Udii tra il sonno le ciaramelle, ho udito un suono di ninne nanne. Ci sono in cielo tutte le stelle, ci sono i lumi nelle capanne. Le ciaramelle (Giovanni Pascoli)
Bella notte Amici miei , bella notte a Voi.
Bella notte, notte di luce,santa notte , notte che vale una fortuna , fuori i regali in sosta nell’armadio: ogni pacco una stretta di cuore tra tante strette di mano e di amore. C’è profumo c’è atmosfera, una grande festa questa notte, grande notizia la Terra è ancora più bella :pace, abbracci , brindisi, lacrime di gioia , perle che volano sulle ali degli Angeli in una cometa giunta ormai alla meta nella capanna della memoria. Osservavamo con occhi rapiti l’albero di Natale allestito appassionatamente dalle Giovani Marmotte in piazza Umberto . Era un diversivo osservare i tentativi delle assiderate Marmotte, tra cui spiccava qualche eccellente Marmottone ( Il colonnello Biscottino, Dario Izzolino, Aquilino, Carminuccio Magrino,Vincenzino Palmierino, Gino Gelsomino e via di seguito.), per equilibrare un abete mezzo torto, lambito con foga da un vento gelato e assalito da estasiati ragazzini che volevano a tutti i costi impadronirsi allegramente delle magre decorazioni.
Il prodigioso Mons. Sperandeo alla classica Messa di mezzanotte si slanciava "senza rete, senza fame e senza sete " in prediconi elaborati e kilometrici, con un rumore di fondo che somigliava tanto a un pacato russare, subito interrotto da qualche saggia gomitata … Don Michele rifiniva tranquillo il suo raffinato presepe solo qualche ora prima della Messa grande, dopo una succulenta cena (spaghetti alla pescatora, baccalà fritto, capitone, soutè di cozze e vongole, panettone e un tonico spumantino rigorosamente brut) , consumata con incredibile flemma ; unico amico il fuoco del grande camino dell’affumicata cucina. Spesso si aggiungeva, inatteso, qualche saltuario commensale d’occasione, silenzioso e vorace. Meditando placidamente insieme a tavola imbandita il Mistero del Natale. Solo il rumore di un’educata,diligente masticazione rompeva flebile il frastuono del silenzio.
Era il presepe una favola, denso di motivi , ricco di invenzioni spettacolari: mulini a vento col movimento incessante delle pale di stagnola, la sorgente che lasciava fluire un assaggio d’acqua in un lago di vetro lucidato a specchio, con papere e cigni , luci ammiccanti che illuminavano in giochi di notevole effetto paesaggi fantasy, stile Hobbit. E lontano, lontano i mitici Magi dall’Oriente alla rincorsa sublunare della chioma d’oro di una cometa volubile e misteriosa. Avanzavano con passo siderale, ciascuno con un segreto e un’andatura, con una speranza e un destino. …E poi osterie, pescherie, locande, grotte di fresco muschio, botteghe, prati verdi spruzzati di farina e marcati da improbabili pecore e svolazzante pollame. E ancora , nello sfondo di un cielo alchemico,disegnato da stelle ballerine, si configuravano inaccessibili montagne innevate, con sparuti paesini semideserti abbarbicati a vertiginosi picchi. Poi con studiata lentezza tirava fuori la pianeta di lusso ricamata con oro e gemme, prodigio sartoriale delle Monache Benedettine, la lisciava teneramente, la indossava infine e il suono fragoroso dell’armonium lo faceva affrettare, Re e Mago virtuoso , all’altare della Natività.
La notte del Natale dava maggiore risalto allo scintillio di una magica , inquietante luna (quando c’era) che, navigante solitaria, solcando lenta il cielo, oceano di misteri, irrorava di raggi d’argento i tetti , le case, le piazze, i vicoli , i giardini, i numerosi slarghi, gli angiporti, le chiese, gli antichi scenografici monumenti di una favolosa Teano che fu. "E’ amaro, a pochi giorni dal Natale, non sentire più quella fragranza. Ha ragione quella penna, che colpendo più di una spada, ci narra del "Silenzio degli innocenti". Ma il silenzio va rotto. Squarciato. Altrimenti, la notte sarà sempre più buia. E loro, "quelli della pagnotta", avranno vinto un’altra volta, e quegli EROI, che nel silenzio dei tanti gridano giustizia, resteranno soltanto tali." La penna ringrazia per la rara cometa della solidarietà del dottor Passariello, unica eco ufficiale con il romito "mi piace" del signor Cirma alla penna stessa, che irrompono poderosamente wagneriani nel variegato grigiore del regime dietetico DiBenedettino [con Bibì & Bibò in frac al clavicembalo,eleganti e diafani come non mai, per indorare la pillola] e dei leggiadri epigoni parlamentari del Maestro.
In questa Notte delle notti, rivolgiamo tutti un pensiero ai camini che ruggivano fiamme e scintille, ospitando famiglie con parenti appena giunti, anche dall’estero a gustare vini di annata e a ricordare, ricordare, ricordare….e a pregare, anche. E a volte scendeva persino la neve, lentamente, particolarmente ingenua e pura, proprio a Natale, a patinare in un irreale ghirigoro figurativo la nostra splendida, leggendaria Città.
Giulio De Monaco