Gentilissimo Direttore,
in merito all’articolo pubblicato su “Il Messaggio” domenica 09 ottobre u. s., quale capogruppo del gruppo consiliare di minoranza “SiAmo Teano”, mi corre l’obbligo di fare qualche precisazione.
Avevamo letto il Suo articolo del 05 ottobre u. s. e le sue perplessità circa l’illegittimità della convocazione del Consiglio Comunale per la seduta del 06 ottobre u. s. per palese violazione degli art. 46 del T.U.E.L. e 25 dello Statuto Comunale in relazione al Decreto Sindacale n° 14/2022 (emesso e pubblicato il giorno prima della convocazione della suddetta seduta del Consiglio Comunale ed in calce al quale era specificato che dello stesso si sarebbe data comunicazione nella prima seduta utile) erano anche le nostre e perciò avevamo deciso di porre una pregiudiziale in tal senso ai sensi dell’art. 29 del Regolamento.
Mi accingevo a porre tale pregiudiziale quando la Consigliera Dott.ssa Daniela MIGNACCO (dalla quale fino a quel momento non avevamo ricevuto alcuna comunicazione circa la sua decisione di lasciare il nostro gruppo consiliare) chiedeva la parola per annunciare la costituzione del suo nuovo gruppo “unipersonale” di cui, solo dopo sollecitazione del Presidente del Consiglio Comunale, comunicava il nome: “Teano moderata” (che alla sua proverbiale arguzia avrebbe dovuto suggerire qualche commento).
Sui motivi del distacco dal nostro gruppo consiliare della Dott.ssa Daniela MIGNACCO, verso la quale la mia stima ed affetto restano immutate e alla quale formulo i più sinceri auguri di una proficua attività politica, preferisco non scendere sul terreno della polemica sterile. Devo, però, dire che la cosa non ci ha stupito più di tanto, essendo rimasti già esterrefatti in occasione della prima seduta del consiglio comunale del 27 giugno u. s. in occasione della quale immotivatamente disattese le indicazioni di voto circa la commissione elettorale che si andava a costituire decise all’unanimità dal gruppo nella riunione di gruppo svoltasi appena il giorno prima!
Per quanto riguarda la lettera alla Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “V. LAURENZA”, va detto che la stessa è stata una mia iniziativa quale Capogruppo, ma nel solco della linea unanimemente assunta dagli attuali iscritti al gruppo consiliare SiAmo Teano circa l’incomprensibile chiusura del plesso scolastico di San Marco. Ma su questo tema, alla luce della risposta ricevuta, avremo motivo di ritornare a giorni.
Ritornando alla seduta del 06 ottobre u. s., nonostante ciò, appena avutane la possibilità e, quindi, appena dopo la Dott.ssa Daniela MIGNACCO terminò il suo intervento e prima comunque che iniziasse “la discussione nel merito”, chiesi di mettere ai voti ai sensi dell’art. 29 del Regolamento la “proposta pregiudiziale” di rinvio, per i motivi innanzi esposti, dell’intera seduta del Consiglio Comunale. Orbene, non comprendo il rilievo che la pregiudiziale sia stata posta oralmente. Chiaro, infatti, al riguardo è il dettato del citato art. 29: “la domanda di sospensione o la questione pregiudiziale possono essere presentate da ogni
Consigliere prima che si inizi la discussione sul merito …”. La forma scritta è richiesta solo allorquando la questione pregiudiziale venga posta “durante la discussione”. Difatti la citata norma prosegue asserendo che: “durante la discussione vanno formulate per iscritto e firmate da almeno tre Consiglieri; esse saranno discusse e poste a votazione prima che si prosegua nella votazione nel merito”. Il tenore letterale della norma è incontrovertibile: se la questione è posta prima che la discussione sia iniziata può essere posta anche oralmente e basta un solo Consigliere (come nel nostro caso), quando la discussione nel merito è già iniziata occorre la firma scritta ed almeno tre Consiglieri Non a caso il Presidente del Consiglio Comunale, che se ci fosse stato un profilo di inammissibilità di tale pregiudiziale, non avrebbe omesso di coglierlo, pose ai voti la questione pregiudiziale è la stessa veniva respinta dai consiglieri di maggioranza.
A quel punto che fare: abbandonare l’aula e fare la figura dei bellicosi ad oltranza o restare e partecipare al dibattito? Ci eravamo posti il problema e lo abbiamo risolto nel senso che sarebbe stato inutile andare via. Se fossimo andati via, infatti, la seduta sarebbe proseguita lo stesso, ma la nostra voce sarebbe venuta meno e le interrogazioni da noi poste sarebbero state ritenute come ritirate ai sensi dell’art. 36 del Regolamento il cui secondo comma recita che: “se l’interrogante o l’interpellante non si trovino presenti quando venga in discussione la loro interrogazione o interpellanza, questa s’intende ritirata …”.
Ma, al di là di questo, non è che sia l’abbandono o meno dell’aula a determinare l’illegittimità delle deliberazioni assunte in detta seduta del Consiglio Comunale, specie quando, come nel caso che ci occupa, la questione sia stata tempestivamente e ritualmente sollevata. Ogni questione in merito potrà essere sollevata nelle competenti sedi. I consiglieri di maggioranza non approvando la richiesta pregiudiziale di rinvio della seduta, come loro diritto fare, si sono assunti la responsabilità politica di tale scelta, così come a fine seduta si sono assunti (meno una frattanto allontanatasi) la responsabilità politica (e forse non solo) dell’approvazione di un documento unico di programmazione e di un bilancio di previsione quanto meno discutibili per i motivi esposti anche in sede di dichiarazione di voto.
Non credo, poi, che anche di fronte ad un differimento della seduta e, quindi, al superamento del termine assegnato dal Prefetto con la diffida, si sarebbe giunti allo scioglimento del Consiglio Comunale.
