
Non c’è alcun segreto o motivo occulto, semplicemente perché avevamo appena raccontato di un soccorso da esemplari rappresentanti degli esseri umani, ci riferiamo a quel gruppo di giovani che hanno soccorso un cane, forse un maremmano, e lo hanno accudito e premurosamente affidato ad un veterinario. A distanza di qualche ora avremmo dovuto raccontare di una vicenda di segno diametralmente opposto.
Non ce la siamo sentita ma oggi, dopo aver appreso che ci sarebbero miglioramenti nello stato della povera cagnolina dello Scalo ferroviario, qualche precisazione in più riteniamo di doverla fare, per amore di verità.
L’avvocato Carla Di Stasio, abita proprio li, a pochi metri da dove l’altra mattina è stato rinvenuto, in una pozza di sangue, la povera cagnetta. Non poteva credere ai suoi occhi la professionista che si accingeva a ad iniziare la propria giornata di lavoro. Dopo un primo momento di smarrimento, ha prima chiamato i Vigili Urbani che però non hanno risposto, poi l’ASL, stessa sorte ed in fine i Carabinieri che invece si sono precipitati sul posto accompagnati da un veterinario.
La scena era agghiacciante, la cagna giaceva quasi al centro della strada in una pozza di sangue provocata, la conferma è avvenuta poi proprio dal veterinario, dall’amputazione netta di una delle zampe anteriori.
Un colpo di machete, si ipotizza, da parte di qualche individuo che andrebbe certamente isolato e ridotto in solitudine per distinguerlo dagli esseri umani. Una crudeltà gratuita, niente può giustificare un gesto simile. La cagna attirava altri animali e questo probabilmente è stato il motivo scatenante di tanta ferocia.
La piccola comunità è sconvolta e nello stesso tempo preoccupata nel dover constatare che tra di loro possa convivere un simile individuo che speriamo venga individuato ed esemplarmente punito.