Non solo i NAS o la Guardia di Finanza o l’Ispettorato del Lavoro, dell’INPS o dell’INAIL, da oggi anche il Corpo Forestale dello Stato fa il suo ingresso ufficiale tra gli organismi abilitati ad esercitare controlli presso esercizi pubblici, ma solo in materia di commercializzazione e conservazione di prodotti alimentari.
E’ accaduto ieri pomeriggio a Teano, in almeno due esercizi commerciali del settore alimentari, tra Piazza Marconi e Piazza Unità d’Italia. Si sono presentati in quattro con le verdi divise della forestale e dopo essersi presentati, hanno cominciato a controllare tutta la merce stivata nei banchi dei negozi, controllato le date di scadenza dei vari prodotti contenuti nei banchi frigoriferi, verificato l’integrità delle singole confezioni. In un negozio tutto bene, tranne per il pane per il quale la legge prevede la confezione a monte con la indicazione del produttore e degli ingredienti con cui il prodotto è stato lavorato. Diverso per l’altro malcapitato al quale oltre alla confezione del pane si è aggiunto anche il confezionamento dei latticini freschi. C’è da dire che la ricotta viene venduta in confezioni da mezzo chilo mentre la mozzarella, pur non essendo in confezioni singole, viene manipolata con l’ausilio di guanti che ne garantiscono in qualche modo l’igienicità.
E’ stata una strana sensazione quella provata da un testimone dell’accaduto, vedere questi uomini in divisa verde sempre immaginati tra il verde dei boschi a caccia di bracconieri o di persone che non rispettano le leggi previste per la salvaguardia dell’ambiente, tirare fuori il blocchetto dei verbali e notificare al commerciante di turno l’avvio di una formale contestazione che produrrà, salvo opportune e tempestive tesi difensive, una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 euro a 9.500 euro. Lo prevede la legge 4/2011 che, al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione degli illeciti in materia agroambientale, nonche’ di favorire il contrasto della contraffazione dei prodotti agroalimentari protetti, ha esteso il potere di controllo anche al Corpo della Forestale.
Amarezza e sconcerto è stata la prima reazione dei due commercianti i quali, dopo aver fatto registrare sui rispettivi verbali le loro osservazioni ed obiezioni, hanno controfirmato il verbale che non indica la sanzione da applicare ma solo l’avvio di una procedura sanzionatoria.
“Abbiamo provato a vendere il pane confezionato ma, i clienti non lo preferiscono. Molti pensano che non abbia gli stessi elementi di freschezza. Per noi comunque non fa differenza vendere il pane con o senza la confezione. Spesso è anche un problema che esiste a monte, cioè dal produttore” – Questo è stato il primo commento a caldo a cui è stato aggiunto:” Ora vorrei sapere quanti chili di pane devo vendere per recuperare i soldi della sanzione che ci sarà erogata a cui noi, naturalmente, faremo opposizione perché abbiamo le nostre valide motivazioni”.
E’ un periodo in cui sembra che tutto debba andare al suo posto, che ognuno debba fare a pieno quello che le leggi richiedono, l’emissione degli scontrini, la rintracciabilità degli alimenti, le confezioni a norma di legge.
Tutto bene, è giusto così, però quella del pane, non quello che siamo abituati a vedere sui carrettini agli angoli delle strade polverose ma quello che ci viene consegnato da persone normalmente dotate di guanti, inserito in una busta di cellofan o carta e conservato in luoghi igienicamente puliti, bene forse, in questa prima occasione sarebbe stata sufficiente una diffida.
Non ci risultano altri esercizi commerciali controllati, se è così forse ci troviamo di fronte ad una vera discriminazione e con un problema risolto a metà.
Severino Cipullo