Si può tranquillamente definire il protagonista della serata incontro organizzata venerdi 26 maggio a Teano Scalo dalla società Napoli Est srl. L’occasione è stata colta con interesse dai convenuti che hanno fornito ognuno per il proprio campo di competenza, utili elementi per entrare meglio nel progetto che oggi appare, ai molti, ancora un miraggio, qualcosa che potrebbe svanire appena si comincia ad entrare nel concreto, cosa si farà, chi lo farà e quando si farà.
Noi aggiungiamo un altro interrogativo: perché si farà.
Nella sfilata dei vari oratori, uno che aveva tutti gli elementi per essere concreto e che ha soddisfatto la curiosità dei presenti, è stato l’imprenditore Claudio Papa, titolare insieme al fratello Vittorio dell’azienda fondata dal padre Pietro nel lontano 1975, la F.lli Papa Dolceamaro S.r.l. di Monteroduni in provincia di Isernia. Il suo è stato un approccio deciso, definirei gagliardo, un linguaggio apprezzabile per la sua semplicità ma anche per la sua concretezza. Ci ha portati per mano all’interno di un settore economico produttivo sconosciuto ai molti o forse solo immaginato, quello della produzione di frutta secca dal mercato nazionale a quello internazionale. Al termine del suo intervento i presenti si sono sentiti più tranquilli, “abbiamo capito qual è l’idea, abbiamo appreso dati e notizie che ci sfuggivano, ci siamo tranquillizzati per alcune presenze qualificanti oltre all’imprenditore Papa, i rappresentanti del comune, della Camera di commercio, dell’Unione degli industriali, della filiera del nocciolo e della canapa, del CNR” questo il commento più comune condiviso dai vari rappresentanti della società civile ed associativa presente all’incontro.
L’imprenditore Claudio Papa stava entrando nella sua auto per fare ritorno a casa. Ci siamo presentati, anzi ci hanno presentati l’amministratore Antonio Valestro e Corrado Cipullo, perfetto regista di una serata che vorremmo restasse nella storia di questa comunità.
Dottore, stimo facendo una intervista e quello che dirà sarà pubblicato integralmente perché l’aspettativa creatasi nella nostra comunità, attorno a questo progetto, ci impone di raccontare la verità quella che sta nei fatti e nei suoi propositi. Utilizzando lo stesso linguaggio che abbiamo apprezzato nel suo intervento le chiediamo di confermare brevemente alcuni concetti da lei espressi con molta chiarezza nell’incontro appena terminato.
- Quali sono i fattori che vi hanno convinto a condividere questa idea o forse sarebbe meglio dire di proporre questa idea
“Mi piace stare con voi, mi piace il territorio e fare qualcosa di importante insieme a voi”.
* Si, anche a noi piace la sua compagnia ma vorremmo capirne qualcosa di più, per esempio da dove si parte?
“Noi abbiamo un’azienda da 42 a Monteroduni e produciamo confetti cioccolate e usiamo mandorle e nocciole frutta secca. . Esportiamo in 21paesi del mondo ed abbiamo un’autoacquisizione quindi noi ci stiamo cimentando in questa iniziativa semplicemente perché noi già compriamo per circa 1000 ettari di superficie coltivati a mandorle e 500 ettari coltivati a nocciole. in più poi essendo un’azienda a carattere internazionale abbiamo rapporti con molte altre aziende compreso l’Aassofrutta con cui abbiamo un collegamento e loro lavorano la merce con Ferrero quindi si potrebbe naturalmente allargare questo giro in maniera significativa”.
* In che modo?
“Noi siamo venuti qua non con l’intendo “dirò e farò”. Noi questa iniziativa già l’abbiamo attivata in Molise dove abbiamo piantumato 250 ettari di mandorle, tutti impianti in biologico. Quindi si potrebbe creare un percorso di filiera. Noi possiamo mettere sul tavolo delle concretezze per vedere insieme cosa possiamo fare. Importante è che lo spazio c’è per queste coltivazioni, tutto confermato dal Ministero delle politiche agricole e forestale che con un documento inviato a tutte le comunità locali si cerca di spronare tutti i coltivatori di frutta secca ad incrementare le coltivazioni perché nel mondo c’è un favorevole trend impressionante”.
* In base a quali parametri si ipotizza un simile sviluppo del settore specifico?
“Ci sono pochi dogmi nella vita del futuro il mondo del futuro avrà fame. saremo nei prossimi 15- 20 anni un miliardo e trecentomilioni di persone in più che dovranno essere sfamate. Nel senso che quelle che si affacciano all’economia di mercato cominceranno a mangiare il riso, quelle che già mangiano il riso cominceranno a mangiare alimenti sempre più evoluti e quindi questo darà spazio alla frutta secca”.