Basta guardare i recenti casi di Comuni, anche della nostra Provincia, che dopo una prima diffida, se ne sono visti recapitare anche una seconda e perfino una terza, senza che il Prefetto si determinasse a sciogliere il Consiglio Comunale (scioglimento che, nel nostro caso, avrebbe comportato la inevitabile conseguenza del dissesto, che certo non avrebbe rappresentato il meglio per la Città). In ogni caso, l’illegittimità delle deliberazioni assunte nella seduta del 06 ottobre u. s., una volta posta ritualmente e tempestivamente la pregiudiziale di cui innanzi come è stato fatto, potrà essere fatta valere nelle competenti sedi.
Non è, poi, che il Sindaco dando lettura in aula del proprio decreto n° 14/2022 abbia posto rimedio all’errore di convocazione della suddetta seduta del Consiglio Comunale, perché tale comunicazione andava previamente inserita all’ordine del giorno. In ogni caso, non immagino come si sarebbe potuto impedire al Sindaco di leggere il suddetto proprio decreto: forse tappandogli la bocca? Certamente non abbandonando la seduta.
Circa il nostro voto difforme rispetto alle tante questioni pregiudiziali presentate dalla Dott.ssa Daniela MIGNACCO mi sia consentito osservare innanzitutto che la medesima non è nostra “compagna di partito” (non sapendo nemmeno quale sia il suo partito ed essendo la nostra, comunque, una compagine civica) e nemmeno di “gruppo consiliare” (per quanto innanzi detto) e che di volta in volta abbiamo votato a favore quando abbiamo ritenuto di condividerle e contro quando non le abbiamo condiviso; ma, nella maggior parte dei casi ci siamo astenuti. Magari se fossimo stati informati per tempo della proposizione di tante e spesso prolisse pregiudiziale avremo potuto interagire meglio, pur nella separatezza dei gruppi.
Mi preme, però, sottolineare che l’opposizione che intendiamo fare non è quella che si attacca alla virgola, che addita l’errore, che corrobora le sue richieste di sovrabbondanti riferimenti giurisprudenziali; ma l’opposizione che intendiamo svolgere guarda al concreto e punta alla soluzione del problema, senza fare sconti a nessuno. Noi, a differenza di altri, il risultato elettorale lo abbiamo accettato e siamo consci del fatto che la maggioranza ha il diritto di governare, beninteso nel rispetto delle leggi e dei regolamenti. A noi l’elettorato ha demandato il compito del controllo e lo stiamo facendo senza sconti, ma senza astio personale. Non abbiamo scheletri nei nostri armadi, né aspiriamo a contentini dalla maggioranza. Quando qualcuno potrà dimostrare che abbiamo ceduto a lusinghe ottenendo qualche tornaconto personale in cambio, chiederemo scusa e toglieremo il disturbo.
Per tornare alla seduta del 06 ottobre u. s., è vero che alla fine abbiamo abbandonata l’aula, anche se ormai si era giunti alla fine e la nostra dichiarazione di voto contrario all’approvazione del D.U.P. e del bilancio di previsione era stata formalizzata. Ciò è avvenuto per un gesto spontaneo di solidarietà verso il Consigliere Marco ZARONE che, anche in questa seduta, si è visto interrompere il suo intervento a proposito del bilancio dal Presidente del Consiglio Comunale che gli contestava la pertinenza rispetto all’argomento in discussione di quanto stava dicendo e si vedeva contestualmente anche inopportunamente redarguire dal Segretario Comunale circa una presunta “irritualità” del suo comportamento: Ciò solo perché gli aveva chiesto di mettere a verbale che Egli per protesta abbandonava l’aula. Il bavaglio, no, non lo accettiamo! Vede come va il mondo? Mentre da un lato ci si accusa di eccessiva morbidezza, dall’altro ci si accusa di condurre l’opposizione con toni i eccessivi. Non è che sarà che, alla fine, il nostro compito lo stiamo svolgendo bene? Agli elettori, al momento debito, l’ardua sentenza. Sia consentito, infine, un inciso e un devoto ed affettuoso ricorso delle luminose ed inarrivabili figure, cui ha fatto riferimento nell’articolo di che trattasi, dei compianti Dott. Claudio CIPRIANO e Prof. Luigi VERNONI che, dai loro contrapposti orientamenti politici, sin da quando ero un giovane studente liceale, mi hanno onorato della loro amicizia. Non ho certo la presunzione di giungere alle loro inarrivabili vette, però proprio da loro ho appresso l’insegnamento che l’attività politica, a livello amministrativo, deve essere orientata unicamente al bene della Città. Non sarà stato un caso che proprio loro (con il voto favorevole del primo e l’astensione del secondo), trent’anni orsono (allorquando non c’era l’elezione diretta del Sindaco), di fronte ad una spaccatura dell’allora imperante Democrazia Cristiana, che con oltre due terzi dei consiglieri si era spaccata, consentirono che l’amministrazione dell’epoca, la prima guidata dall’Ing. Raffaele PICIERNO, dopo l’abbandono di un Consigliere che non è più tra i viventi, rimanesse in sella, per evitare che un’altra, che loro evidentemente non ritenevano confacente al bene della Città, s’insediasse. Ciò, beninteso, senza venire meno ai rispettivi contrapposti ideali politici (cui non vennero mai meno e che per una vita intera perseguirono con una coerenza ed una fierezza che, ahimè, oggi solo un ricordo), ma per perseguire quello che, a torto o a ragione, ritennero allora essere il bene per la Città.
Con la stima di sempre.
Il Capogruppo del gruppo consiliare di minoranza “SiAmo Teano”
Fabrizio ZARONE