Amor ch’a nullo amato amar perdona , mi prese del costui piacer sì forte , che, come vedi , ancor non m’abbandona . Per bocca di Francesca, Dante ci regala una delle locuzioni di maggior valore speculativo di tutta la sua Commedia. Al netto del pensiero poetante è anche un semplice dire che solo ciò che parte dal cuore arriva al cuore, generando potenza sufficiente , a salvare l’intera umanità . Certo che tutto ciò che è facile è anche massimamente difficile , ma Dante ci sta dicendo che l’uomo che conosce l’amore sa di essere il centro di quella circonferenza da cui tutti i punti sono uguali, tranne il suo. Dante nel suo audace viaggio ci mostrerà che ci vuole amore come atto politico, non solo come sentimento. La legge dell’amore è l’unica a poter realizzare la giustizia degli uomini, nessun’ altra legge è ontologicamente abbastanza, rispetto alla giustizia. Antigone resta il paradigma, di come separare la legge umana da quella dell’amore ci disumanizzi . Suo zio Creonte ,re di Tebe ,avrà la meglio, ma pagherà per questo un prezzo troppo alto. Il diritto positivo ha in sé l’istanza di giustificarsi solo se non si allontana troppo dalla pietas umana, dall’amore per l’altro. Il Ministero della Giustizia ha rinunciato a un nome considerato ingombrante dalla moderna legittimazione delle nuove regole di “ civile “ convivenza , perdendo la sua parte più alta , il trait d’union con la legge non scritta, quella dell’amore , Dike per i greci . Un tempo era il Ministero di Grazia e Giustizia , necessarie l’una all’altra perché la legge possa essere la realizzazione della giustizia e non mero legalismo. Nessuna legge può imporre amore è l’amore a poter creare leggi giuste , la giustizia staccata dalla grazia si disumanizza, fino ad arrivare alla soluzione estrema della sedia elettrica ,tuttora in vigore in diversi Stati della più grande democrazia del mondo. Per questo Dante insiste sul focus dell’amore, è più un fatto cognitivo che melenso. L’occidente sembra aver rinunciato a questo prezioso retaggio , perché l’Europa avrà pure fatto il mondo ma poi il nuovo mondo ,come ogni figlio , è anche presagio di morte per quello vecchio, che vediamo tutti soccombere sotto il peso di una modernità che vuole solo sè stessa. I presupposti dell’occidente, anche stando solo alla filologia , non sono dei migliori : occidente si traduce con terra del tramonto. Omero lo descrive come la dimora lontana dal sole. Il viaggio di Ulisse, proprio perché verso occidente, è destinato al naufragio. Ulisse è la colpa primordiale dell’occidente, per l’inganno del cavallo, ma anche per aver oltrepassato i limiti , con la sua superbia. Non a caso Dante lo colloca all’ottavo cerchio dell’Inferno, nonostante ne valorizzi il coraggio e la furbizia. Sia Dante che Ulisse sono esploratori di un nuovo cammino, ma mentre quello di Dante è approvato da Dio, Ulisse è un ribelle, un temerario che osa imporre la propria volontà agli dei. Dante parlerà di luxuria mentis , perché superare le colonne d’Ercole , non per la salvezza dell’umanità , ma per hybris ,per orgogliosa tracotanza , è ciò che iscrive l’uomo in uno sterile individualismo , che si tira dietro le sorti dell’umanità . Ulisse è figura pagana, viene prima del cristianesimo, manca del tutto l’aspetto dei sentimenti umani, e sarà ciò che gli renderà impossibile il filosofare, il pensare col cuore. Non esiste alcuna filosofia senza amore, è lo stesso etimo a dirlo. In Ulisse manca completamente l’etica dell’amore, lui non tornerà ad Itaca nonostante il dolore di Penelope , ma neanche per quello del padre Laerte. Lo farà dopo vent’anni e solo il vecchio cane Argo lo riconoscerà. Morirà per mano del figlio Telegono , avuto da Circe, che non riconoscendolo lo trafiggerà con una freccia avvelenata. Ulisse resta il paradigma del mancato buon senso, della mancata saggezza del senso del limite che stia in armonia con le castrazioni etiche che il vivere civile impone. La società moderna è massimamente edipica, Ulisse è una pallida