Ieri mattina, verso le 12, nella nuova zona del Comune (ex ufficio di collocamento) dove sono ora ubicati, il protocollo,il personale, l’Ufficio Affari Generali,ma soprattutto gli uffici tecnici, il personale ed i cittadini presenti hanno, da prima ascoltato delle urla provenienti dall’Ufficio del Capo Ripartizione Tecnica ingegnere Fulvio Russo e poi notato un signore di circa quarantacinque anni, agitatissimo che usciva imprecando appunto contro il funzionario comunale reo di non avergli voluto concedere qualcosa che egli riteneva gli spettasse.
In uno stato di grande agitazione l’uomo è stato affrontato da una donna, forse un vigile in borghese, nonostante la presenza di molti maschietti da quelle parti, che con tono deciso ha imposto all’uomo di calmarsi, invece l’uomo, con tono ancora più alterato ha minacciato “Io sono di Giugliano”. Per nulla intimorita la gagliarda signora ha replicato”Ed io sono di Largo ……” e tra una parola e l’altra è riuscita, anche con l’aiuto dell’avvocato Fernando Zanni accorso sul posto, a condurlo verso gli uffici della segreteria dove è stato riconosciuto visivamente da una impiegata.
Si tratta di uno dei tanti coltivatori provenienti dalla periferia occidentale di Napoli che coltivano terreni delle nostre zone, in questo caso in località San Massimo, il quale pretendeva dall’Ingegnere Capo di disporre l’allargamento e riparazione di un tratto di strada che porta al suo terreno. Di fronte al giusto diniego del tecnico, che motivava però l’impossibilità di accontentarlo, il baldanzoso giuglianese lo colpisce con una testata al volto costringendo il povero ingegnere a ricorrere alle cure del 118 che, a sua volta , gli ha rilasciato un referto con prognosi di un giorno di riposo e cure.
Immediatamente l’ingegnere Russo presentava ai Carabinieri una denuncia querela nei confronti di questo signore che ancora ieri sera non aveva ancora provveduto a fornire le proprie generalità .
Un brutto episodio ma neanche l’unico che si verifica in questi uffici dove alcune volte, per un innato senso di prevaricazione, si pensa di poter richiedere ed ottenere tutto, indipendentemente dal reale diritto e sfoderando, spesso a sproposito, l’arma dell’intimidazione con il pronunciamento del nome del proprio comune di origine. Ma questa volta non gli è andata bene.
Severino Cipullo