha visceralmente abbracciato una fede o un ideale; spesso non sa manco cosa sia il primo e cosa significhino i secondi.
È una persona che vive la sua vita lavorando, facendosi onore nel suo mestiere o professione, ha una famiglia decorosa e qualche volta gli piace discutere con gli amici di come sarebbe bello se…
Gli sarà qualche volta scappata una frase del tipo “se io fossi il presidente della Repubblica” oppure “se io fossi al posto del Sindaco”, ma non più di tanto.
È stimato per altre cose, ma, soprattutto, ha una famiglia numerosa con infinite propaggini e gode della stima di tante persone amiche.
Qualcuno ignora anche come funzionino la Camera dei Deputati o il Consiglio Comunale e che poteri abbia realmente il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Sindaco della città.
D’ improvviso le sue qualità, in particolare il nucleo e le ramificazioni parentali o la vasta schiera di amici che lo apprezza per personali motivi, vengono notate da qualcuno che sta formando, per sua “soddisfazione” (e qualunque essa sia), una lista elettorale diciamo, per esempio, per una elezione comunale.
Eccoci qua: è scattato il suo “D-day”.
Viene subito contattato direttamente o tramite amici e comincia un corteggiamento per ottenere la sua candidatura: entrerà nella lista vincente, fatta di galantuomini che hanno per unico scopo il benessere della gente, sicuramente gli verrà riservata una posizione importante, non sarà il solito “peone”, potrà rendersi utile per il bene del paese, ecc…!
Di fronte a tante blandizie comincerà lentamente a cedere; si prende qualche giorno di tempo per parlarne con i familiari o con gli amici e poi, di fronte a continue pressioni, accetterà senza porsi troppi problemi.
Per lui, lo abbiamo detto prima, non contano le posizioni di partito; non ha mai militato in alcuno di essi. Non contano le sue conoscenze su gli oneri e la esperienza di quello che sta intraprendendo. Non contano la sua reale disponibilità e competenza.
Tutto passa in second’ordine di fronte alla lusinga di quella recondita ambizione che, vuoi o non vuoi, è dentro tutti di noi.
Anzi comincia a credere davvero che senza di lui sarebbe “le deluge”, come aveva vaticinato Luigi XV di Francia; ed allora si attiva alla ricerca di consensi illustrando e diffondendo quello che i suoi “art-director” gli hanno suggerito di dire e del quale il più delle volte non è manco consapevole in misura necessaria.
Spesso agisce d’impulso, senza quel tatto e quel “bon ton” che chi conosce la politica dovrebbe ben tenere a mente, ed allora il suo amico di ieri, se non è al suo fianco, diventa il suo avversario di oggi, specie se milita in altra lista.
Ma il gioco non finisce qui.
Quando sarà eletto, magari con invidiabile suffragio di voti, penserà naturalmente che è stato premiato per le sue capacità “politiche”, per le sue qualità di saper risolvere i problemi e non perché, magari, gli amici ed i familiari sono stati al suo fianco per semplici legami amicali o parentali.
Qui potremmo aprire una parentesi sullo “elettore generico medio”, ma anche a lui dedicheremo un analogo specifico articolo lunedì prossimo.
Tronfio del suo successo rivendicherà degna posizione all’interno della gestione comunale, senza rendersi conto che non ci si può improvvisare capomastro se si è dirigente d’azienda, o general manager se si è elettrotecnico. Ogni lavoro, e nel nostro caso ci troviamo di fronte ad un nuovo “lavoro”, richiede conoscenza e competenza.
Troverà anche l’opposizione di chi lo ha coinvolto non per farne un “Mario Draghi”, ma solo per usufruire del suo cospicuo “pacchetto elettorale”, ed allora si apriranno i più ampi scenari che possono andare dall’acquiescenza inattiva alla insofferenza manifesta e deleteria.
La cosa potrebbe non interessarci, ma i “fasti” della defunta ultima Amministrazione sono ancora troppo evidenti nelle carni lacerate del nostro paese.
E questo ci terrorizza.
A lunedì prossimo per parlare dell‘elettore generico medio.
Claudio Gliottone