Tutti o quasi gli storiografi locali si sono interessati di S.Paride. Senza dubbio, svuotata di conetenuti agiografici e dei belletti dell’eccessivo zelo religioso, nella brulla essenzialità del verosimile, suona una storia interesante e attuale. Il fatto che provenisse da Atene, ormai in pieno disarmo della sua sfolgorante classicità, non indica che il giovane Paride vi fosse nato e neppure che fosse di nazionalità greca.È un nome di tradizione mitologica..
L’origine di questo nome è incerta, forse pregreca. Significa "lottatore, battagliero". E davvero onorò il significato del nome. Forse proveniva dall’area dell’Asia Minore dove ancora forte era l’influsso delle imprese guerriere degli Hittiti e tutto era un rimescolio di razze, lingue, usi. Mentre si diffondeva, onda su onda, irrefrenabile la Buona Novella di un grande Pescatore di anime, Gesù.Il giovane Paride non si sottrasse a questo richiamo, anzi vi si buttò a pesce,armato di fede e di coraggio. In una bellissima "Vita di S. Paride a fumetti" prodotta a 4 mani dal nostro Vescovo e dalle Clarisse di Pietravairano e che andrebbe riedita, S.Paride ancora privo di barba sussurra alla notte gravida di stelle:"Sento che Gesù vuole che io diventi l’araldo della sua speranza-La missione è quella di indicare l’aurora a chi si trova nella notte e non osa più sognare il ritorno del sole." Sbarcato sulle coste d’Italia " ..si avviò a piedi verso il suo destino. Non sapeva cosa l’attendeva, ma non aveva paura."
A Teano trova una grande città, retta da una oligarchia superba e gelosa della propria romanità.Trova di tutto, ancora una Città fiorente, percorsa da gente di tutte le razze, ancora stanza di legioni di veterani. Trova anche una comunità cristiana, ancora timida, ancora in boccio. Ora sa quello che deve fare.I templi e i culti alle antiche divinità . perfino esotiche, un ricco santuario dedicato a Iside, di cui restano ancora due splendide sfingi in granito, cui Walteruccio non ha ancora dato una scenografica riattualizzazione. Tra tutte queste varietà di dei, dee, ninfe prosperava un collegio sacerdotale che curava il cosiddetto culto del dragone presso un tempio adagiato lungo le sponde del Savone, che allora non era un fiumicello. Era senza dubbio un culto esotico ed esoterico, il dragone probabilmente era solo un serpentone d’acqua. In età precristiana, i serpenti erano tenuti in grande considerazione come entità in possesso del segreto dell’immortalità. Quando mutavano la vecchia pelle, infatti, "morivano" e "nascevano" di nuovo. In effetti venivano a costituire il segno dello struggente desiderio che la discendenza familiare continuasse ininterrotta per sempre. A farla breve le veniva destinata una fanciulla estratta a sorte , che probabilmente, soddisfaveva solo i pruriti del collegio sacerdotale, non certo composto da aitanti zerbinotti.Il che a dire la verità ripugnava alle giovani donzelle. Il drammone si verifica quando fu estratta a sorte la giovane Tranquillina, figlia del Preside Sempronio, Capo della città e rappresentante dell’Imperatore. Sempronio è un nome illustre risalente alla nobile Familia Sempronia, su cui non ci diffondiamo per ovvie ragioni di levità. Tranquillina richiama il ben noto storico Svetonio Tranquillo. Quindi già questo dovrebbe bastare per indicare quanto forte fosse l’influenza della Capitale. Nel repertorio delle epigrafi esistenti e controllabili c’è appena qualche flebile traccia di nomi preromani, in altri termini Sidicini o Ausonici. Il governo sta saldo nelle mani dei ROmani. A S. Paride non importa, l’ uno vale l’altro. Quello che conta è lottare contro il diffuso "paganesimo". E lo fa con l’ausilio della piccola ma agguerrita comunità cristiana già esistente. Sfrondando la vicenda paridiana di ogni elemento leggendario o di pio zelo agiografico.Paride fedele al none che con orgoglio porta, in qualche modo sconfigge il collegio sacerdootale che prosperava lungo il pigro Savone ( Stazio). Dà così un duro colpo alla impettita e altera classe dirigente. Come ringraziamento , narra la pia storia dei Padri bollandisti, specialisti in materia, viene dato in pasto alle belve.Forse essendo Paride prestante e abile nelle armi si trattò solo di uno scontro gladiatorio molto in voga sin dai tempi della tarda repubblica. Ne esce vincitore, e all’unanimità o quasi. viene nominato Vescovo da una comunità ormai fiorente.
Già erano avvenuti i primi miracoli presso la fonte. S.Paride guida la sua giovane Diocesi, con saggezza e discernimento, ma invecchia. Ecco l’immagine classica del vegliardo dalla barba bianca e dai paramenti liturgici. CI sarebbe ancora da dire , ma poi risulterbbe un papocchio di nomi, miracoli e deduzioni alle volte bislacche.e questa storia smarrirebbe il fascino, la freschezza, la gentile genuinità-
Preferisco concludere , commosso, con la Preghiera del nostro vescovo:"San Paride , Padre della nostra chiesa, ….vieni in nostro soccorso e ottienici d’essere fieri di seguire con te la Croce di Cristo".
Auguri (tardivi) a tutti i PARIDE vicini e lontani.
Giulio De Monaco