La memoria con le vicende soprattutto dolorose, resta sempre viva. La violenza sessuale in Ciociaria fu perpetrata sistematicamente allo scopo di provocare l’umiliazione totale di quel popolo con le gravidanze forzate, che avrebbero “sporcato la razza”, macchiando di spregio e vergogna per sempre quelle donne e la loro stirpe. Il tema dello stupro come arma di guerra non fece riflettere abbastanza la comunità internazionale. E’ palese che questo crimine non si misuri a tonnellate o in metri lineari, poiché anche e si fossero verificati pochi casi, sempre di crimine odioso e vigliacco si dovrebbe parlare. In Italia, durante
Nei mesi invernali che seguirono, il generale Harold Alexander, comandante in capo delle forze alleate in Italia, nell’ostinarsi ad attaccare frontalmente le difese tedesche nel settore di Cassino riuscì a perdere nell’arco di tre distinte battaglie oltre 60.000 soldati.
Il Generale Alexander, su richiesta del Generale Freyberg decise la distruzione del monastero che sovrasta la vallata del Liri. Giorno 15 febbraio 1944, 142 quadrimotori e 87 bimotori americani, operando in tre ondate, sganciarono 453 tonnellate di bombe esplosive e incendiarie sul monastero e presto ridussero l’intera sommità di Monte Cassino ad una massa di macerie fumanti.
Dopo lo scacco del 24 marzo 1944 subito dalle forze alleate davanti a Cassino, il generale Alexander, comandante del XV gruppo di Armate, progetta di riprendere l’attacco rinforzando il suo dispositivo al suolo accentuandone l’azione aerea. L’obiettivo è aprirsi la strada verso Roma mediante un attacco nella vallata del Liri. Il dispositivo di attacco si mette in posizione nella notte dal 20 al 30 aprile. I fucilieri (i Goumiers) della 4^divisione marocchina da montagna (erano marocchini di razza berbera, nativi delle montagne dell’Atlante, che costituivano le truppe coloniali irregolari francesi appartenenti ai Goums Marocains, un reparto delle dimensioni approssimative di una divisione ma meno rigidamente organizzato, che formavano il cosiddetto C.E.F. (Corps Expeditionnaire Francais) insieme ad altre quattro divisioni. Questi uomini selvaggi in mantello di lana con cappuccio e turbante, avvolti in sporchi vestiti, erano organizzati in "goums", ossia gruppi composti da una settantina di uomini, molto spesso legati tra loro da vincoli di parentela. La notte tra l’11 maggio, alle ore 23,00 scatta l’operazione “Diadem”, su un fronte di circa 40 Km . 600 batterie alleate (2.400 cannoni da 87,6 a 240 mm .) entrano in azione, anche dal Tirreno bombardano le postazioni tedesche su Monte Cassino.
L’Abbazia benedettina di Cassino sotto bombardamento
A mezzanotte avanzano i fucilieri della 2^divisione marocchina (la Seconda Divisione Marocchina di Fanteria (DIM – Division Infanterie Marocaine, 13.895 uomini, di cui 6.578 europei e 7.317 indigeni); affrontano le installazioni non distrutte dove i difensori si battono con accanimento. Alle 8,00 il fuoco cessa; soltanto sei cacciabombardieri incrociano ancora su le postazioni tedesche, spuntano l’uno dopo l’altro e gettano il loro carico di bombe. Alle ore 13,30 la breccia è fatta.
In seguito a questa battaglia il generale Alphonse Juin avrebbe dato ai suoi soldati cinquanta ore di "liberta’", durante le quali si verificarono i saccheggi dei paesi e le violenze sulla popolazione locale. Nei giorni che seguirono la battaglia, terminata il 17 maggio con la caduta di Esperia, i 7.000 "goumiers" sopravvissuti (erano partiti all’attacco in 12.000) devastarono, rubarono, razziarono, uccisero e violentarono.
Foto di un cittadino di Esperia impalato
Le cifre riguardanti il totale degli stupri e degli omicidi sono molto varie. Nelle ore successive allo sfondamento della linea Gustav, 7000 soldati marocchini, liberi dal comando, si avventarono su di un’ampia area della provincia di Frosinone e della provincia di Latina. Le conseguenze furono spaventose: secondo alcune fonti ufficiali furono stuprate più di 60.000 donne dagli 8 agli 85 anni. Furono sodomizzati all’incirca ottocento uomini; tra di essi anche il prete di Santa Maria di Esperia, Don Alberto Trilli, fu legato e sodomizzato tutta la notte, morì poco dopo per le violenze subite. Poi furono uccisi impalati gli uomini che cercavano di proteggere le donne e i bambini. Fu razziato il 90% del bestiame.
