Attraverso le pagine di questo giornale spesso abbiamo provato a dare dei suggerimenti ai cittadini e all’Amministrazione Comunale. Rare volte siamo stati ascoltati, ma non demordiamo. Spesso abbiamo riportato le nostre esperienze, soprattutto in campo Turistico, per cercare di rendere giustizia ad una Città che è ricchissima dal punto di vista del patrimonio artistico e culturale, ma non ha nessuno, almeno così sembra, che sappia valorizzarla. Torniamo a parlare di Molise, che grazie a degli investimenti del 2020, ha visto per il secondo anno consecutivo il Sold Out (tutto esaurito), grazie anche alle iniziative dei cittadini. Le donne, soprattutto, si sono rimboccate le maniche e hanno messo in campo due delle doti più famose e decantate degli italiani nel mondo: l’artigianato e il sapersi arrangiare. A Poggio Sannita, un Comune di circa 700 anime, le donne hanno tappezzato il paese di Babaci, pupazzi di pezza ad altezza d’uomo realizzati con materiale di riciclo con lo scopo di dare vivacità al paese. Da soli o in gruppo, rappresentano scene di vita quotidiana, di ieri e di oggi. E dove non ci sono Babaci, troviamo pneumatici colorati contenenti fiori. A Trivento il paese è stato decorato con lavori ad uncinetto. A Montefalcone sono comparse tante sedioline colorate lungo i vicoli del borgo. Mentre a Macchiagodena il Comune ha installato le panchine culturali per abbellire il paese. A Teano, anni fa, con un post pubblico chiesi aiuto a chiunque sapesse disegnare per realizzare un progetto artistico – culturale che coinvolgesse i negozi e i cittadini. Mi risposero in 2. Contattai 15 persone. Tutte impegnate. Dovevano realizzare un disegno a piacere. Ok, l’Amministrazione attuale non è proprio delle migliori, non me ne vogliano, ma noi cittadini, cosa facciamo? Una goccia non fa certo il mare, ma tante gocce almeno riempiono un bicchiere d’acqua. E dissetano.
A.A.A. COSE BELLE CERCASI
Il blocco dello scrittore. Cosa scrivere di una città come Teano quando nella tua vita decidi di dedicarti solo alle cose belle perché pensi che ormai delle cronache ne han tutti piene le tasche? Spesso mi metto al pc davanti al foglio bianco, ma non riesco a mettere insieme tre righe. Navigo da settimane sui social in cerca di notizie belle ma… Cumuli di spazzatura, lavori in corso ma non in corso, assenze … Davvero Teano si è ridotta a questo? E più mi guardo intorno, più esco fuori dalle mura sidicine e più mi rendo conto che a Teano si dorme. Non voglio presentare la solita lettera di lamentele. Credetemi, non sembra, ma a Teano in fondo in fondo, molto in fondo, non si sta poi così male. Se compariamo Teano ad altri paesi, credetemi, non stiamo bene ma non stiamo proprio malissimo. Ma davvero non abbiamo nulla di bello di cui scrivere?
Maria Flora Grossi
NATURAM EXPELLAS FURCA, TAMEN USQUE RECURRET
Come già ho fatto in altre occasioni, mi è d’obbligo dare “conforto” anche alle contorsioni mentali della nostra cara collaboratrice Maria Flora Grossi, la quale, più di una volta ha dato spunti, idee, stimoli e, più di una volta, ha espresso le proprie perplessità rispetto ad un procedere anomalo, unico, singolare ed esclusivo rispetto alla “considerazione” che abbiamo tutti, me compreso, del concetto di Civitas Teanensis. Premesso che le sue riflessioni sono tutte vere, proprio per questo, anche se in qualità di Direttore, non potendo ergermi a taumaturgo (colui che fa miracoli), almeno provo a lenire, attraverso un probabile effetto placebo le ansie da aspettative della cara Maria Flora. Infatti, l’effetto placebo è dovuto al fatto che l’attesa di un miglioramento causa il rilascio nell’organismo di sostanze “terapeutiche”, come le endorfine e l’adenosina (antidolorifiche) o l’adrenalina (che permette di gestire meglio gli stress). Un elevato effetto “placebo” (e quindi terapeutico) hanno anche le carezze, la musica, la voce, le relazioni umane positive. Nel nostro caso specifico, ovvero quella patologia che mina le fondamenta di Teano, l’indolenza (inerzia, apatia, pigrizia), cara Maria Flora, bisogna andare all’origine del “male”. E, per quanto mi riguarda, rimandandoti ad un altro mio intervento (29.08.2021), penso che la causa principe la troviamo nella guida, nel governo, nell’esempio di chi, con singolare presunzione si arroga il diritto di ergersi a “primus inter pares”, e che produce tutto ciò da te evidenziato. Come a dire “quod a capite foetet piscis”, ovvero che “il pesce puzza dalla testa”. Concordi? E, perché si è soliti affermare ciò? Non certo per nostra inconsistente teoria. Non sarà perché “naturam expellas furca, tamen usque recurret” (Epistole di Orazio)? “Anche se caccerai la natura con la forca, essa tuttavia ritornerà sempre” ovvero, non vi è cosa più difficile che spogliarsi delle proprie attitudini naturali. O meglio, come diceva la nonna: “a lavare la testa all‘asino, si sprecano tempo e sapone“. Ecco, cara Maria Flora, proviamo a partire da qui. E se, pur in presenza di esempi di così elevato senso civico, di perseveranza, di ostinazione come i tuoi, verificata la reiterazione di certi atteggiamenti e comportamenti, allora non potremmo che affermare che “errare humanum est, perseverare autem diabolicum” e, quindi, trarne le conseguenze.
Con affetto,
Il Direttore