Anni fa se ne sentiva parlare molto di più e la cosa interessava, teneva desta l’attenzione ricordo che di fronte alla casa di mia nonna Giovannina al corso Vittorio abitavano quattro donne che la accudivano e che conoscevano oceani di racconti sull’argomento.
Ero troppo piccolo per ricordarmi ma racconterò invece una cosa molto curiosa che accade a mia madre la quale era molto scettica e da allora incominciò a crederci . Abitava mia madre Rosa a Carbonara in una casa enorme di 15 stanze sebbene mio nonno ne avessi fittate già due inchiodandone la porta di accesso. Mia madre allora ancora signorina era come tutte le coetanee dotata di una pruriginosa curiosità.
Una volta sul far della sera si accostò alla porta tenebrosa decidendo di mettersi ad ascoltare quello che diceva la famiglia dell’altro appartamentino. Da Tenere presente che la donna era di Benevento nota città di streghe e fattucchiere, nonché del rinomato liquore aromatico e del relativo torrone. La vispa Rosina mia madre tendeva l’orecchio attraverso il buco della serratura per ascoltare il concitato chiacchierio dei circostanti. A un certo punto dalla grande serratura apparve una mano che le mollo tra capo e collo una tale sventola, ma una tale sventola come se fosse andata dal dentista. Impaurita a morte andò dai genitori accanto al camino attraversare oceani di lacrime. La madre le disse “razza di imbecille ma non lo sapevi?” A mio zio Giovanni che ne aveva sposato la sorella Ersilia ne capita un’altra.
Mezzanotte era passata da tempo il vecchio gufo della Torre recitava poesie filosofiche qualche briaco cantava una canzone da osteria. Ad un certo punto mio zio avverti sull’addome un certo peso e si accorse che una donna dai capelli lunghi tentava di usarlo come oggetto di piacere. La donna naturalmente era vestita da Eva. Mio nonno non perse la calma e, recitata una preghiera, arpionò la donna per i capelli e riuscì a metterla in strada. Qua la storia si fece più pruriginosa in quanto un ubriaco non troppo ubriaco di passaggio vista l’appetitosa preda intendeva fare l’Adamo. Intanto zio Giovanni era uscito in strada in mutande munito di una bella doppietta zia Aretina e zia Ersilia in camicia da notte gli stavano dietro e ci fu un corri corri generale immaginatevi che pandemonio sì verificò in quella notte da tregenda.
Oggigiorno di maga stregone fattucchiera non si parla più. Malinconicamente sparisce così un bislacco mondo campestre e ruspante collegato al culto della terra dell’inconoscibile e di antichi misteri.