Non è un SANTO "Teanese" come il Vescovo Paride, Santa Reparata, Sant’Urbano, S. Amasio, ma riscuote consensi e simpatie da tutti, anche da chi non abita nell’omonimo borgo. Sarà per il suo aspetto di antico clochard, sarà perché progenitore di animalisti e Patrono degli animali, sarà anche per le sue resistenze a diaboliche tentazioni che lo fecero tuffare, anacoreta in un già avvilente deserto, in un groviglio di puntute spine, per mortificare la carne in fiamme.I Teanesi gli eressero una bella chiesa intorno al XIII secolo come ci informa Mons. Giordano autore della preziosa Visita Pastorale. Era di pertinenza dei Canonici Viennesi che a un certo punto trasmigrarono dal loro convento altrove e la Chiesa fu riciclata in beneficio semplice. Il vanto dlla Chiesa è costituito dal ciclo di affreschi che ripropongono in bella visione figurativa episodi della vita del Santo Abate. Nel 1918 la vedova del Professore di matematica all’università di Napoli fece apporre una simpatica iscrizione all’altare composto piamente dal devoto marito. Eccone il testo: DA VETUSTO E DIRUTO TEMPIO DI SESSA AURUNCA IL PROF. ERNESTO ISE’ RACCOGLIEVA MARMOREI AVANZI E CON FINE INTUITO E ARTE SQUISITA DIVINAVA E RICOSTRUIVA QUESTO PREZIOSO ALTARE CHE LA DERELITTA CONSORRTE ANNA ISE’ MORRA PER ONORARE L’ALTO INTELLETTO CON MUNIFICO ATTO VOLLE QUI COLLOCATO A PERENNE E SACRA MEMORIA MCMXVIII
Alla faccia della modestia. Ritornando alla storia del Santo sappiamo che nacque a Coma in pieno Egitto e che giovinotto di 20 anni o giu di lì, predecessore del Poverello di Assisi, mollò tutto ( agi, comodità ricchezze , svaghi) e si isolò in vita solitaria sulle desolate rive del Mar Rosso, dove visse per 80 anni in mortificazione degli appetiti di ogni tipo e in contemplazione e preghiera.. La sua fama ebbe una tale risonanza che attrasse pellegrini da ogni dove inclusi Costantino e figli al punto tale che meritò l’appellativo di Padre dei monaci. Fu, difatti, il fondatore del monachesimo e il primo degli Abati. Ancora una
volta Teano lo festeggia con calore cominciando da Domenica 18 a ore antelucane con l’accensione di un enorme falò, più tari Messa del Vescovo, cui seguirà la premiazione degli animali " più preparati " declama un poco ambiguamente il manifesto. Alle 19 MI ALMA CANTA esploderà "in un connubio quasi sacro tra musica poesia e arte…"
La festa promette bene, il tempo dovrà aiutare e il fuoco riscalderà gli infreddoliti Fedeli in un connubio quasi sacro di scintille, faville e allegri sederi alla fiamma.
Giulio De Monaco