Caro Direttore
vorrei esprimere la mia solidarietà al sig. Cosimo Boragine, di cui hai dato notizia qualche giorno fa, ed a tutti coloro che per scelta, come me, o per necessità, e penso anche alle tante mamme con la carrozzina, si muovono a piedi in questa nostra disastrata città. Sono completamente d’accordo con ciò che hai scritto nel tuo commento salvo il fatto che purtroppo non solo nella viabilità siamo indietro di molti decenni.
Volendo però soffermarci su questo tema, vorrei farti notare che questa è la città che si è dotata da anni di un Piano del Traffico che non ha prodotto alcun effetto visibile per i cittadini; questa è la città nella quale muoversi non è agevole per nessuno, con nessun mezzo, e meno ancora con le proprie gambe o con una carrozzella per disabile o con una carrozzina. Marciapiedi che non solo sono nelle condizioni che tu hai descritto, ma anche, e mi riferisco alle zone, diciamo così, di recente urbanizzazione, di sezione ridotta, direi ridicola, ancor più rimpicciolita dai pali dell’illuminazione, dai segnali stradali o da quelle povere "mazze" messe lì nella speranzosa attesa che si trasformino prima o poi in alberi. Marciapiedi che hanno ormai perso la loro funzione strutturale per assumere nuove destinazioni: parcheggio per auto, o "naturale" espansione di qualche bottega commerciale o artigiana i cui titolari con arroganza non si vergognano di occuparli impunemente.
Tu hai parlato spesso sul giornale di conventicole che di questi tempi, come è ormai tradizione, si formano o si riformano per conservare o appropriarsi del governo cittadino; molti, forse quasi tutti, li conosciamo, anche perché sono sempre gli stessi. Ebbene, come sai, sono pure operazioni di potere, i cui protagonisti hanno ben chiaro in mente solo cosa guadagnare o, nella migliore delle ipotesi, quale sarà la merce di scambio. Prova a chiedere, quando ti capiterà, come pensano di risolvere il problema del sig. Boragine, o di una mamma con la carrozzina, e vedrai, come capita a me, un profondo vuoto mentale, fatto di parole e di concetti che non significano niente, e quanto più li solleciterai su questioni pratiche, che sono quelle che poi interessano i cittadini, tanto più si avviteranno in disquisizioni sui massimi sistemi che, se non fosse per la tragica situazione in cui ci troviamo, sarebbero perfino comiche. Se mi permetti una citazione che non mi faccia apparire troppo saccente, "Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma", sembrerebbe che Paul Valery abbia frequentato le nostre parti.
Mi piacerebbe fare altre considerazioni dettate anche dalla rabbia di certe insensibilità per le persone più sfortunate e dalla condizione immeritata in cui siamo tutti, ma mi accorgo di essermi dilungato troppo e non voglio approfittare della tua condiscendenza. Volevo solo dire che, come vedi, la questione coinvolge molto più che non il solo sig. Boragine, al quale tuttavia dovrebbe andare, oltre alla tua e mia, la solidarietà di ogni persona perbene che ancora abita in questo nostro sfortunato paese.
Un abbraccio
Gino Gelsomino