Ingenua domanda che riproponiamo mentre assistiamo inermi ad una schermaglia alla cui base c’è molto probabilmente non solo un equivoco ma anche un sospetto di incompatibilità ambientale.
Vi offriamo la lettura integrale di uno scontro pubblico tra due protagonisti della primavera politico amministrativa teanese. Nicola Di Benedetto e Gino Gelsomino. Lo spunto: le modalità di gestione della candidatura Passaretti da parte della Maggioranza e le responsabilità di una disfatta.
QUALE FUTURO? – Bisognava rispettare l’Istituzione, approvando prima il bilancio consuntivo e deliberando poi il riaccertamento straordinario dei residui. Adempimenti gravosi che la maggioranza ha votato all’unanimità sia in Consiglio che in Giunta.
Ora però qualche riflessione, penso, mi sia permessa.
L’Amministrazione, e non io, ha candidato alla Provincia uno dei suoi esponenti più autorevoli.
Io non ho imposto alcunché a nessuno: questo modo di fare non mi appartiene e non rientra tra le regole basilari a cui ogni uomo "politico", penso, debba attenersi.
Io non ho tradito alcun patto o promessa elettorale, perché sono abituato a valutare, forse sbagliando, ciò che al momento è reale o possibile e non ciò che appartiene costantemente alla sfera dei sogni o delle fantasie. Fino all’ultimo è stata concessa, a chi l’ha rivendicata, la possibilità di essere concreti, ma il fumo si è dissolto mostrando il niente.
Io non ho brigato per favorire qualcuno a scapito di altri. Io non ho incontrato nessun esponente politico provinciale o regionale prima della scelta o per favorire una scelta.
L’Amministrazione non ha deciso di posizionarsi stabilmente nel centrodestra, tradendo la sua vocazione civica. Noi rimaniamo fedeli alle nostre origini. In noi convivono da sempre diverse idee o convinzioni politiche: questa ricchezza non è stata annullata.
L’Amministrazione ha, invece, dovuto adeguarsi ad un nuovo sistema elettorale che premia solo la "politica dei partiti". Certo poteva teoricamente rimanere a guardare, lavandosene le mani. È stata una scelta: dura e sofferta, ma condivisa. Il presupposto di tale scelta era quello della compattezza, dell’unità e aveva come unica motivazione quella di tentare di difendere gli interessi della nostra comunità e non certamente quella di promuovere l’ascesa partitica di un singolo.
Nessuno dei componenti della maggioranza ha assunto e comunicato, con chiarezza e perentorietà, il proprio dissenso al gruppo. Poco conta che affermazioni diverse o risibili distinguo si facciano davanti ad un bar, per la strada, nel chiuso di qualche stanza o con pizzini recapitati a redazioni giornalistiche. Questa Amministrazione assume le sue decisioni nelle sedi istituzionali: la stanza del Sindaco è l’unico luogo dove la maggioranza esercita la democrazia interna, dove l’eventuale dissenso si esprime, dove tutti i componenti eletti possono discutere e confrontarsi anche con durezza ma sempre con lealtà.
Nonostante tutto ciò, l’esito non è stato edificante. Il risultato è stato negativo e, cosa ancora più grave, il "gruppo" è stato colpito duramente per il modo con cui i fatti si sono svolti. Il primo responsabile sono io e chiedo scusa a quelli che, per una ragione o l’altra, si sentono traditi.
Ma la serietà che abbiamo promesso alla gente ci impone di non concludere con un conveniente "volemose bene" e far finta ancora una volta che nulla sia successo. Ora bisogna riflettere e valutare con lucidità i fatti accaduti e individuare la migliore soluzione possibile per la nostra comunità, consci che non si è trattato di un episodio ma di un nuovo capitolo di un film purtroppo già visto. Gli spauracchi di un commissariamento o di un possibile ritorno al passato sono niente rispetto allo spettro di Amministratori che vorrebbero essere "nuovi" ma non hanno la voglia e la maturità per diventarlo, che si accontentano di un finto rinnovamento fatto di sole facce nuove e non di metodi diversi.
Per capire la criticità del momento, mi riporto a ciò che ho detto l’altra sera in Consiglio comunale: questa maggioranza non è mai stata contro la Politica, valore troppo importante per essere deriso e sbeffeggiato, ma contro il "far politica", come interesse di parte o ambizione personale. Se questo dogma qualcuno, o più di uno, intende continuare a non professarlo più, c’è poco o forse niente più da discutere.
Gino Gelsomino– Appare singolare, e preoccupante, che Sindaco e Capogruppo di maggioranza disertino la riunione di gruppo convocata per discutere della "situazione", ed espongano le loro ragioni e facciano le loro rimostranze su fb e sui giornali. Tanto più che sarebbero i personaggi deputati a tenere unito un gruppo così eterogeneo ed a declinare le ragioni di questa unità sancita dalla vittoria elettorale. Che sia questa la nuova politica?
Nicola Di Benedetto Egregio Ingegnere, io non alludo ma sono sicuro che le sue capacità non si siano improvvisamente appannate. Abbiamo discusso più volte non trovandoci d’accordo in qualche occasione. Abbiamo entrambi rispettato lealmente le diverse posizioni dell’altro. Lei mi conosce bene e sa che non vieto a nessuno di criticare o discutere. Pretendo solo correttezza e trasparenza. Non mi pare di chiedere tanto.
Gino Gelsomino Mi trova perfettamente d’accordo caro Sindaco. È quel che vorrei anche io, correttezza, trasparen e memoria.
Nicola Di Beedetto Non ho mai cambiato il mio modo di pensare e di fare. Non dimentico le cose importanti. Cerco di fare: a volte ci riesco e altre volte sbaglio. Le critiche non mi spaventano, i pettegolezzi li odio. I critici mi stimolano, i pettegoli li odio. Non faccio sgambetti e cerco di coinvolgere. Rimango ferocemente ancorato ai miei principi. Su questi non accetto mediazioni e lei lo sa.
Carlo Mirabella ….tirare un po le redini no??!!
Nicola Di Benedetto Caro Carlo la situazione è drammatica e non posso più rincorrere chi si crede un purosangue. Mi sfianco e perdo le energie che invece dovrei cercare di investire nella soluzione di qualche problema. La gente ha bisogno di persone serie e responsabili.
Carlo Mirabella Caro Nicola Nelle situazioni drammatiche, rimanendo in termini equestri, per cui in questo momento occorrono "i cavalli di razza". Le crisi vanno affrontate, sei il Capo dell’Amministrazione cittadina, non devi stancarti di rincorrere e ricucire, con tenacia e caparbietà. Sinceramente penso che possiate/dovete ritrovare lo spirito che inizialmente vi ha fatto incontrare. Sommessamente ti consiglio, non solo da cittadino ma i panni sporchi non si dovrebbero lavare in famiglia? Vi invito a rimettervi uno di fianco all’altro e "insieme" fare un passo indietro.
Fine della puntata