Siamo alle solite, ancora una volta quando ci si avvicina ad una nuova tornata elettorale, si assiste al medesimo spettacolo. I vecchi volponi iniziano a fiutare nell’aria l’odore del cibo che servirà ad accrescere il proprio ego, il proprio potere e i propri interessi. Peccato che i suddetti volponi, che da anni hanno saccheggiato la nostra città diventando grassi e spocchiosi, siano sempre gli stessi soliti personaggi, che si rimescolano, cercando di reinventarsi spesso indossando la maschera di pecorelle smarrite per carpire la fiducia altrui, salvo poi mostrare i denti senza pietà.
Raccontano storie suggestive su come sarebbe un mondo migliore se le gallinelle smarrite si ponessero sotto il loro comando, dimenticando che questi esperimenti sono stati fatti e rifatti sempre con il medesimo e deludente, per non dire pessimo, risultato.
Cinque anni fa poi la svolta: le gallinelle smarrite hanno finalmente voltato le spalle ai vecchi soliti volponi, eleggendo come proprio capo un gruppo di gallinelle come loro, con un programma solido e suggestivo da portare avanti per il bene del pollaio.
Gallinelle “con le palle” potremmo definirle.
Peccato che nei cinque anni che sono seguiti si sia appurato che non di palle si trattava, bensì di palloni gonfiati, che si sono sgonfiati quasi subito creando malcontento, ma soprattutto sfiducia verso il cambiamento e il futuro del proprio pollaio.
La conseguenza è stata che alcune gallinelle, in vista della nuova tornata elettorale, abbiano deciso di seguire e comportarsi come i vecchi volponi che l’hanno avuta vinta per anni.
Che dire? Non c’è niente di peggio del lupo che si traveste da pecora per papparsi tutto il gregge.
La speranza è che le pecorelle o le gallinelle, insomma noi poveri cittadini, che nel corso degli ultimi decenni siamo stati delusi, mortificati e saccheggiati delle ricchezze della nostra cittadina,sapremo riconoscere chi cercherà realmente di trarci in salvo.
E’ arrivato il momento di mettere da parte le nostre disillusioni e incoraggiare chi ha realmente voglia di risollevare le nostre sorti, il nostro paese rendendoci orgogliosi di farne parte.
Un po’ come una mamma che ritrovando i propri piccoli smarriti per lungo tempo, non possa fare altro che abbracciarli, consolarli e risollevarli da tutto il male subito.
La nostra speranza è proprio questa, di questo avremmo bisogno: di un eroe o meglio ancora di un’eroina, che venga in nostro soccorso salvandoci dai soliti, vecchi e nuovi cattivi che mirano solo a farci collassare.
Euridice Speranza
Le Galline e la Volpe
Una favola scritta 50 anni fa, che racconta il nostro tempo e ci aiuta a riflettere.
Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhi chiusi, la coda non si muoveva. – È morta, è morta – gridarono le galline. – Facciamole il funerale. Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al prato.Fu un bellissimo funerale e i pulcini portarono i fiori. Quando arrivarono vicino alla buca la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le galline….La notizia volò di pollaio in pollaio.
Ne parlò perfino la radio, ma la volpe non se ne preoccupò.
Lasciò passare un po’ di tempo, cambiò paese, si sdraiò in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi.Vennero le galline di quel paese e subito gridarono anche loro:- È morta, è morta! Facciamole il funerale.
Suonarono le campane, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco.
Fu un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentiva anche in Francia.Quando furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e si mangiò tutto il corteo.La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte lacrime. Ne parlò anche la televisione, ma la volpe non si prese paura per nulla. Essa sapeva che le galline hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta.E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito la storia.
Gianni Rodari – Il Libro degli Errori, 1964