Ieri abbiamo pubblicato una rticolo a firma Figueras con il quale si dava notizia di un avvio di procedura disciplinare da parte del Segretario Generale del Comune nei confronti dei dipendenti comunali oggetto di indagini da parte della Magistratura per l’accertamento di eventuali responsabilità nella gestione del settore dell’edilizia privata. A conclusione delle indagini i Pubblici Ministeri hanno depositato la chiusura delle indagini presso il GIPdel Tribunale di S.Maria C.V. al quale toccherà il compito di decidere se e quali soggetti rinviare a giudizio.
Contestualmente un decreto legge stabilisce che, indipendentemente dall’iter giudiziario, l’Ente Comune, attraverso il Segretario Comunale, deve avviare un procedimento disciplinare nei confronti dei dipendenti comunali oggetto dell’ indagine.
Questo avvio di procedura era l’argomento trattato nel nostro articolo e che ha provocato la legittima reazione dell’avvocato Fernando Zanni, destinatario di uno dei provvedimenti disciplinari, il quale ha voluto chiarire, attraverso la lettera che pubblichiamo, per la prima volta, la sua posizione in ordine agli addebbiti mossigli.
Egregio Direttore,
ho letto oggi il suo articolo “Avviata una procedura disciplinare nei confronti dei dipendenti comunali inquisiti per lo scandalo edilizio”, sul Messaggio on line, e mi sono deciso ad abbandonare, per un attimo, il tradizionale riserbo che mi ero imposto sulla vicenda, per rispetto del lavoro dei Magistrati e della macchina della giustizia.
Chi opera nel settore sa che la magistratura è oggi sotto attacco ed ha bisogno del massimo della solidarietà e della fiducia dei cittadini onesti. Dunque, confermo, nonostante tutto, di essere dalla parte della giustizia e dei suoi operatori e non aprirò alcuna polemica per far felici i giornalisti, ai quali tra l’altro come categoria pure appartengo.
Tuttavia, siccome finora il Suo giornale ha suonato, credo per scelta editoriale, una sola campana ed ha, forse per semplicità metodologica nel confezionare la notizia, messi tutti in un solo calderone (attribuendo, tra l’altro, a tutti un rinvio a giudizio, che ancora non mi risulta), sento il bisogno insopprimibile di chiarire ai lettori e concittadini, i quali ultimi dovrebbero già conoscere la storia personale di ognuno di noi, anche il mio punto di vista e le mie ragioni.
Ma andiamo con ordine. Io ho scoperto di essere stato indagato per un teorizzato “abuso d’Ufficio” a chiusura delle indagini il 07 ottobre 2010, reato che avrei commesso esprimendo semplicemente un parere legale.
Tutti sanno a Teano che dal 1980 il mio mestiere nella struttura burocratica del Comune è stato, infatti, quello di essere responsabile del Servizio di Consulenza Legale. E In tale qualità, ho espresso centinaia e centinaia di pareri e consulenze nei vari settori dell’attività amministrativa.
Orbene, gli inquirenti ritengono che con un “Verbale di approfondimento di questioni urbanistiche” ( che sarebbe meglio, ripeto, definir parere Legale) io abbia illegittimamente “modificato lo strumento urbanistico del Comune di Teano”. Affinchè ogni lettore si faccia una opinione sul punto riporto, integralmente di seguito il cuore del parere (o Verbale che dir si voglia): “… in merito alla limitazione edificatoria per singolo lotto di 700 mc, si è del parere che non sia più coerente tale limitazione” e, ancora, “…potrebbe, invero, trovare applicazione l’indice di fabbricazione complessivo previsto per ciascuna zona “C “ del P.d.F. “.
Questo è quanto! La mia opinione è che io abbia formulato, nella specie, un parere generale (non vincolante) su una questione (appunto, l’applicazione dell’indice di fabbricabilità fondiaria in zona “ C”) sulla quale la competenza a decidere spettava ad altro organo (il Capo della Ripartizione Tecnica), e sono in buona compagnia visto che la pensa così anche la Cassazione, Sez. VI, sent. 02/08/2000.
L’altra questione è di merito. E risponde alla domanda: si può applicare nella zona “C” dell’Orto Ceraso l’indice di fabbricabilità fondiaria prevista, ordinariamente, per tale zona dal Programma di Fabbricazione vigente? Io ho risposto di sì, sulla scorta della Sentenza n. 12 del 06/10/’92, dell’ Ad. Plen. del Consiglio di Stato e della giurisprudenza amministrativa pacifica precedente e successiva.
Ma tant’è. Io credo che ci sia, come si dice, e per chiudere su questi punti sempre un Giudice a Berlino.
Ma ciò di cui mi dolgo, non riguarda il procedimento penale. Attiene, invece, alla considerazione sociale. Ecco, io credo che il giornalista debba anche attingere alla storia della Comunità in cui vive, quando abbandona la funzione di cronista e si spinge oltre a consigliare provvedimenti amministrativi che incidono sul corpo e sulla mente di persone che hanno dimostrato una specchiata onorabilità. Anche perché siamo tutti sotto il cielo.
Con preghiera di pubblicazione.
Cordialmente
Fernando Zanni
Questo giornale, per volontà del suo direttore responsabile e condivisa dall’intera redazione, sulla triste vicenda che ha visto coinvolti decine e decine di concittadini, non ha mai e dico mai espresso alcuna valutazione di merito sulle singole vicende processuali, limitandosi solo a riportare fedelmente ciò che la cronaca giudiziaria ci affidava di volta in volta. Rivendico dunque a questo giornale la massima obiettività e correttezza nella gestione di un capitolo certamente non felice per la nostra vita pubblica. In queste pagine , come avrà certamente notato, non sono mai usciti articoli in cui proponevamo la lista dei buoni o dei cattivi ovvero dei più cattivi o dei meno buoni, né mai abbiamo sviluppato teorie o ipotesi fantasiose sulle responsabilità delle persone coinvolte, se non richiamate direttamente e specificatamente nei documenti ufficiali.
Questa è l’unica campana che riusciamo a suonare, si, proprio per scelta editoriale.
In quanto ai consigli finali di cui ci fa addebito l’avvocato Zanni, vorrei precisare e concludere, che non è il giornalista che li suggerisce in coda ad un articolo di cronaca, ma è una possibilità prevista dalle stesse norme di procedura disciplinare, applicabile in funzione della gravità degli addebiti mossi al singolo dipendente.
Nella qualità di direttore responsabile di questo giornale ed a titolo personale, auguro al dottore Fernando Zanni che questa vicenda possa essere definita e conclusa quanto prima e come tutti noi auspichiamo, in modo da restituire a lui ed alla sua famiglia la meritata serenità.
Il Direttore de Il Messaggio