Sanità …. La politica aveva fatto il suo ingresso a “gamba tesa” nella gestione della salute pubblica! Così sentenzia l’amico Dott. Claudio Gliottone nel suo ultimo del 25.11.2024 allorquando, con certosina disamina e ferrea memoria storica fa un utilissimo exursus sulla Sanità nostrana, cioè quella Paesana. Maledetta (P)olitica, caro Claudio, intendendo per quella squisitamente tutta nostra, ovvero quella che ha rappresentato per decenni la nostra Città (tranne qualche lumicino di Uomini di buon senso). Anche la Politica, è risaputo, è figlia di quelle origini etnico-geografiche. O no? Il Nord Italia, ad esempio, è stato occupato, invaso, e quindi condizionato “sociologicamente” da imperi come quello Francese o Austro-Ungarico. Il Sud Italia, per motivi geografici, ha subìto, ma proprio subìto, usi, costumi e tradizioni di “governi” arabi, aragonesi, saraceni, spagnoli (a parte quelli normanni e per pochissimo tempo francesi). Ciliegina sulla torta i “liberatori” (alleati II guerra mondiale) con le loro orde di marocchini, magrebini e chi più ne ha, più ne metta. Quindi, razionalità, pianificazione, programmazione, contro approssimazione, indolenza ed egoismo individuale, condito da una “fame” atavica ed ancestrale. Poteva, quindi, la Politica non esserne condizionata e caratterizzata? Al punto tale che un (P)olitico si erge a “tecnico” della Sanità sia dal punto di vista logistico (individuando strutture sanitarie improbabili) in luoghi deputati non certamente alla centralità del territorio e/o alla loro più efficace raggiungibilità baricentrica. Arabi, aragonesi, saraceni, spagnoli galiziani, marocchini e magrebini della sanità nostrana. Questa è la “logica” politico-clientelare-spartitocratica che ci ha caratterizzato! Tant’è. Nessuna progettazione logica, nessuna programmazione, nessuna pianificazione, nessuna considerazione del popolo beone. Quel popolo beone che, in virtù di quella “fame” atavica ed ancestrale si è sempre accontentato di un piatto di maccheroni. O no? Così capita che, quello stesso popolo, applaude, anzi inonda di likes l’annuncio di concorsi pubblici attraverso i quali sopperire all’annosa carenza di dipendenti presso la (C)asa (C)omunale, senza avvedersi dell’inganno che si stava perpetrando a tutto danno del funzionamento della macchina comunale. Vogliamo la prova dei magheggi sotterranei di tipo clientelare messi in atto? Vinto il concorso presso il Comune di Teano, Con Determina n. 179/24 si prende atto delle dimissioni del Sig. Trignano Antonio; con Determina n. 178 si prende atto delle dimissioni del Sig. Cutolo Carlo; con Determina n. 177 si prende atto delle dimissioni del Sig. Quinci Alfredo; con Determina n. 176 si prende atto delle dimissioni del Sig. Quaranta Anastasia, con Determina n. 175 si prende atto delle dimissioni del Sig. Autiero Maddalena. Ecco solo qualche esempio del tanto strombazzato rimpolpamento delle truppe impiegatizie del Comune. Ci piacerebbe conoscere da parte dell’(A)mministrazione quest’altra magnifica operazione “politico-gestionale”. Attendiamo, come sempre, fiduciosi. E chissà se durante la cena luculliana tenutasi mercoledì 20 novembre si siano trattate tutte queste teorie di mala gestio? O ci si è impegnati solo, eventualmente, di grandi manovre con l’approssimarsi (2025) delle elezioni regionali?
Qualche impiccione, ci riferisce che tra i partecipanti, spiccavano nomi noti e rappresentativi di diverse aree politiche: Pietro Smarrazzo, ex candidato al Consiglio regionale di Italia Viva (espressione del centro-sinistra), e figure tradizionalmente legate al centro-destra, tra cui Mario Toscano, Mottola e la consigliera comunale Daniela Mignacco. Un incontro che, se l’impiccione e ben informato ci ha visto giusto, a pochi mesi dalle prossime elezioni regionali, solleva interrogativi sulla natura dell’evento e sulle strategie politiche in corso. È soltanto una cena informale tra personalità politiche o, al contrario, il primo segnale di grandi manovre che potrebbero delineare nuovi scenari? L’aspetto più interessante della serata è stata la presenza di esponenti provenienti da aree politiche apparentemente distanti. Smarrazzo, legato a Italia Viva e parte del centro-sinistra, si è trovato a condividere il tavolo con Mignacco, espressione di centro-destra. Questo contesto ha fatto nascere speculazioni su possibili dialoghi trasversali, alimentati dalla fluidità politica (noi la chiamavamo “ammucchiata”) che sempre più caratterizza il panorama italiano, soprattutto a livello locale.
In questo quadro, cene come queste diventano più di un semplice incontro conviviale:
rappresentano occasioni per confrontarsi su temi comuni, sondare possibili convergenze programmatiche e magari gettare le basi per alleanze future, che potrebbero risultare decisive in una competizione elettorale che si preannuncia combattuta. Le elezioni regionali rappresentano un banco di prova cruciale non solo per i partiti, ma anche per le ambizioni personali di diversi leader locali. In questa fase, le coalizioni tradizionali appaiono meno granitiche, e nuove configurazioni potrebbero emergere, soprattutto se supportate da personalità capaci di raccogliere consensi trasversali. La presenza di Daniela Mignacco e di altri personaggi di cdx potrebbe indicare un’apertura verso accordi strategici o, più semplicemente, un tentativo di monitorare da vicino eventuali mosse dell’altra parte politica.
Difficile dirlo con certezza, ma è evidente che il clima politico stia diventando sempre più vivace. Eventi come quello del 20 novembre confermano come le trattative, anche informali, siano già in corso. Nei prossimi mesi, sarà fondamentale osservare se emergeranno segnali più chiari di alleanze trasversali o di una ricomposizione degli schieramenti tradizionali. Intanto, questo incontro lascia aperta una domanda: sarà stato un episodio isolato o il preludio di una strategia più ampia? Ai posteri – e agli elettori – l’ardua sentenza. Noi, tornando alla Sanità nostrana, visti i precedenti, terremo gli occhi ben aperti. A buon intenditor, poche parole.
Pasquale Di Benedetto