Ci risiamo! Non ce ne voglia il Sindaco di Teano, Dino D’Andrea, noi facciamo il nostro mestiere: registriamo, osserviamo e, poi, trasmettiamo. E, il Sindaco, non fa nulla, ma proprio nulla per non darci una qualche occasione per “registrare” le Sue plateali esternazioni. Che, si badi bene, in politica diventano pietre miliari! Pietre, che sulla bilancia della politica, diventano i pesi della credibilità o meno e dell’autorevolezza del Politico che le pronuncia. Ricordate la Favola di Esopo: “al lupo, al lupo” Ecco, dicevamo, ci risiamo! Ora il Sindaco (13.10.2021) ci informa che è vittima di “Congiure di palazzo” e pontifica: “Mi pugnalano alla schiena ma non hanno il coraggio di mandarmi a casa”. Quindi, dopo essersi rifatto a Cesare; “quoque tu Brute fili mi”, dice una cosa che non è poi tanto peregrina e, qui, gli diamo atto del fatto che “non hanno il coraggio di mandarmi a casa”. Diamo a Cesare quel che è di Cesare! Quest’ultimo sfogo vittimistico, nascerebbe dal fatto che “un invito giunto in Municipio e indirizzato a Lui, sarebbe stato “insabbiato”, nascosto”. “Quoque tu Brute fili mi”. Ed anche, qui, non possiamo che dargli ragione. Qualora la vicenda fosse vera, saremmo giunti, così, ma non ce ne meravigliamo più di tanto, al “bullismo” immaturo ed infantile. “Ormai qui non fanno altro che pugnalarmi alle spalle in ogni momento. Sono veramente deluso di chi mi circonda”. E siamo al capitolo melodrammatico al quale potremmo rispondere con il famoso: “chi è causa del suo male pianga se stesso” ”. O no? Non ce ne voglia il Sindaco di Teano, Dino D’Andrea, noi facciamo il nostro mestiere: registriamo, osserviamo e, poi, trasmettiamo. Non a caso registrammo pure che a seguito di una tentata sfiducia affermò che “non ci stava ad essere il “capro espiatorio” del fallimento di questa amministrazione, definendola come la peggiore esperienza della sua vita ed augurandosene la fine quanto prima” (30.09.2021). Ed, ancora, in una intervista rilasciata al nostro C. C. Barra, dichiarò che “A questo punto ritengo utile per me stesso prendere una pausa di riflessione…….Non mi sento più a casa mia nel Partito Democratico!……. La verità è che ancor di più mi sento tradito!”. Ebbene da questo “Teatrino dell’Amministrazione di Teano”, abbiamo avuto modo di assistere alle Favole di Esopo, al dramma Cesare e a Giuda Iscariota. Abbiamo altresì avuto modo ci comprendere che, da una parte qualcuno vuole (?) detroneggiare il Sindaco, dall’altra il Sindaco stesso che si “augura la fine della Sua amministrazione quanto prima”. Quindi, senza scomodare Esopo, Cesare o Iscariota, noi umili osservatori ci limitiamo a pronunciare un banale proverbio napoletano che ben sintetizza quanto fin qui registrato: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà”. Ma sia Giorgio, sia il Vescovo non fanno che ingannare con “al lupo, al lupo”. Orbene Sindaco, registrate le sue lagnanze, non crede che anche Lei dovrebbe soddisfare o perlomeno ascoltare quelle dei Cittadini di Largo San Giovanni senza pubblica illuminazione e terrorizzati dagli irregolari? Quelle delle mamme di Casi e Casamostra private del trasporto dei figli a scuola e, recatesi al Comune non trovano interlocutori? O, persino quelle dei Militari della Guardia di Finanza che lamentano l’impossibilità di parlare con qualcuno degli uffici comunali al telefono? Queste sicuramente saranno delle “quisquiglie” rispetto alle Sue sanguilonenti pugnalate, ma per chi si affanna ogni giorno a tirare la carretta, le garantiamo Sindaco, che il quotidiano e deludente tradimento di una (A)amministrazione al “(dis)servizio” della collettività, procura ben altre e più incisive cicatrici. Non ce ne voglia il Sindaco di Teano, Dino D’Andrea, noi facciamo il nostro mestiere: registriamo, osserviamo e, poi, trasmettiamo.
Il Direttore