In questi giorni dove comincia a serpeggiare un certo allarmismo, a livello internazionale, rispetto ad un potenziale nuovo antisemitismo e, quindi, caccia all’ebreo, vorremmo soffermarci a riflettere sui quei “segnali” impalpabili, invisibili, impercettibili e, perciò, ancor più pericolosi rispetto a certe derive…. Derive che, spesso, possono prendere una brutta piega principalmente a causa della indolenza, disattenzione o menefreghismo salottiero dei cittadini. Anche quelli dei nostri Concittadini Teanesi, perché no. Si, perché, forse qualche nostro Concittadino, allorquando ha dovuto leggere le nostre stilettate nei confronti dell’(A)mministrazione, rea di poca trasparenza ed esclusivamente adusa a definirci “millantatori di professione” o, quella del Collega Elio Zanni, “stampa ostile”, ebbene, dicevamo, è proprio in questi atteggiamenti che possono celarsi certe “derive” pericolose. Si comincia così banalmente. Si comincia, così, quasi emulando un certo MinCulPop (Ministero della Cultura Popolare) locale e di Mussoliniana memoria. Come non si possono ricordare le famose veline del regime fascista che cominciarono a circolare dal 1935? Con la nascita del Ministero della cultura popolare (MINCULPOP), istituito il 1º ottobre 1937, che controllava anche la SIAE e l’EIAR, le veline divennero ancora più pressanti verso la stampa. E, proprio in materia, a noi “millantatori di professione”, giungono oscure notizie dal Palazzo di Città che, sembrerebbe, si rifacciano ad un “ordine superiore” di “bavaglio” impartito agli (A)mministratori rispetto a decisioni, iniziative e quant’altro da trasmettere alla stampa “ostile”. Una “legge bavaglio”, insomma, tutta Teanese! D’altronde, la prova provata è il fatto che mai, e diciamo mai, nessun (A)mministratore si è mai degnato di invitare ufficialmente gli Organi di Stampa a questa o quella manifestazione o iniziativa locale! Mancanza di buona creanza? O cafonaggine? Però, in questo nostro panegirico ci viene in soccorso niente popodimeno che l’Europarlamentare sidicina, On.le Pina Picierno. È lei, infatti che in una intervista rilasciata al Collega Antonio Taglialatela di PupiaTV l’11 novembre 2024, così si esprime: A.T. “Abbiamo ascoltato le testimonianze di giornalisti che provenivano da diversi Paesi europei che lamentavano, oltre alle minacce subite, la denigrazione del giornalista. Un fenomeno che ultimamente sta assumendo contorni inquietanti in provincia di Caserta, di cui lei è originaria, dove alcuni cronisti vengono accusati di essere dei “diffamatori” da politici, imprenditori e altri soggetti sottoposti a procedimenti giudiziari solo per aver fatto il proprio lavoro, quello di riportare notizie. Secondo lei, a parte la solidarietà di routine, cosa si può fare concretamente per arginarlo questo fenomeno? P.P. «Intanto, accendere un faro è sempre la cosa più importante. Quello che lei racconta è un rituale che si ripete. I giornalisti, prima di essere minacciati, vengono screditati per far pensare che la loro voce sia corrotta, sia inattendibile, sia inefficace rispetto al racconto che viene fatto. E poi c’è il passo successivo: una volta che ti hanno screditato, vilipeso, si arriva naturalmente alla minaccia. Noi dobbiamo intervenire nella prima fase, quando i giornalisti vengono screditati. E la prima soluzione è fare in modo che tutto questo arrivi all’opinione pubblica perché è chiaro che la denigrazione può trasformarsi in reato penale nel caso in cui diventi diffamazione. Però ci può essere anche un tentativo di screditamento magari più flebile, che non si configura come un fatto penale, comunque nello stesso tempo nocivo e negativo per la libertà di informazione e per la libertà di stampa».
A.T. Su questo la politica ha una grande responsabilità. P.P. «Certo, le classi dirigenti hanno il dovere di dare l’esempio. Anche perché spesso accade il contrario, che la politica è quella che contribuisce a screditare. Magari il giornalista racconta i fatti e il politico, invece di porsi al servizio di questo lavoro che abbiamo detto essere fondamentale per la tenuta democratica del Paese, contribuisce alla denigrazione. E su questo io sento la responsabilità, come un pezzo delle istituzioni europee, di denunciarlo, anche attraverso l’organizzazione di un premio come quello alla memoria di Daphne».
Eureka! Ci volevano le affermazioni di un’autorevole rappresentante del PD, peraltro Laureata in Scienze della Comunicazione, per suggerire ai suoi (A)mministratori compaesani e com-partito come ci si comporta con i Giornalisti!? Ma sa On.le Picierno, lei afferma che “Siamo Europei”, forse ha dimenticato che a Teano, ahinoi, grazie ai suoi (A)mministratori di provincia siamo tornati ad un MinCulPop di periferia, e lì hanno relegato e subissato la gloriosa Città di Teano. Alla faccia dei nostalgici!
Pasquale Di Benedetto