Memori del “Piano Colore”, delle “Insegne merceologiche” e delle “futuristiche” piazze realizzate nel Centro Storico di Teano (Piazza Giovanni XXIII), proponiamo un articolo di Mario Pagliaro come momento di riflessione rispetto al contesto storico-urbano di Teano.
“L’amore per le nostre città perduto in una fredda luce led”, scrive Luca Sommi sul Fatto del 26 giugno commentando il passaggio all’illuminazione a Led in corso nelle strade e nelle piazze di Roma (“le belle lampade gialle sostituite da orridi led bianchi”). Prima di lui, a marzo, già il New York Times aveva riferito commenti analoghi di cittadini e turisti. Mentre a gennaio Presa Diretta aveva intervistato Fabio Falchi, coautore di un ampio studio sull’inquinamento luminoso a livello globale, che due anni prima aveva scritto all’allora sindaco di Milano chiedendo che nella conversione dell’impianto di pubblica illuminazione si scegliessero luci Led “calde”, ovvero capaci di emettere luce bianca con temperatura di colore non superiore ai 3200 gradi Kelvin.
In breve, la nuova tecnologia per l’illuminazione elettronica sembrerebbe non essere adatta al Paese che ospita il maggior patrimonio storico-artistico al mondo. Ma questo è avvenuto perché la riconversione a Led degli impianti della pubblica illuminazione si è esaurita in un acritico “relamping” basato sulla sostituzione delle vecchie lampade con quelle nuove, dai consumi molto più bassi e con durata molto superiore rispetto alle vecchie lampade a scarica (da quelle ai vapori di mercurio che emettono luce bianca di bassa qualità, a quelle al sodio che emettono la luce gialla-arancione amata da molti).
Come spesso avviene, in Italia economia e società si ignorano. L’Italia è sede di alcune fra le più grandi e importanti aziende di produzione di corpi illuminanti del mondo, ospita formidabili lighting designer, ed è sede di corsi e master sul tema della luce frequentati da giovani provenienti dall’estero che vengono ad apprendere in Italia come progettare la luce per generare benessere. Inclusa, ovviamente, la luce delle città.
Le nuove sorgenti luminose e le ottiche delle lampade Led di nuova generazione sono da tempo capaci di emettere luce bianca “calda” priva delle componenti infrarossa e ultravioletta delle vecchie lampade a scarica, e allo stesso tempo di ridurre drasticamente l’inquinamento luminoso che affligge gran parte del territorio italiano.
E’ sufficiente che gli amministratori pubblici coinvolgano i progettisti dell’illuminazione (Associazioni come quella dei lighting designer o dei professionisti dell’illuminazione riuniscono professionisti di alto livello) commissionandogli la progettazione della luce, per far sì che la transizione dalle vecchie alle nuove tecnologie dell’illuminazione divenga occasione per migliorare – e non peggiorare – l’aspetto dei centri urbani italiani: quelli grandi come quelli piccoli. Al Sud come al Nord.
A buon intenditore……..
Pasquale Di Benedetto