La seduta del Consiglio Comunale di martedì 9 febbraio è stata, come in quasi tutte le precedenti occasioni è risultata molto agitata per la grande incompatibilità di metodo e di sostanza che contrappone questa maggioranza a questa minoranza. Gli argomenti all’ordine del giorno erano molti ed in ognuno c’era lo spunto per uno scontro, soprattutto con il primo cittadino, fatto bersaglio di forti arringhe in particolare dal consigliere Ciro Balbo il quale, forzando un po’ la mano e la tolleranza del Presidente del Consiglio Carlo Giorgio ha riempito i suoi interventi di gravi accuse al Sindaco considerato il responsabile della grave crisi di sfiducia che contraddistingue il rapporto ormai deteriorato tra i cittadini ed il loro massimo rappresentante. Lo spunto a Balbo è stato fornito dalla comunicazione del Sindaco Picierno ad inizio seduta, sulla vicenda della paventata apertura di una sede distaccata dell’Alberghiero a Capua (leggi articolo a parte). Particolare enfasi ha riservato poi il consigliere Balbo nel sottolineare il contenuto di alcune lettere che comuni cittadini hanno inviato proprio al nostro giornale e nelle quali si denuncia appunto la grave sensazione di impoverimento sociale ed economico della nostra società.
Molto preparato è sembrato il consigliere Fabiano Cirelli che ha affrontato un vecchio problema da lui sollevato alcuni mesi fa circa il rimborso da parte del Comune, delle somme versate dai cittadini a titolo di tributo per le acque reflue, non dovuto in assenza dei depuratori. L’assessore alle finanze Adriano De Monaco al quale è toccato il compito di spiegare perché, dopo un anno non si hanno notizie in tal senso, ha prima cercato di scimmiottare, con divagazioni fuori luogo, il collega Tremonti e poi ha accennato alla possibilità che, individuati gli unici beneficiari dell’unico depuratore presente in città, gli altri contribuenti dovrebbero essere esonerati dal pagamento del tributo già dalla bolletta dello scorso anno. Per i rimborsi ha prospettato riserve e accertamenti su eventuali costi da considerare prima di conguagliare le somme da porre in restituzione.
Sarà opportuno ritornare sull’argomento.
Uno degli argomenti, atteso soprattutto dal pubblico presente, è stato la variazione dell’ambito del distretto sanitario che ha visto l’accorpamento nel nostro distretto anche del comune di Sessa Aurunca e da qui la preoccupazione degli addetti ai lavori che, questa manovra, possa precludere al trasferimento della sede del distretto, da Teano a Sessa Aurunca.
Carmine Corbisiero ha spiegato le sue preoccupazioni, confortato dall’intervento del collega Roberto Conca e, se non proprio con le stesse argomentazioni, ma con un percorso logico condivisibile, il capo gruppo di Maggioranza nonché Vice Sindaco D’Aiello concordava con la minoranza sulla necessità di tenere alta la guardia sul pericolo di un ulteriore depauperamento dei servizi presenti in città, non escludendo anche il ricorso al TAR per un provvedimento che non sembra del tutto legittimo.
Giusto il tempo di prendere la parola ed il sindaco Picierno ha smontato passo passo tutto il ragionamento costruito negli interventi che lo hanno preceduto, compreso quello di D’Aiello, affermando che quello che si paventava era una preoccupazione inutile in quanto al momento quella decisione non è stata ancora presa e che un eventuale ricorso andrebbe fatto solo e se il distretto effettivamente dovesse essere spostato a Sessa A.
Ma tutti i precedenti, a partire dalla Pretura, alla Finanza, all’Ospedale dimostrano che è meglio prevenire che subire e dunque su questo punto in molti hanno dato ragione a D’Aiello e torto a Picierno. Ma poi c’è stato il colpo di scena. La discussione si è prolungata anche sulla spinta di invito alla riflessione, di cui si è fatto portavoce e promotore Emiddio Scoglio, sulla opportunità di arrivare ad una decisione che traducesse in atti le preoccupazioni dell’assemblea e quindi votare un documento che autorizzasse la Giunta a verificare la fattibilità e la opportunità di tale decisione.
Qualche attimo di sbandamento della minoranza che non è riuscita a trovare intesa sulla formulazione della dischiarazione da votare ed ecco che la decisione finale di ricorrere al TAR passa con i voti della maggioranza e l’astensione della minoranza.
P.G.