Il senso di responsabilità è ciò che ci dovrebbe spingere a fare – o non fare – una determinata cosa, un grillo parlante capace di determinare le nostre azioni. In questi giorni, guardando ai mesi appena passati e ripensando a tutto ciò che ha portato, tolto, imposto e stravolto la pandemia speravo (illusione vana la mia), che i cittadini avessero imparato che la vita umana è un bene prezioso che va difeso con le unghie e con i denti. Tuttavia, facendo un giro, non solo per la nostra città, ci si rende ben presto conto che la quasi totalità delle persone, come se nulla fosse accaduto, hanno notevolmente abbassato la guardia pregiudicando di fatto non solo quei presupposti di sicurezza sociale di cui ora come ora si necessita essere mantenuti, ma rischiando di vanificare tutti gli sforzi fatti. Della fase “uno”, “due”, “tre” o “tremila” che ci frega, bisogna fare bisboccia come se non ci fosse un domani, come se non ci fosse il tempo di farlo. Eppure per rispettare noi stessi e gli altri, proteggere la nostra salute, basta davvero poco. Poche e semplici regole: lavare le mai, evitare esposizioni inutili, indossare la mascherina ed osservare il distanziamento sociale. Regole che ci sono state ribadite fino alla noia…eppure! Eppure ti rendi presto conto che la presenza nella nostra Provincia di piccoli o grandi focolai infettivi sono la conseguenza proprio della mancata osservazione di quanto detto.Il riflesso diretto dell’allentamento di quei freni che avrebbero dovuto preservare la nostra incolumità. Molto spesso durante il lockdown siamo arrivati a lamentarci della privazione della nostra libertà, della capacità di determinare autonomamente le nostre azioni, di vivere i nostri affetti con serietà e lungimiranza. Superficialità, arroganza, menefreghismo e totale assenza di altruismo. Nessuno vuole puntare il dito o scagliare la prima pietra, per carità…si potrebbe, però, pretendere semplicemente di non essere “farisei”.
<<Se trovi uno schiavo addormentato, non svegliarlo, forse sta sognando la libertà. Ed io rispondo: se trovi uno schiavo addormentato, sveglialo e parlagli della libertà>>. Abbiamo promesso che passata la nottata ci saremmo tutti comportati da cittadini degni di essere tali. “Di buoni propositi è lastricato l’inferno” sembrerebbe essere, tuttavia, la frase più vicina a dipingere l’attualità. Ebbene dopo la nottata, come se essa non potesse ben presto tornare, abbiamo ripreso a fare esattamente peggio di prima anche e soprattutto nella nostra quotidianità. Il cittadino, per così dire, è davvero strano! Quando accade qualcosa di spiacevole ha paura, ed è normale, vuole essere informato, avvertito dei rischi, edotto sulle cure. Essere responsabili però no… è un qualcosa di troppo alieno dalla nostra dimensione personale. Tutto troppo complicato. Troppocomplicato lavare le mani o mantenersi a distanza di un nostro interlocutore, rimandare a un domani, si spera più radioso, ciò che può essere fatto oggi. Tutti vogliono vivere il presente senza proiettarsi nel futuro, mettendo a rischio lo stesso per puro menefreghismo ed ingratitudine alla vita. Si la vita è bella e deve essere vissuta in ogni sua sfaccettatura, ma gettarla alle ortiche per superficialità mi sembra francamente troppo. Ehsi, perché di superficialità stiamo parlando non di cose di alto spessore, difficili da fare…Si pretende dalle autorità che dovrebbero tutelarci serietà, magari l’imposizione di regole ferree, ma noi fino a che punto siamo disponibili ad avere la stessa serietà che richiediamo agli altri e giocare il nostro precipuo ruolo in questa partita? Il cittadino sa proteggersi o necessità di essere accompagnato forzatamente in acque tranquille? Sembra abbastanza scontato che la vita non potrà riprendere come prima, troppe e troppo profonde sono le ferite lasciate dal covid. Parimenti scontato è che la nostra esistenza, di qui in avanti, dovrà essere condotta con una responsabilità e rispetto diverso, per noi stessi e per altri. La libertà è un bene troppo prezioso da sacrificare. <<L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi>>.Ora che siamo in tempo pensiamoci…responsabilmente!
Carlo Cosma Barra