Miei cari,
mi perdonerete se scriverò di una vicenda triste. Scabrosa. Assurda. Se utilizzerò toni non in linea con il mio pensiero. Ma, come genitore e papà di una bimba della sua stessa età, non posso fare diversamente. E’ un dovere morale che sento e che tutti dovremmo avere, in una società che dire di merda è poco. Non posso chiudere gli occhi e/o far finta che non sia successo nulla. Eppure, aimè, fa più notizia la querelle Covid tra Napoli e Juventus, che la morte a soli 11 anni di un bambino.
Leggo dal web che prima di uccidersi un paio di sere fa, a mezzanotte e mezza, con una lucidità incredibile, ha lasciato queste parole: «Mamma, papà vi amo. Ora devo seguire l’uomo col cappuccio nero. Non ho più tempo. Perdonatemi».
…. Ha aperto la finestra del balcone all’undicesimo piano. Ha poggiato davanti alla ringhiera uno sgabello. Ci è salito sopra e si è lanciato nel vuoto. È morto così, a 11 anni, un bimbo di Napoli, figlio di due avvocati. Amorevoli, attenti, premurosi verso quel bimbo e i suoi due fratelli. Ma il piccolo lo sapeva. Aveva capito che il suo gesto estremo avrebbe distrutto il cuore dei suoi genitori, ma è come se non avesse avuto scelta. …… ( fonte corriere.it )
Non siamo in un film. Non è finzione. E’ la cruda realtà dei giorni nostri, che tutti e dico tutti fanno finta di non vedere. Che SCHIFO! Dove siamo arrivati. Mentre scrivo, ho il cuore in gola. Mi documento sui giornali e contemporaneamente mi chiedo dove vogliamo andare. Stiamo perdendo il lume della ragione. Poveri i nostri figli.
La Procura di Napoli ha immediatamente aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, in prima battuta immotivato. Sembrerebbe che quel piccino sia caduto in una sorta di trappola del web. ….. “costretto da qualcuno ad uccidersi, forse per salvare la vita dei suoi familiari o per salvare se stesso” ….. Agghiacciante. Non vorrei essere nei panni di quegli investigatori che hanno tra le mani il caso. Chissà cosa ne verrà fuori. Al solo pensiero, ho i brividi.
Pare che in rete si aggiri tale Jonathan Galindo, un uomo sorridente con il volto buffo di un bimbo, con i tratti del personaggio della Disney Pippo. Pare che quella stessa immagine, sia stata ideata da un produttore di effetti speciali cinematografici anni fa.
Sui social, diversi account, oggi al vaglio degli organi competenti, hanno quella figura come foto di profilo. In modo subdolo, infimo, perverso, prendono di mira i bambini, per coinvolgerli in sfide al di la di ogni nostra lontana immaginazione.
Non andò oltre. Non ci riesco. Non userò quella foto per l’articolo.
Quel piccolo, poteva essere mio figlio!
FeudoDiViaAnfiteatro, Ottobre MMXX
Luciano Passariello