Immaginiamo per un attimo di trovarci a Teano nell’anno 2064 e di ripercorrere la storia (ovviamente immaginaria) della città a partire dai giorni nostri e per i successivi cinquant’anni.
Nel 2014, al culmine della più grave crisi finanziaria della Storia Italiana, tutti i comuni italiani, ed in particolare i più piccoli, si trovarono in enormi difficoltà economiche.
Lo Stato, dopo aver ridotto sempre più ogni forma di sostegno economico agli stessi enti locali, aveva imposto, a quelli meno popolosi, la gestione in forma associata dei servizi più importanti.
Nacquero così diversi tipi di istituti di raggruppamento, come ambiti, consorzi, convenzioni ed associazioni intercomunali. Tali sistemi però, pur risultando più economici per gli stessi comuni, generarono gravi disservizi e numerosi contenziosi tra i vari enti; quindi, in più casi, gli stessi non si rivelarono risolutivi.
Nello stesso periodo, e negli anni successivi, diversi comuni precipitarono rovinosamente in dissesto finanziario e furono commissariati.
Intanto, poiché per tali problematiche lo Stato con sovvenzioni incentivava la fusione tra i comuni per ottimizzarne i servizi, molti furono gli enti che scelsero di unirsi tra loro e, tutti i nuovi comuni formatisi, sanarono gli scompensi finanziari, migliorarono i loro servizi ai cittadini e ne beneficiarono anche in termini di sviluppo.
L’interrogativo per tutti era: conservare la propria autonomia e la propria individualità comunale per un paesino che non ha futuro o mettere da parte l’orgoglio campanilistico e puntare in un progetto di miglioramento del territorio, che ne favorisca anche lo sviluppo?
Tra l’altro, la vigente normativa, aveva previsto e regolamentato con un piano specifico anche la salvaguardia delle singole identità culturali dei comuni soppressi.
La fusione dei comuni prevedeva però l’obbligatorietà di referendum consultivi per ogni relativo progetto e quindi, soprattutto nei primi anni, in molti casi i piani programmatici di fusione presentati dalle amministrazioni furono vanificati dal dissenso popolare.
Fu così che intorno alla città di Teano partirono vari progetti di fusione: Sparanise con Calvi Risorta, Carinola con Francolise e Riardo con Pietramelara.
Era quindi giunta l’ora, per la cittadina sidicina, di prendere in considerazione tale opzione e di affacciarsi verso i comuni confinanti.
Tuttavia, l’ormai secolare rivalità tra Teano, Caianello e Vairano Scalo, per la questione dello Storico Incontro, sembrava rendere improponibile un piano di fusione da avviare con gli stessi comuni. Eppure il buon senso e la sincera volontà di far progredire il territorio prevalsero. Così, i politici locali si unirono, realizzarono un ambizioso progetto e, con straordinaria partecipazione delle popolazioni, con larga maggioranza ai referendum consultivi il disegno fu approvato.
Il nuovo Comune, che fu denominato Teano Patenora, raggruppando appunto Teano, Caianello e Variano Patenora, aveva un’estensione di circa 150 chilometri quadrati e una popolazione di circa 21.000 abitanti.
Teano Patenora era finalmente una realtà di rilievo, che sviluppandosi ed estendendosi in particolar modo nel tratto tra l’autostrada ed il centro della Teano antica, divenne pian piano un unico e più grande agglomerato, servito dallo snodo tra l’A1 e il nuovo tratto autostradale collegato a Benevento, da una nuova Compagnia dei Carabinieri cui facevano capo i comandi stazione di Teano, Vairano Scalo e Vairano Patenora, arricchito da una nuova area industriale, da quella commerciale in costante sviluppo e dal turismo in costante crescita.
I presidi per i servizi ai cittadini rimasero invariati come collocazione e progredirono in termini di efficienza, così come fu realizzato un efficace piano integrato per i trasporti pubblici che garantiva i collegamenti tra le varie località del comune, mentre per i collegamenti esterni furono ampliati i servizi ferroviari per entrambe le stazioni presenti.
L’antica questione sul dove si fossero incontrati esattamente il Re ed il Generale non fu mai risolta, anche perché il dettaglio interessava sempre meno. In ogni caso non costituiva alcun problema, poiché la città era tutt’una.
Teano e Vairano erano ormai unite e così, il 26 ottobre 2060, in occasione del bicentenario, in presenza del Presidente della Repubblica, si celebrò la più grande e degna commemorazione dello Storico Incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele mai celebrata.
Gerardo Zarone