Domanda legittima e problematica reale. Dopo 19 anni di costante e ininterrotta presenza nella programmazione degli eventi culturali della Regione Campania, la manifestazione Teano Jazz sicuramente nel prossimo mese di luglio non si terrà. Questo è un fatto.
Spiegarne il motivo richiede una risposta articolata che proveremo comunque a dare, cercando di non approfittare troppo dello spazio che cortesemente ci viene concesso da “Il Messaggio”.
La prima risposta abbastanza ovvia e banale è quella che i soldi, al momento, non ci sono né per quanto concerne il privato né per quanto riguarda il pubblico.
Occorre comunque fare delle premesse importanti.
Teano Jazz è una manifestazione partita da zero che nel breve giro di qualche anno è diventata una delle rassegne più rinomate sia a livello regionale che nazionale.
Di pari passo con il successo della rassegna sono cresciute anche le necessità economiche per sostenere la stessa.
Quest’ ultima importante esigenza ha stimolato un impegno più grande da parte dell’associazione che ha sempre cercato di attingere per quanto possibile sia a risorse pubbliche che a risorse private (e questo è stato uno dei punti di forza del miracolo Teano Jazz).
Tutto ciò ha fatto crescere in modo esponenziale la visibilità della manifestazione e, contemporaneamente, anche la qualità del festival la cui massima espressione sotto il profilo spettacolare è stata probabilmente l’esibizione nel 2010, in Piazza Duomo, delle formazioni dei “Buena Vista Social Club” e di “Marcus Miller”.
Poi è successo qualcosa. Qualcosa si è inceppato nei meccanismi previsti per il sostegno a tali attività. Meccanismi (e parliamo dei fondi POR regionali) già di per sé complessi e difficili da governare ma che, seppure tra mille difficoltà di gestione a livello burocratico, avevano permesso di tenere in vita, tra le altre, una attività culturale di alto profilo come Teano Jazz.
Della complessità e, certamente, della inadeguatezza dei meccanismi si era avuta un’avvisaglia già lo scorso anno. Pur avendo partecipato ai bandi previsti dalla Regione Campania e pur essendo stati ammessi al relativo finanziamento, lo stesso non è stato erogato per l’esiguità dei fondi complessivi messi a disposizione. Quindi anno di grande sofferenza con impegni gravosi già presi da tempo e decisioni da parte della Regione Campania comunicate quasi fuori tempo massimo in rapporto all’organizzazione dell’evento. Ciononostante abbiamo tenuto fede a gran parte degli impegni presi e la manifestazione, lo scorso anno, siamo riusciti a realizzarla comunque, seppure in modo ridotto.
Quest’anno la cosa è molto più complessa e riflette la congiuntura poco favorevole del momento storico che stiamo vivendo. Le difficoltà sono quindi oggettive, purtuttavia, in merito a ciò ci sentiamo di dover fare due osservazioni.
La prima, di carattere generale, riguarda l’attenzione e la considerazione che viene data alla cultura nel nostro Paese in questo particolare momento storico da chi ha in mano le leve del potere, dai livelli più alti a quelli periferici. Senza allargare molto il discorso che potrebbe essere effettivamente di ampio respiro e facile potrebbe essere la polemica, la nostra posizione è abbastanza semplice e chiara.
Se esistono delle eccellenze, degli eventi che per capacità di proposte, per storie importanti pregresse e consolidate, si sono conquistate sul terreno la legittimazione e il riconoscimento della loro validità, ebbene se esistono queste realtà esse vanno preservate e vanno, per quanto possibile, sorrette e sostenute dagli Enti, compatibilmente con le risorse disponibili. I meccanismi tecnico – burocratici efficaci in un modo o nell’altro si trovano. E invece ogni anno sembra di elemosinare qualcosa per tenere in vita una attività che poi rappresenta un vanto e una ricchezza sia per il territorio locale che per l’intera provincia.
La seconda considerazione è più attinente agli eventi attuali e tocca tasti più delicati. In condizioni di emergenza come possono essere quelle che oggi viviamo a tutti i livelli, si cerca da un lato di spendere di meno, di risparmiare e dall’altra si tende (o si dovrebbe ) a solidarizzare di più, a farsi partecipe per quanto possibile anche delle problematiche degli altri. Stiamo dicendo delle cose delicate in una realtà economicamente depressa e che piuttosto che ad uno sviluppo possibile, tende sfortunatamente più ad una resa su troppi fronti.
Occorre a tale riguardo considerare che la rassegna Teano Jazz è ormai patrimonio comune, nel senso che non appartiene a chi la organizza o a chi la gestisce ma è qualcosa di attinente strettamente al territorio, che fa parte del tessuto connettivo della nostra realtà, sia che la gente partecipi attivamente (sarebbe la condizione ideale) sia che ne apprezzi anche solo lo spirito.
Si tratta di una ricchezza, di una risorsa indubbiamente, prescindendo dal fatto che l’iniziativa possa essere più o meno “popolare” perché la sua forza intrinseca è legata al valore di promozione e quindi di valorizzazione dell’intero territorio.
Nel momento in cui la rassegna per un motivo o per un altro dovesse giungere al capolinea, a perdere non saranno solo gli organizzatori in veste di promotori culturali ma, a perdere sarà soprattutto il territorio e la gente. Perderanno tutti e non ci sarà alcun vincitore.
Ed è proprio in funzione di questa considerazione che avvertiamo a volte un sentimento di smarrimento, di spaesamento e di isolamento tra la nostra gente, di incomprensione, come se non fossimo capiti o, meglio ancora, come se non fosse compreso il senso della nostra attività.
Avremo fatto certamente negli anni degli errori di vario genere ma si è sempre cercato di coinvolgere tutti, appassionati e non, cercando di tener sempre vivo anche l’aspetto “popolare” (vedi specie negli ultimi anni la presenza massiccia di “marching band” per le strade della cittadina) di una rassegna che poteva apparire già ai suoi albori abbastanza elitaria, per addetti ai lavori e ostica ai più.
Quello che avvertiamo ( che potrebbe anche essere solo una nostra sensazione) è come una mancanza di solidarietà che, laddove fosse invece palesata apertamente ( come è accaduto con la lettera/provocazione dell’amico Gerardo Zarone), potrebbe essere intesa anche come segnale di approvazione e incoraggiamento per proseguire, seppur tra mille difficoltà, lungo il cammino accidentato intrapreso anni addietro.
Noi da parte nostra, anche se a volte ci si interroga sul “senso” delle cose, continueremo fino a quando le forze ce lo permetteranno a investire ancora tempo, competenze e cuore per tenere accesa la fiammella di una esperienza che rappresenta non solo un punto di resistenza ma anche un segno di speranza e vitalità per un’intera comunità.
Associazione Teano Musica e Oltre