La storia che vi stiamo per raccontare, potrà sembrare banale, sciocca. Per le protagoniste, invece, è stata una bella storia di infinito amore. Un amore tra due bimbe ed il loro piccolo e minuscolo criceto.
Tutto ha avuto inizio esattamente a Natale di due anni fa, quando le due piccole ricevettero, come regalo, un simpatico criceto bianco. Il roditore, fu sistemato in una gabbietta abbastanza grande, di quelle a due piani con tutti i “confort” del caso: ciotola, beverino, ruota, tunnel gioco e casetta nido. Il fondo, ricoperto di uno strato di lettiera. Inutile sottolineare che, tra quell’animaletto e le due padroncine, fu subito amore a prima vista.
Per la scelta del nome, trattandosi di una cricetina, non ebbero alcun dubbio. Pensarono alla cosa a loro più gradita: Nutella!
Per ben due anni, tutti i giorni quell’esserino è stato amorevolmente accudito. Tutte le sere, prima di andare a dormire, la buonanotte; la mattina prima di andare a scuola, un veloce buongiorno. Curato e coccolato in ogni momento, il criceto ha dato alle due sorelline la possibilità di imparare a prendersi cura di qualcuno, e quando la natura ha fatto il suo corso, non hanno esitato un attimo a portarlo dal veterinario. Proprio come farebbe ogni buon genitore, recandosi dal medico per curare i propri figli, anche loro hanno pensato che quella sarebbe stata la cosa migliore.
Il veterinario, pur sapendo che non ci sarebbe stato nulla da fare, rassicurando la padroncina più grande, le ha mostrato come somministrare “la medicina”. Lei, al rientro a casa, ha provveduto a tranquillizzare la sorellina, e per qualche giorno hanno provato a “curare” il loro amico.
Quando madre natura ha deciso che per Nutella era ormai giunto il momento di andarsene, quelle due bimbe sono scoppiate in un pianto dirotto. Inutili tutti i tentativi di mamma e papà di calmarle. Se la più grande ha preferito un restare in triste silenzio, la più piccola, con l’innocenza che solo i bambini hanno, ha chiesto se dopo essere morta anche la sua cricetina fosse andata in cielo. Non ci ha pensato su e, per esternare tutto il suo dolore, ha disegnato su un foglio il musetto del suo piccolo amico e, con diversi colori, dall’alto dei suoi 6 anni, ha scritto di suo pugno:
“Cara Nutella io non volevo che tu andassi in cielo perché ti voglio bene sempre”
E’ proprio vero: dai bambini non si finisce mai di imparare.
Luciano Passariello