Più o meno questo il risultato di un incontro avvenuto ieri sera verso le ore 18,00 presso la Sala comunale dove il Sindaco Nicola Di Benedetto ha incontrato una ventina tra agricoltori, imprenditori della trasformazione del latte, commercianti di prodotti della terra, imprenditori locali quasi tutti appartenenti all’area geografica ( Loc. Santa Croce ex Isolmer) che dovrebbe essere interessata all’insediamento di un deposito di materiali pericolosi e che tanto allarme sta provocando in città.
La riunione è servita agli agricoltori per trasferire al sindaco tutte le loro preoccupazioni per la prospettata iniziativa imprenditoriale. “Le nostre terre hanno una vocazione quasi esclusivamente agricola e non riteniamo compatibile una iniziativa del genere che comprometterebbe la salubrità delle nostre terre e forse anche delle nostre falde acquifere.” Questa in sintesi la tesi dei coltivatori i quali non hanno mancato di minacciare azioni clamorose contro un progetto che assolutamente non lo si condivide e si è ben capito che non sono soli in questa azione di protesta, avrebbero coinvolto anche le associazioni di categoria, contattato aziende, Sindaci confinanti e sensibilizzato molte delle associazioni che operano nella nostra città.
Il Sindaco ha cercato di spiegare i termini della questione ma non ha chiarito quel’è la sua posizione, sembra, come ha suggerito qualcuno, il nuovo Ponzio Pilato, perché dice “ Volete voi il deposito a Santa Croce?” Se gli agricoltori e la cittadinanza dirà di no allora egli dirà di no. Ma deve essere un no forte, condiviso dalle associazioni, da un eventuale comitato, dai gruppi consiliari, dalla gente comune, dai commercianti e così via.
Durante l’incontro qualche intervento dei presenti ha cercato di sottolineare come purtroppo la posizione del sindaco sia quantomeno poco chiara perché mentre afferma che purtroppo di fronte ad una istruttoria che complessivamente dovesse accordare l’autorizzazione ( vicenda ASI inclusa) egli non può farci niente poi però aggiunge che se tutti saranno d’accordo egli pure sarà d’accordo e si farà sentire.
Da più parti si sollecita un chiarimento pubblico da parte dell’Amministrazione perché in mancanza di certezze si agevola chi invece vuole seminare zizzanie e dare informazioni distorte. Un consiglio comunale aperto, magari svolto in una sede più spaziosa (La sala dell’Annunziata?) potrebbe compattare il fronte del NO ma anche invertire la tendenza se dovessero essere prospettati scenari di segno tassativamente opposto. Ma un consiglio comunale da svolgersi prima e non dopo che la Regione ha deciso.
Un componente del costituendo Comitato di Protesta