“Tu proverai sì come sa di sal lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”. È un altro verso memorabile tratto dalla Divina Commedia di Dante. Si tratta del verso 58-59 del canto XVII del Paradiso. Orbene, evidentemente certi parvenu della politica locale mai hanno saggiato la durezza di doversi confrontare con lo straniero, mai hanno saggiato la durezza al di fuori del “protezionismo” domestico o ambientale. La prova provata di questo loro provincialismo, limitato e relegato al proprio comfort di recinto, è la pochezza di idee, visioni e capacità prospettiche di un Città. E dicasi Città. Si beano degli applausi e dei plausi del volgo più miope, più beone, quello con maggiori limiti e che si contenta di un piatto di fagioli. “La grandeur vient des débuts modestes”. La grandezza, insomma, ha origini nell’umiltà. Nella consapevolezza dei propri limiti. Dalla non consapevolezza che, a causa dei propri limiti, si rischia di portare sempre più nel baratro tutti coloro che, inconsapevolmente, hanno creduto nelle false, inesistenti, inconsistenti capacità. Oggi, più banalmente, si parla di competenze e meritocrazia.
Così, discettando di Storia con un carissimo Concittadino, evidenziavamo che la Città di Teano, veniva menzionata persino nella porta di bronzo del Maschio Angioino a Napoli. Proprio così! Il castello nasce verso la fine del 13° secolo ed è stato da sempre al centro delle dispute per il trono del regno. Il primo quadrante posizionato in alto a sinistra racconta l’incontro di Ferrante e Marzano alla Torricella nei pressi di Teano, il 29 maggio 1460. “PRINCEPS CVM IACOBO CVM DIOFEBO QVEM DOLOSE/ VT REGEM PERMANT COLLOQVIVM SIMVLANT. Il secondo situato in alto a destra, mostra la difesa di Ferrante dall’assalto a Torricella nei pressi di Teano. “HOS REX MARTIPOTENS ANIMOSIOR HECTORE CLARO/ SENSIT VT INSIDIAS ENSE MICANTE FVGAT” (Rosario Taranto). Un altro colpo ferale alla nostra angustia e consapevolezza del provincialismo di certi parvenu della politica locale, i quali, sicuramente non sanno che “La grandeur vient des débuts modestes”. E che il bearsi degli applausi e dei plausi del volgo più miope, più beone, quello con maggiori limiti e che si contenta di un piatto di fagioli è parva res.
Nel frattempo, ancora, accogliamo il comprensibile dolore di tanti Teanesi per l’abbattimento dell’ottuagenario Pino Marittimo posto innanzi l’ex Ospedale. Ottuagenario e non secolare! Si, perché, per dovuta informazione, non tutti sanno che nel 1932 si tennero le celebrazioni in memoria di Arnaldo Mussolini, fratello del duce e presidente del Comitato Nazionale Forestale, scomparso il 21 dicembre del 1931. Secondo il regime fascista Arnaldo Mussolini aveva contribuito all’incremento del patrimonio forestale e per questo, conformemente alle disposizioni prontamente emanate dal Comando delle Legioni della Milizia Nazionale Forestale, il 25 dicembre di quell’anno vennero date disposizioni al fine di organizzare un’apposita cerimonia che prevedeva la piantumazione di un albero in memoria dello scomparso in ciascun Comune del regno d’Italia, in un luogo idoneo alla crescita e alla valorizzazione della pianta. Da qui il nostro ormai compianto Pino Marittimo. A questo punto, visto l’inevitabile abbattimento, potremmo suggerire, ad esempio, la sostituzione dell’ottuagenario Pino Marittimo, con uno della simile famiglia onde perpetuarne la memoria storica e la incontrovertibile valenza estetica e di abbellimento del luogo. Tanto per non rendere ancora più arida la nostra Città. Teanum Sidicinum, fu una Città. Divenne un villaggio.
Pasquale Di Benedetto