Riceviamo e pubblichiamo un’accorata lettera dell’amico Dario De Galizia. Non prima però di esortarlo, in quanto “alle facili critiche ed ai giudizi veloci e sbrigativi” a “non curarsi di loro, ma a guardare e passare…”. In quanto allo Stato, agli Enti ed alle Amministrazioni periferiche che debbono tutelare i più fragili, beh, caro Dario forse ricorderai come il sottoscritto ha sempre additato coloro, i demagoghi, ben accomodati sul salotto buono di casa, sempre pronti ad utilizzare le bandiere della solidarietà e dell’accoglienza, solo ed unicamente per farne appannaggi politico ed ideologico. Sempre restando ben accomodati sul salotto buono di casa. Con questa ns. e con la pochissima autorevolezza che può avere un Giornale, staremo a vedere il ns. Ente, se riuscirà ad alzare le proprie natiche dal proprio salotto buono e dimostrare tutta la propria solidarietà e “politica dell’accoglienza”. Cordialità.
Il Direttore
Siamo sempre pronti a celebrare ed ossequiare chi -giustamente- raggiunge un traguardo, ottiene riconoscimenti per il proprio operato (sia nel pubblico che nel privato). Nulla in contrario, anzi. I figli del paese, della terra che da i natali, vanno onorati e menzionati per il loro impegno nella vita, nel lavoro, nel sociale, e che siano da esempio per i tanti. Anche per quelli cui la Vita ha girato le spalle (?) e che -purtroppo- sono tanti. Ecco, il punto di domanda: a quelli cui la Vita non ha sorriso cosa dedichiamo? Indifferenza? Apatia? Burocrazia? Lo so sono di parte, soggettivamente interessato in questo post che vado scrivendo e la prima parte di responsabilità riconduce proprio a me e/o alla mia famiglia, sebbene di strade abbiamo cercato di imboccarne tante e diverse e -forse- non sappiamo più che fare e a chi chiedere. Resta di sicuro una certezza: lo Stato attraverso Enti e sue amministrazioni periferiche può e deve fare di più. Non è accettabile rimanere “affacciati alla finestra”, aspettando la conclusione di questa triste storia per poi dire: “mi dispiace, era una brava persona tuo fratello Gennaro (Rino)”. Non è stato facile scrivere queste poche righe: sono consapevole che ci si espone alla facile critica e al giudizio veloce e sbrigativo.
Non c’è alcuna intenzione di criticare enti, uffici o persone.
Forse è un appello, una inconscia richiesta d’aiuto a chi -magari- può ancora fare qualcosa. Spero.
Cordialmente,
Dario De Galizia