imitazione di Edipo ,oggi siamo nell’indifferenziato, nella totale confusione dei codici, la legge di castrazione non funziona più , i limiti hanno esclusivamente una valenza negativa, sono visti unicamente come ostacolo alla nostra felicità , all’eudaimonìa. Persino le istituzioni non si preoccupano più della civile convivenza, per cui è necessario anche un linguaggio ,non di certo violento ed eversivo come quello usato dalle cariche più alte dello Stato. Berlusconi ha rotto il muro del confronto dignitoso, tutti sembrano poter dire tutto. Viviamo una debacle culturale che si tira dietro l’intero paese. Le forze politiche dovrebbero essere forti, competenti, autorevoli, e non sprecare le loro energie a vilipendere gli altri poteri dello Stato. Dovrebbero preoccuparsi di riforme strutturali necessarie a ricostruire uno stato sociale, perché attenzionare povertà e diseguaglianze economiche è l’unica soluzione reale ai problemi della sicurezza sociale . Non è certo con la repressione e con l’inasprimento delle pene che possiamo risolvere i disagi che esplodono nella delinquenza , lo abbiamo visto con i femminicidi. Se proprio non vogliamo fare l’esempio dei paesi che nonostante il tentativo della massima deterrenza della pena di morte, hanno un tasso di criminalità altissimo . Una strada concreta sarebbe quella di ridare ossigeno alla scuola, alla sanità, al welfare. Invece ridisegniamo i diritti con la forma merci. Oggi a curarsi è solo chi se lo può permettere. I demografi dicono che in Europa , tra una generazione saremo 20 milioni in meno, gli immigrati sono necessari alla sopravvivenza di noi europei. Questa pressione ingombrante andrebbe trasformata in una opportunità. La nuova finanziaria obbedisce alla politica fiscale dettata dai mercati internazionali. Le vere potenze del pianeta sono i gruppi economici e finanziari, con cui possono interloquire solo i grandi spazi politici, non certo i singoli Stati. Quale forza potrebbe vantare l’Italia contro le farmaceutiche , le armi, il fossile. In una grande industria americana hanno diviso utili pari al Pil di interi paesi africani, le sperequazioni non sono più sostenibili con nessuna logica , con nessun tipo di logòs umano. L’Istat parla di record di povertà, e noi mettiamo soldi che non abbiamo, sul fantomatico ponte di Messina e per armare l’Ucraina , che intanto batte cassa per la ricostruzione ,e anche per centri di rimpatri fuori dalle regole europee , che hanno visto muovere uno schieramento di forze pubbliche, assurdo ma anche grottesco , rispetto a quella umanità fragile e depressa, bisognosa di ben altro ; sono stati spesi 800 milioni di euro per la costruzione in Albania , di uno di questi buchi neri in cui si verificano gravissime violazioni dei più fondamentali diritti umani , tanto che l’Europa ha invalidato l’intero progetto, . Era stata annunciata una fine della pacchia per l’Europa dei poteri finanziari, ma nessun tavolo è stato ribaltato, progressisti e sovranisti fanno le stesse cose. Ci prospettano un paese dove tutto va bene , come conciliarlo con le richieste di lacrime e sangue del poco scaltro Giorgetti’ Si grida allo scandalo dell’utero in affitto, per poi vantare l’amicizia con Elon Musk, la quintessenza del progressismo scellerato ,che si avvia a diventare il padrone del mondo, che in forza della sua potenza economica ,gli si lascia dire ma anche fare qualsiasi cosa. Si dà degli infami al proprio gruppo di lavoro, come se un parlamentare non avesse diritto di pensare con la propria testa. Ma qual’ è l’idea di democrazia della nuova classe dirigente , quella che i membri del partito non possono dissentire senza essere visti come traditori? Se si votasse tutti compatti in modo assoluto, saremmo in un regime non in una democrazia. Questa politica rivendica come diritto la possibilità di far nomine a loro confacenti, questa è la loro idea di democrazia: abbiamo vinto noi, se si mette male per il gol portiamo via il pallone. Il premierato proposto non esiste in