Come tarda questa notte la mia Lunaspina venga giù alla finestra quella luce bambina venga giù dal silenzio mia cara compagna eh no, io no, io no, io no io ne avrei dette di parole io non l’ho amato il mio dolore io non è vero che aspetto eh no, eh no, eh no, eh no ne ho gridate di parole io non l’ho amato il mio dolore e adesso canto sola come se fosse facile convincersi a non ridere troppo di sé
Lunaspina-F.Mannoia
Prime serene notti d’estate, sere imperlate da una pioggia bambina, il campanile si illumina di stelle, quella grande della prima sera è Valeria che non ci dimentica, anzi è più amorevole e generosa. Qualche fantasma notturno attende la sua Lunaspina, io aspetto invece che l’ing.Corbelli travestito da Diabolik in compagnia, magari, del Duca di Sirignac in abiti di Fantasmak o di Macchia Nera si decidano a estirpare le invadenti parietarie del Campanile.
E’ venuto a trovarmi un caro amico Professore di botanica esotica all’Univesrità di Togliattigrad . Ha visitato Teano ad occhi sbarrati, felice. L’ho portato a spasso per i vicoli e i luoghi dimenticati e sublimi, immortalati in digitale dall’impareggiabile Presidente Giarrusso. Ha apprezzato la pulizia, le strade che sembrano trine di una lussuosa lingerie parigina, l’ordine urbano, le facciate delle case che gli rammentano i divisionisti e i macchiaioli, il verde divorante, il Monumentone ai Due eroi che gli richiama alla mente le massicce statue a Togliatti a Nikita Krusciof e a tutti gli eroi del PCUS. Statue ormai rottamate, perché fuori moda, in Russia imperversa ora l’esilità. Mi ha domandato chi fosse l’attuale Mer (Sindaco) , e quando gli ho detto tra i denti: Di Benedetto, si è fatto il segno della croce all’ortodossa ( il segno della croce ortodossa è una specie di multiplo sventolio con 3 dita )e ha sussurrato con reverenza :blagosloviennii, osviashionnii (consacrato). Non sapendo che dirgli, con una faccia da cretino, ho accennato un rassegnato sì.
Quello che lo ha fatto letteralmente andare poi in brodo di giuggiole con relativi mugolii da lupo della steppa sono stati i vasi di buxus sempervirens (mortella) schierati come tanti soldati russi sulla Piazza Rossa. Ha cinguettato: che colori bellissimi; oro antico. Mordendomi la lingua e conficcandomi le unghie nella coscia sinistra ho evitato di illuminarlo che le piantine erano quasi secche per le cure solerti prodigatele in questi giorni. Ah dimenticavo che le malcapitate mortelle, davvero quasi morte, erano state collocate sul bordo del mitico Muraglione, altro simbolo inconcusso del Paese, col Campanile, S.Paride e il Vescovo. Quando il Professor Bogdàn Voronosilov é ripartito per Togliattigrad e per il suo favoloso Volga aveva realizzato l’immagine di una specie di città del sole. Non l’ho disilluso L’avrei ferito. Noi Teanesi aspettiamo trepidi e pazienti ancora le nostre Lunespine.
Un giorno appariranno radiose e sorridenti prendendoci per mano, dolcemente carezzevoli, per condurci nel Paese della Luce dove ora dimora finalmente felice e libera la nostra straordinaria Valeria.
Giulio De Monaco