Da tempo l’attenzione è rivolta alle prossime elezioni comunali. Da più parti, a buona ragione, ognuno sente il desiderio di dire liberamente e giustamente la sua, auspicando l’avvento di una nuova classe dirigente. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, il centro cittadino, era tutto un pullulare di giovani e meno giovani, che animavano le serate teanesi. Oggi, a distanza di 20 anni il centro, come del resto tutto il paese, è un vuoto totale. La sera, il corso Vittorio Emanuele è deserto: incute timore e preoccupazione attraversarlo, ma principalmente una profonda tristezza. Ci piacerebbe capire e dunque stabilire, almeno per la storia, quale sia stato il momento esatto in cui sia stata sancita “la morte celebrale” di Teano. In pratica definire la data “X” in cui sia stata “staccata la spina”. Così non ci ricorderemo solo della data dello Storico Incontro !
In tutto questo periodo, la gestione della cosa pubblica, è stata più o meno nelle mani delle stesse persone, e non se ne voglia nessuno, di certo costoro non si sono eletti da soli ! E’ triste leggere affermazioni del tipo “…….Vogliamo ancora credere e rassegnarci che il sistema sia incancrenito al punto da non consentire cambiamenti anche radicali nel rapporto tra politica e amministrazione da un lato e cittadinanza dall’altro?…, ma talvolta, la verità è dura da accettare anche per coloro che non getterebbero mai la spugna. Anzi, principalmente per loro.
Da troppo tempo si continua a puntare il dito ora verso questo ora verso l’altro amministratore: ma colui verso il quale stiamo puntando il dito, ieri lo abbiamo votato noi. E non solo ieri, ma anche l’altro ieri e l’altro ieri ancora !!! Da qualche parte si legge di far forza sull’orgoglio sidicino, sulla volontà di rinascita, sulla volontà di far iniziare un nuovo progetto di cambiamento. La sensazione che si prova, è che sembra che le parole che escono dalla bocca, non siano collegate con il pensiero che domina nel cervello, tantomeno con le emozioni che arrivano dal cuore.
In barba alle leggi del politichese, ci vorrebbe un codice di autoregolamentazione elettorale, secondo il quale tu, libero cittadino, puoi presentarti come candidato alle elezioni se, e solo se, non l’hai mai fatto negli ultimi dieci anni. O qualora tu l’abbia fatto, potrai rifarlo solo se dimostrerai concretamente di aver fatto qualcosa di utile per la comunità. Ma ciò resta solo pura utopia. Guardando oltre e, abbandonando per un attimo l’orgoglio per i fasti di un tempo che fu, piuttosto che continuare a voltarsi indietro, si dovrebbe cominciare a guardare oltre, in avanti, allargando i propri orizzonti secondo la regola dell’ open your mind: apri la tua mente. Provocatoriamente, visti anche gli orientamenti di politica centrale, sarebbe forse il caso di cominciare a pensare di unificarsi e/o fondersi con qualche comune limitrofo che, come noi, è in fase di cancellazione. Si potrebbero unire le forze, riducendo le spese ed ottimizzando le risorse. Aprirsi per un positivo confronto con gli altri, scendendo una volta per tutte dalla cima su cui siamo arroccati. Tutto questo appunto per scongiurare un’inevitabile ma sicura estinzione.
“Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario. (Steve Jobs. Dal discorso per la consegna dei diplomi alla Stanford University di Palo Alto, 12 giugno 2005)”
Provocatoriamente
Luciano Passariello