nessun paese al mondo, altro che modello tedesco, non c’è alcun contrappeso, è un sistema che si tira dietro il parlamento, che potrebbe alzare la mano una volta sola, come nelle peggiori democrazie illiberali, lo stesso presidente della repubblica non sarebbe più un ordine di garanzia . Senza contare che i soldi non vengono presi dove ci sono , nessuno può essere contro i profitti ma gli extraprofitti sono proprio l’ipostasi dell’ingiustizia sociale. C’è un gigantesco apparato ideologico che ha fatalizzato il mondo, una vera e propria mistica del mercato libero, che ci ha fatto metabolizzare il capitalismo come il migliore dei mondi possibili. I suoi adepti hanno messo a morte Marx come superato dalla storia , ma è solo un esorcismo, un tentativo per accogliere l’irrazionalità di un sistema vita massimamente lontano dal tentativo di Marx di realizzare una società giusta. Marx nasce come ricco borghese ma la sua coscienza infelice gli permette di cogliere quelle contraddizioni interne al capitalismo che ci ossessionano ancora oggi. Con Marx la filosofia si fa mondo, esce dalle università ,il mondo stesso diventa il luogo del filosofare. E’ il paradigma con cui ogni intellettuale è chiamato a prendere posizione rispetto al proprio tempo. Lukàcs scrive , la serietà di un intellettuale dipende dal suo rapporto con Marx. Marx è sopravvissuto all’inclusione ideologica dello stalinismo, alle socialdemocrazie, all’opera di esorcismo che si fa con incursioni random rubate al suo pensiero vero.
Perché Marx non è il marxismo. Iscrivere un pensiero in una ideologia significa sottrargli la sua parte migliore : la verità. Lo si può criticare o fargli vanto , ma non si può prescindere dal suo pensiero se non si vuol essere miopi sulle contraddizioni del capitalismo. Per Marx il capitalismo era la massima alienazione dell’uomo, rispetto alle sue implicazioni ontologiche. Nel Capitale scrive, “ l’umanità si perde dove dovrebbe trovarsi : nel lavoro “. Parla di un mostro autonomo che non coincide con gli attori sociali di cui si avvale. L’uomo è reificato, gli stessi capitalisti sono assoggettati ai nessi del capitale. La crescita illimitata è il non visto, la crescita esponenziale che vuole solo sé stessa fa perdere l’uomo nella produzione che lo domina. Non c’è misura, quindi non c’è economia, c’è solo cattivo infinito e questo colloca il capitalismo nel metafisico, a dispetto dei convinti concretisti. Tutto ha un prezzo, il denaro cancella le differenze, la potenza sociale diventa la potenza del singolo privato. Il profitto privato signoreggia sul bene comune. Più attuale di così, altro che superato dalla storia, è semmai un superamento storico non storicistico , diacronico , evolutivo. II problema è filosofico ,ci dice Marx, non economico, è la merce come inganno sociale, non è più una cosa, è una relazione sociale. La stessa forza lavoro è venduta sul mercato come tutte le altre merci. Ci vuole una merce speciale per produrre più valore di quanto nè incorpori, questa è la vera reificazione dell’uomo. Il lavoratore produce più valore di quello che incorpora l’operaio , è pagato come qualsiasi altra merce sul mercato, non per le ore di lavoro che svolge, ma in base ai costi di produzione. La busta paga dell’operaio serve per mantenerlo in vita asservito al sistema . Il capitale domina su tutto, è la forma simbolica di tutto il nostro reale. La nuova ontologia sociale ci predispone ad essere atomi isolati, il do ut des è l’imperativo categorico che neutralizza ogni forma di solidarietà. La democrazia più grande del mondo ha partorito il dibattito più scadente che si sia mai visto, a fronte di elezioni che influenzeranno l’intero pianeta. La violenza oggi è questa ,una categoria economica a cui diamo il nostro consenso informato è più percepita che vista, perché il nostro assenso la fa sembrare razionale. Heiddeger in Esssere e Tempo, ci dice che se sparisce la differenza ontologica tra l’uomo e le cose, l’essere si oblia-non poteva non aver letto Marx-.
