Nell’appassionarmi a leggere, l’accurato lavoro del professore Giulio De Monaco: “Come la Monaca di Monza”, in cui sono messi a confronto la bella Monaca di Monza del Manzoni e il dotto Giovan Paolo Marincola Vescovo di Teano; la mia mente forse per deformazione professionale si è interessata a stilare un profilo psicologico di questi due grandi protagonisti che apparentemente sembra accomunarli il periodo storico in cui vissero. Suor Virginia Maria De Leyva, alta di statura, slanciata e di aspetto avvenente, dal volto pallido e dai capelli e occhi nerissimi e da una sorte segnata già prima che nascesse. Una personalità troppo debole, per affrontare le conseguenze derivanti dalla disubbidienza al volere paterno, uno spirito volubile e dubbioso, una persona tormentata moralmente e bisognosa di aiuto. Una donna con una personalità poco definita e lacerata dai sensi di colpa che l’hanno condannata ad una vita di reclusione, una donna incapace di imporre la sua volontà e cambiare la sua vita, nè col padre, nè con Egidio.
Oggi potremmo definire la Monaca di Monza una personalità di stile emotivo, facilmente suggestionabile dal padre e con una forte ricerca di stabilità nella sua vita sentimentale, che l’hanno portata a instaurare legami con persone che le consentivano di sentire una continuità nella sua identità? Identità che le è stata difficile da trovarecon Giovan Paolo Marincola, di antica nobiltà spagnola, viene descritto come uomo dotto, arguto, solenne, attivo e amante della vita, estremamente simpatico e umano, la cui fine è ancora avvolta nel mistero. E’ stato un ottimo uomo e un bravo pastore e le sue azioni, non sempre in sintonia con la Chiesa, non vanno giudicate con superficialità . Il Marincola venne definito un audace lestofante e un inguaribile edonista, potremmo dire un’anticipazione della malinconica Monaca di Monza. Oggi potremmo definire il Vescovo Marincola una personalità motorio-istintuale, un modo di pensare molto pratico, un agire immediato, e legato ai bisogni istintivi e alle sensazioni fisiche, sicuramente anch’esso debole e poco sicuro di sé e delle sue scelte. Questi due personaggi sono certamente legati da un velo di mistero riguardo la loro vita privata e di Chiesa alla quale entrambi sono stati indotti, hanno sofferto per le loro azioni reali o presunte, sono stati amati e odiati, ma per tutto ciò hanno segnato lo sfondo storico e sociale dell’epoca in cui vissero, amarono, lasciando un sottile sapore di vita.
Dottor Pamela Frasca
Psicologa