La furia bestiale continuò poi in altre cittadine, come Castro dei Volsci, Vallemaio, Sant’Apollinare, Ausonia, Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, San Giorgio a Liri, Morolo, Sgurgola, Pico, e nella Provincia di Latina a Lenola, Campodimele, Sabaudia, Spigno Saturnia, Formia, Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia, Roccagorga, Priverno, Maenza e Sezze. Ragazze e bambine furono ripetutamente violentate, anche alla presenza dei genitori. E i bambini che nacquero dopo gli stupri ? Carnagione scura olivastra, capelli neri neri e ricci tantissimi in Ciociaria nel ’45, tutti i figli delle bambine e donne, stuprate e sopravvissute.
Testimonianze ricordano come truppe canadesi, uscendo dalla loro area di competenza, intervennero riuscendo a fermare in parte lo scempio su richiesta della popolazione in fuga. Fonti certe riferirono che all’alba del 14 maggio 1944 (giorno dell’attacco) il generale Juin inoltrò agli uomini della II divisione di fanteria (comandata dal generale Dody) e della IV divisione da montagna (comandata dal generale Guillaume) il seguente proclama. Per quanto l’originale sia introvabile, si conosce la traduzione di un volantino in francese e arabo che sarebbe circolato tra i groumiers:« Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’e’ un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete». L’invio di tale comunicato non fu mai confermato ufficialmente. Ulteriore prova che questo fenomeno non fosse circoscritto alle 50 ore di cui parlerebbe il volantino sarebbe la presenza di moduli prestampati per denunciare le violenze effettuate dai marocchini. Anche se si nega l’esistenza del volantino, tuttavia, l’acquiescenza di comandanti ed ufficiali ed il carattere sistematico delle violenze ha portato a definire l’idea di una libertà di azione concessa ai soldati nei confronti dei civili. Ai soldati marocchini, cioè, sarebbe stato concesso il diritto di preda.
Stupratori inquadrati nel contingente militare francese.
Secondo invece i dati del Ministero degli Interni, poi trasmessi alla Commissione alleata di controllo, ci furono circa 2000 stupri di donne, molte delle quali furono contagiate da malattie veneree, circa 800 uomini sodomizzati, molti dei quali successivamente assassinati tramite impalatura, oltre ad un centinaio di omicidi e alla distruzione di 811 case poi incendiate. Sulla guerra delle cifre non c’e’ certezza; comunque sia anche quella più ottimistica del Ministero degli Interni mostra lo scempio che avvenne in Italia e le sue colossali dimensioni, rispetto al breve periodo e all’esiguità del territorio in cui queste violenze si consumarono. Il 18 giugno del 1944 papa Pio XII sollecitò Charles de Gaulle a prendere provvedimenti per questa situazione. Ne ricevette una risposta accorata e al tempo stesso irata nei confronti del generale Guillaume. Entrò quindi in scena la magistratura francese, che fino al 1945 avviò 160 procedimenti giudiziari nei confronti di 360 persone. A queste cifre bisogna però sommare il numero di quanti furono colti sul fatto e fucilati. Quando la notizia si diffuse il Vaticano chiese ufficialmente che le truppe franco-maghrebine non entrassero a Roma. Dopo la guerra il corpo di spedizione francese riconobbe alle vittime un indennizzo che andava dalle 30 alle 150 mila lire a donna stuprata, tali somme vennero detratte dai danni di guerra dovuti dall’Italia alla Francia; dal canto suo il governo italiano pagò alle vittime una pensione minima e a tempo. Durante
La scelleratezza di certi generali francesi, che hanno avuto la brillante idea di dare carta bianca come premio a queste truppe marocchine, soldati che hanno chiaramente evidenziato la loro netta somiglianza alle bestie sangiunrie (con tutto rispetto a quest’ultimi) ha prodotto questo scempio che ancora oggi il popolo francese non lo riconosce del tutto.
Popolo francese VERGOGNATI!
Mario BISCOTTI