Marx come grande segnalatore di un incendio che continua a divampare.
Gli intellettuali dovrebbero tornare a fare il loro lavoro, ad essere all’altezza del loro tempo storico. Dovrebbero ritornare ad agire sulla vita sociale, contestando anche la politica di riferimento, con atti di libertà e non approvando sempre tutto . Dovrebbero difendere pratiche veritative , poco conciliabili con concordati preventivi, che legittimano i grandi evasori e con autonomie differenziate , che sanno di logica dello scarto, ma anche di mancata competenza di un governo che continua a far leggi con decreti farlocchi, del tutto incostituzionali. Servirebbe ad aiutare i cittadini ad essere più consapevoli : l’unico modo per alzare il tasso della democrazia. Cos’è la cultura se non una forma di educazione, con un solo motivo perentorio : Indurre, a dispetto del retaggio acquisito, a rimettersi sempre in discussione se è l’intelligenza a chiederlo. Non c’è alcuno scontro di civiltà per questo ,il fallimento della classe intellettuale non può essere un fallimento tout court ,i giovani invece di essere manganellati andrebbero ricollocati al centro di una società che dovrebbe educarli allo studio come unica opportunità rivoluzionaria possibile , unica forma di educazione che restituisca loro quel potere per cambiarlo il mondo non per contemplarlo . Come chiedeva Marx ,che da materialista ante litteram ( saranno gli altri a vederne l’idealismo )credeva più di quanto avrebbe dovuto nel genere umano, visto che le sue idee sono state realizzate perlopiù in forme perverse .Il marxismo insegna la salvezza collettiva, etichettarlo come utopico sembrava prometteva emancipazione . Sono le conseguenze che avvalorano i principi , oggi il neo liberismo è poco difendibile ,ha distrutto lo stato sociale, mentre prometteva più ricchezza per tutti , eppure sono tanti i nuovi ricchi che cercano di spiegare ai poveri come si sta al mondo . La stessa visione manicomiale su Macchiavelli non tiene conto che il fine per cui giustifica ogni mezzo, è il bene dell’umanità. Allora sì che potremmo accogliere la stessa A.I. senza timore di rovesciamento gerarchico, ci potrà emulare ma non sostituire, la sua ergonomia cognitiva non potrà mai eguagliare quello che l’uomo può fare per un altro uomo , Baruch Spinosa lo scrive nel 1600 : “ nulla è più utile all’uomo, dell’uomo stesso. Agire per amore, non come languido contraltare alla ragione, ma come giocoforza che trasformi le idee in storia . E’ questo il focus dello stilnovismo dantesco , che interpreta l’amore come l’unica possibilità per essere la parte migliore di noi stessi. Solo così si scrive la storia, una storia edificante e non quella che i nostri politici vantano di stare scrivendo , accorpando elementi ideologici inconciliabili, richiamandosi a De Gasperi, Matteotti, ma anche allo stesso Dante , cosa per altro che non ha portato bene all’ex ministro della cultura : il sincretismo non fa la storia ma usurpa quella fatta . Per restare con Dante ,dovremmo tornare a pensare col cuore ,qualunque politica né uscirebbe legittimata , al dì là delle diverse antropologie culturali .Stiamo vivendo un cambiamento radicale del mondo ,siamo osservatori di una trasformazione epocale che per portata e ampiezza non ha e non può avere precedenti, dovremmo tenerci stretto ciò che ci umanizza , visto che la nuova intelligenza sarà anche artificiale ,ma proprio per questo ci batterà sempre in potenza. Vedere non è il banale guardare ,ma è ciò che non ammette separazione alcuna, tra ciò che appare e ciò che E’.
Ha ragione il Professor Marotta a dire a Parthenope : “ antropologia è vedere “.
ANNA FERRARO