Se una volta riferendosi al 26 ottobre si parlava di STORICO INCONTRO, tra Garibaldi e Vittorio Emanuele, oggi sarebbe più corretto dire che quella è la data dello STORICO SCONTRO, tra Teano e Vairano Patenora.
Un’amara verità, perché oggi la disputa sembra aver messo completamente da parte il senso ideologico della commemorazione per lasciare spazio ad una vera e propria competizione. Si combatte su due diversi fronti: quello degli studiosi, impegnati nella ricerca di prove o documenti a favore dell’una o dell’altra ipotesi e quella degli amministratori che fanno a gara a chi riesce a far presenziare alla propria manifestazione il personaggio più celebre o il politico più importante.
La querelle è complessa e nasce dalla carenza di documenti che attestino con certezza l’una o l’altra tesi ma il problema sostanziale e, di cui questo giornale si occupa da tempo, riguarda le pubbliche manifestazioni, l’approccio delle istituzioni e quindi il modo in cui le comunità vivono questo evento.
Il problema era meno sentito in passato, quando Teano era il luogo ufficiale dell’evento e il Comune di Vairano, festeggiando a modo proprio, era in disaccordo e restava in disparte.
Oggi invece, dopo la conferenza di Giuliano Amato del 2010 e della pronuncia della Treccani a favore della tesi di Taverna Catena e dopo che Vairano Patenora ha ottenuto numerosi riconoscimenti, come ad esempio il patrocinio da parte della Camera dei Deputati, allora il problema è diverso.
In un certo senso, essendo così divenuta ufficiale anche la manifestazione di Vairano Patenora, ne deriva che due manifestazioni ufficiali per lo stesso evento e con opposti fondamenti, non possono che delegittimarsi vicendevolmente.
Appare evidente che la solennità richiede rigore, certezza e dignità assolute. Allora come si può issare una bandiera tricolore, rendere onore ai martiri del Risorgimento ed enfatizzare il sentimento di Unità sulle note dell’Inno Nazionale, il tutto in un clima di incertezza e contemporaneamente in due luoghi con presupposti in contrasto tra loro?
Sarà pur vero che ognuno ha le proprie ragioni ma in questo modo, in entrambi i luoghi, non solo non si celebra degnamente, ma probabilmente si va addirittura ad offendere il valore di Unità Nazionale.
Per affrontare la questione, premettendo che il giornale si dichiara assolutamente neutrale e quindi non sostiene alcuna tesi sul luogo dell’Incontro, abbiamo intervistato il sindaco di Teano Ing. Nicola Di Benedetto e quello di Vairano Patenora dott. Bartolomeo Cantelmo, rivolgendo ad entrambi gli stessi quesiti qui riportati con le rispettive risposte.
1. 1 Cosa intende celebrare la sua città con la manifestazione del 26 ottobre?
DI BENEDETTO: “Lo Storico Incontro ha rappresentato l’unione tra il nord e il sud, presupposto fondamentale per la successiva proclamazione del Regno d’Italia, obiettivo per il quale tanti italiani hanno sacrificato la loro esistenza, e questo è il senso della celebrazione per il sentimento popolare, legato anche alla tradizione degli stessi festeggiamenti. In realtà io penso che questa Unità in concreto sia stata conquistata all’epoca solo geograficamente, perché di fatto, dopo 154 anni, non possiamo negare che l’Italia è forse più divisa di prima, che le differenze e le distanze sono aumentate, che il Volturno è ancora oggi una sorta di confine invisibile. Con questo voglio dire che l’Unità vera è purtroppo ancora incompiuta, che l’integrazione economica e sociale è malinconicamente lontana. Ancora oggi si parla di questione meridionale, di sud che frena la competitività del sistema Italia, dell’ennesimo piano straordinario per il Mezzogiorno e, quindi, penso che molti, anzi tanti, sono consci di essere ancora di fronte ad un problema irrisolto, ad un nodo mai sciolto. Allora questo evento deve essere vissuto principalmente come momento di riflessione, per essere non solo una rievocazione storica, ma un’occasione per l’analisi del presente e anche lo spunto per guardare al futuro: c’è ancora tanto da fare per una vera Unità Nazionale, anche se oggi si discute di possibili scenari unitari più ampi: a me però suona strano vedere l’Italia convinta paladina dell’unità europea, quando proprio il nostro paese non ha voluto o saputo comporre e superare una propria storica divisione.
Aggiungo che la nostra intenzione è quella di celebrare l’Unità non solo il 26 ottobre ma durante tutto l’anno e quindi anche in altre occasioni come quella del 17 marzo, del 2 giugno, del 4 novembre ecc., che idealmente sarebbe un po’ come legare tra di loro queste commemorazioni con un nastro tricolore. Altro progetto è quello di rivedere la toponomastica della città, perché la nostra città non può non ricordare i protagonisti, i martiri e gli eroi del Risorgimento, a quelli che hanno saputo lasciare una grande eredità di idee. Penso a Giuseppe Mazzini, Carlo Pisacane, i fratelli Bandiera e tanti altri.”
2. Secondo alcuni, commemorare parallelamente ed in forma ufficiale questo stesso evento storico in luoghi diversi è a dir poco paradossale e non rende affatto dignità al valore dell’Unità d’Italia. E’ d’accordo? Se sì o no, perché?
