Braccialetto elettronico e intercettazioni telefoniche. Sono alcune delle novità anti-stalking introdotte nel decreto sul femminicidio all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizi della Camera.
CONTROLLO ELETTRONICO – Il primo emendamento prevede che anche allo stalker allontanato dalla casa della vittima, purché acconsenta, sia applicato l’articolo 275 bis del codice di procedura penale. E quindi il giudice può disporre che sia sottoposto a «controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici», cioè che indossi il braccialetto elettronico. La norma vale anche per chi è accusato di maltrattamenti. L’altro emendamento estende le intercettazioni telefoniche allo stalking, dando la possibilità ai magistrati di intervenire più tempestivamente in caso di minacce.
DECRETO PIU’ SEVERO – Ma il decreto è diventato più severo anche sotto altri aspetti, perché è stata introdotta l’irrevocabilità della querela per stalking in caso di minacce gravi e un’aggravante per i reati di violenza commessi ai danni o in presenza di minori o donne incinte. Spiega Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Affari costituzionali della Camera e relatrice del provvedimento insieme a Francesco Paolo Sisto (Pdl): «La querela può essere revocata solo davanti all’autorità giudiziaria, ma l’irrevocabilità prevista dal testo del governo resta per i fatti più gravi di stalking con minacce gravi e reiterate».
CENTROSINISTRA DIVISO – L’emedamento sulla querela ha spaccato il centrosinistra. Sel ha votato contro, mentre il M5S si è astenuto. Sono invece sono stati bocciati gli emendamenti a favore della revocabilità, presentati da M5S, Sel e parte dei deputati Pd, guidati da Michela Marzano. «Sia lo stalking con lesioni che i maltrattamenti sono reati sentinella – aggiunge Ferranti -. È importante una particolare attenzione per evitare che sfocino nel femminicidio».
Fonte: Il corriere.it