La scomparsa delle grosse tematiche ideologiche che tenevano in vita e contrapponevano, alimentandone l’esistenza e proporzionandone le forze, i vari partiti politici ha giustificato conseguenti variazioni dei sistemi elettorali. In specie quelli relativi alle elezioni comunali, diversi a seconda del numero di abitanti e degli eletti da esprimere. Ne è derivata allora una maggior rappresentanza di liste civiche specie nei comuni più piccoli, diciamo fino a trentamila abitanti, mentre la presenza dei partiti costituiti, pur se ridimensionata, è rimasta soprattutto nelle città più grandi. Il razionale consiste nel fatto che le necessità dei piccoli centri sono prevalentemente di carattere amministrativo e poco o nulla incidono sulle direttive strategiche regionali o nazionali. E fin qui non ci piove. Certamente un animus partitico rimane in ogni lista civica, ma resta sopito dalla sua irrilevanza e dall’obiettivo primario di ben amministrare la propria città, cosa che fa spesso convergere sullo stesso obiettivo posizioni politiche antitetiche; così non è da sorprendersi se, come a Teano, gli aderenti a “Fratelli d’Italia”, di dichiarata appartenenza alla destra storica, hanno collaborato con aderenti al PD, di chiara estrazione di centro-sinistra. Ed ancora non ci piove.
Ma dove potrebbe invece diluviare è sul fatto che, a partita chiusa e vittoria ottenuta, nel tirare le somme, cominciassero a prevalere gli interessi di partito fin qui sopiti, e la cosa non sarebbe tanto difficile specie nella circostanza in cui, come nel caso in esame, i primi si fossero solo adoperati per portar voti, senza ricavarne una benché minima rappresentanza consiliare.
Premesso questo, va da sé che un sindaco eletto per una lista civica non debba avere legami importanti e partecipativi con quadri di partito; solo così potrebbe avere quale unico interesse quello della città da amministrare, senza lasciarsi distrarre da esigenze che definiremmo “superiori”.
Vero è che in questo supremo interesse localistico potrebbe ricevere aiuto dal partito nel quale bene o male milita, ma potrebbe anche avvenire il contrario: che cioè il partito nel quale bene o male milita gli chiedesse sacrifici della propria città per favorirne altre nelle quali tale partito è più debole o che rispondono meglio alle strategie da detto partito programmate per appuntamenti più importanti. Ad esempio, ma solo per esempio, uno spostamento della sezione veterinaria dell’Asl da Teano a Caianello potrebbe rispondere a criteri logistici di partito ai quali un sindaco appartenente a quel partito deve solo obbedire. E Teano perderebbe l’Ufficio Veterinario, come perse per il passato l’ufficio UMA; ma questo solo per citare le piccolissimi cose, senza scomodare l’Ospedale o la Guardia di Finanza, eccetera eccetera.
Non a caso, in apertura del primo Consiglio Comunale dell ‘ era piciernana terza, chiesi al Sindaco, pregando di verbalizzare il tutto, se continuava ad essere espressione di una lista civica o se dovevamo considerarlo un referente del PD. Ci rispose, naturalmente, che si considerava espressione di una lista civica. Gli abbiamo creduto e gli crediamo, ma non possiamo non notare e sottolineare, nel suo frenetico presenzialismo, una accentuazione di quest’ultimo in svariate manifestazioni del PD dove brilla, oltre alla presenza della Onorevole Europea nostra concittadina e di lui cugina, anche quella di altrettanti e più accaniti politici di altri paesi gli interessi dei quali paesi potrebbero collidere con i nostri.
E che succederebbe, ad esempio, ma solo ad esempio, se nelle mire del nostro Sindaco rientrassero candidature alla Regione o alla Camera dei deputati, per soddisfare le quali gli venisse chiaramente richiesto di non creare troppi problemi ad un costruendo impianto di smaltimento rifiuti, i cui proprietari potrebbero essere di grande utilità al partito? Vi prego credetemi, siamo nel campo delle più banali ipotesi. Ma mi piacerebbe vedere la faccia di tanti accaniti No-imp creduli fino allo spasimo nel “faso tutto mi” di chi è riuscito ad incantarli come il fachiro con il crotalo!
Siamo nel campo delle mere ipotesi, dicevo. Ma qualche dubbio me lo alimentano ancora i tanti “Taillerand” che il Sindaco ha tenuto a ringraziare per nome e cognome in una intervista a Paese news rilasciata a stretto ridosso della sua vittoria.
Taillerand, per chi avesse dimenticato la storia, era un illustre personaggio politico francese, dotato di straordinarie ed elevatissime capacità diplomatiche, abate poi nominato arcivescovo da re Luigi XVI, del quale poi fu tra i primi a richiedere la testa: gran puttaniere, padre di mezza Francia che contasse, riuscì a rimanere a galla e a servire Luigi XVl, appunto, la Rivoluzione Francese, la Repubblica Giacobina, Napoleone Bonaparte, e Luigi XVlll, indicato nuovo sovrano di Francia dal Congresso di Vienna del quale il nostro fu la vera ed unica anima ispiratrice. Non a caso lo chiamavano “l’abate camaleonte”.