DI BENEDETTO: “Sono d’accordo, non ci si dovrebbe dividere sull’Unità. È una contraddizione in termini. A dir la verità nella scorse celebrazioni, in cui ho partecipato per la prima volta da Sindaco, ho provato una sensazione certamente non positiva percependo l’imbarazzo di molti Sindaci che partecipavano alla nostra commemorazione e che avevano preso parte anche ad un’altra manifestazione in cui si sosteneva una tesi diversa dalla nostra. Situazione un po’ surreale, senza che però nessuno abbia colpa in questo. Io non sono uno storico provetto e quindi non posso sentenziare solennemente sul dove esattamente sia avvenuto l’incontro, ma è pur vero che a Teano il 26 ottobre non può non commemorarsi questo evento. Ufficialmente la nostra è da sempre la città dello Storico Incontro, lo è da sempre nella testa e nelle parole degli Italiani. Del resto, comprendo anche lo spirito dei vairanesi, perché, come noi siamo cresciuti sapendo che l’incontro è avvenuto sul ponte di San Nicola, così loro sono cresciuti nell’idea che l’incontro è avvenuto di fronte a Taverna Catena. Ad onore del vero, quello che non si può negare è il dubbio.”
CANTELMO: “Io non credo che questo non renda dignità all’Unità. In effetti, la volontà di celebrare l’Incontro anzi ci unisce a Teano. Certo, c’è disaccordo sul dove sia avvenuto, ma infondo, questo spirito di competizione quasi sportivo, accresce l’importanza che viene attribuita all’evento; ci spinge a fare sempre di più e sempre meglio in questa manifestazione commemorativa. E’ pur vero che celebrala insieme sarebbe un’altra cosa e ciò potrebbe avvenire se si ammettesse che l’Incontro è avvenuto a Taverna Catena nei pressi di Teano. In questo modo ne beneficerebbe tutto il territorio coinvolto in questo grande avvenimento.”
3. Ha una soluzione al problema?
DI BENEDETTO: “Io sarei per una manifestazione unita, con incontri, seminari e convegni che potrebbero tenersi sia a Teano che a Vairano. Non nutro e non alimento un’incondizionata tesi campanilistica che mi induce a contrastare a priori le pretese o le aspirazioni dei vairanesi. Ma mi rendo anche conto che una scelta unitaria potrebbe essere impopolare, sia da una parte che dall’altra, molti non la accetterebbero e la bollerebbero come una codarda concessione all’avversario. Come a volte accade, ognuno ha le sue ferme e inderogabili convinzioni e tende a vedere nelle proposte dell’altro solo un possibile inganno o una trappolone astutamente congegnato”.
CANTELMO: “La soluzione è quella di cui parlavo prima. Semplice, anche perché non toglierebbe nulla alla città di Teano, ove comunque il Re ed il Generale Garibaldi si sono recati dopo essersi incontrati. Ma la verità storica è legata all’edificio di Taverna Catena, che appartiene ed apparteneva al Comune di Vairano Patenora ma che all’epoca era indicato come nei pressi di Teano, centro più importante di quest’area geografica.”
4. Se il sindaco di Teano/Vairano le proponesse di rappresentare insieme il problema al Governo per far ottenere un riconoscimento ufficiale all’una o all’altra città e nel frattempo sospendere in entrambe le città la manifestazione, lei accetterebbe? O, almeno, sarebbe d’accordo?
DI BENEDETTO: “Io sarei d’accordo, può essere una soluzione al problema, anche se sospenderei solo la commemorazione istituzionale, garantendo comunque le occasioni culturali di dibattito e di riflessione. Questo potrebbe portare alla fine ad un’unica manifestazione, cosa per molti auspicabile. Credo che confrontarsi e dialogare sia un elemento cardine della nostra politica amministrativa e che sia dimostrato dai fatti che solo unendo le intenzioni e gli sforzi di più enti sia possibile farsi ascoltare, ottenere attenzione ed avere la giusta considerazione. Ho un ottimo rapporto personale con il sindaco Cantelmo, ne ho stima, e certamente ne parleremo.”
CANTELMO: “Io sarei d’accordo, perché con l’intervento del Governo si aprirebbe un’inchiesta e si arriverebbe certamente ad una pronuncia ufficiale. Non nascondo però un certo timore di una eventuale influenza politica sulla decisione finale. Però accetterei. Quello che non credo accetterebbero i cittadini di Vairano è la sospensione dei festeggiamenti; quindi, in attesa della risoluzione del problema che potrebbe durare anche anni, in qualche modo la manifestazione andrebbe comunque fatta”.
Naturalmente, almeno per quest’anno, i giochi sono fatti e ci saranno le solite manifestazioni parallele. Ma l’apertura dei due sindaci al dialogo, per affrontare il problema con serietà e con spirito di responsabilità e partecipazione ci dà buone speranze per le future commemorazioni.
Intanto se il Comune di Teano, città simbolo dell’Unità Italiana, volesse realmente celebrare degnamente i valori che rappresenta, potrebbe molto semplicemente puntare l’attenzione sulla data del 17 marzo, giorno della proclamazione del Regno d’Italia. Così la città potrebbe esprimere serenamente il proprio sentimento di Unità Nazionale ed issare solennemente il tricolore senza alcun dubbio di legittimità, al riparo da ogni imbarazzo per gli invitati e da ogni ansia da prestazione sportiva.
Gerardo Zarone