* Durante il suo intervento ha sciorinato una serie di dati che fotografano la situazione mondiale delle produzioni di mandorle e nocciole, partendo dalla California con la maggiore produzione mondiale all’Australia ed alla Turchia. Da soli questi paesi non riescono a coprire l’intera richiesta mondiale?
“ Fjno al 51 eravamo i più grandi produttori di frutta secca oggi la situazione si è ribaltata a favore della Califormia che ha 300mila ettari coltivati a mandorle. A partire da quegli anni c’è stato da noi il fenomeno dell’abbandono dell’agricoltura a favore dell’industria e questo ha consentito a questi paesi ( Australia e Turchia compresi) di superarci nelle produzioni di frutta secca.
Oggi invece osservate quello che succede in altre parti del mondo. Stanno commettendo il nostro medesimo errore e allora dobbiamo far ribaltare a nostro favore questa circostanza favorevole. Mentre noi adesso stiamo riqualificando le culture agricole, partendo da una considerazione ormai universalmente condivisa: oggi quando si parla di alimenti non basta più garantire la qualità, oggi si chiede anche la genuinità e questo non tutte le aree se lo possono permettere. La Turchia per esempio non è in grado di garantire la genuinità del prodotto e ha perso 70mila tonnellate di raccolto (problemi di merce con fitosanitari in dogana, oscillazioni di valuta ed altro) contrariamente all’Italia che rappresenta un ambiente pulito”.
* Dunque secondo lei esiste lo spazio sufficiente nel mercato mondiale, per avviare una operazione di sviluppo aree agricole caratterizzate alla produzione di mandorle e nocciole?
“Rispetto al fabbisogno mondiale di nocciole e mandorle noi produciamo si e no il 10 per cento del fabbisogno necessario. Per le mandorle il mondo assorbe un milione di tonnellate di raccolto di frutta, sgusciata. La California ne produce 750 mila, seconda l’Australia con 58 mila. Una forbice enorme.
Se la domanda tende a chiarire se c’è ancora spazio per la produzione di mandorle e nocciole la risposta è si e noi ci candidiamo come acquisitori. Stiamo a 40 chilometri, possiamo fare qui a Teano, nell’area della ex La Precisa, centri di conferimento, prima trasformazione e farle diventare confetti, praline tutto quello che noi esportiamo nel mondo. Questo vi fa capire che non c’è un momento che queste produzioni non possano essere saturate”.
* Se abbiamo ben capito, voi oggi acquisite gran parte della materia prima (nocciole e mandorle) dai mercati stranieri (California, Australia e Turchia) spendendo svariati milioni, l’idea è di sostituire parte delle importazioni con produzione locale creando un semplice concetto di filiera corta in cui l’industria stabilisce cosa serve e quanta ne serve ed il territorio con le migliori certificazioni, come quello di Teano, si adegua alle esigenze dell’industria. Questa è una ricetta semplice che, da quanto da lei affermato, garantirà soddisfazioni economiche per tutti.
“Lei ha inquadrato perfettamente la situazione”.
* Ci siamo portati a casa un complimento ma ora vorremmo concludere con qualcosa che ci faccia intravedere la prossima tappa.
“Noi stiamo facendo i primi momenti di conoscenza tranne qualcuno che già ci conosce (la Camera di Commercio che conosce la nostra realtà), noi abbiamo già fatto questo lavoro, noi siamo trasformatori di prodotti particolari e di qualità, no9i abbiamo trovato un ottimo riscontro negli incontri fatti a partire da quello del 22 marzo al Museo Archeologico di Teano dove abbiamo avviato questo percorso insieme a produttori e istituzioni che, come sembra, hanno risposto positivamente. E con piacere abbiamo registrato il pieno sostegno del delegato del Presidente De Luca, Francesco Alfieri, lavoreremo nelle prossime settimane per definire un tavolo di lavoro”.
Non si può non condividere il ragionamento del giovane imprenditore che mostra sicurezza e convinzione nei concetti espressi, anzi ha pensato bene di concludere la nostra conversazione ripetendo un invito già fatto alla platea degli intervenuti: veniteci a trovare, vi faremo visitare lo stabilimento e conoscerete meglio la nostra azienda.
Invito accolto ma oltre alla visita dello stabilimento noi vorremmo apprezzare anche la bontà dei prodotti della casa Dolceamaro.