Solo infinita, multiforme, melmosa vergogna, quella che l’Amministrazione Comunale continua a spalmarci sui volti, senza remore, senza ripensamenti, senza la benché minima resipiscenza: un Sindaco che continua a giocare con le nomine assessoriali dopo aver giocato per il primo anno con targhe e cittadinanze onorarie (ricordate il caso Bonavitacola?) ed una pletora di Consiglieri, di maggioranza e di minoranza, che entrano, escono, fanno finta di protestare, abbaiano o sbadigliano, ma sempre pronti ad accucciarsi riconoscenti alla vista dell’osso assessoriale anche solo agitato dinanzi ai loro occhi dal demiurgo capace di creare una nuova giunta in meno di mezz’ora: una giunta della durata “ad horas” secondo la esigenza di stilare delibere sovente al limite della legittimità o di salvare situazioni incresciose, come quella varata ieri con la consigliera De Fusco, eletta come la Pentella nella Lista di opposizione guidata dal collega Corbisiero.
È solo vergogna, e niente di meno, la mescolanza inopportuna di soggetti eletti per altri programmi ed iniziative con quelli eletti trionfalmente in maggioranza; mescolanza che nasce a supportare fumosità amministrative o progetti personali di chi guarda, anche familiarmente, ben oltre il bene collettivo.
Si agiteranno nella tomba personalità come Luigi Maria Vernoni e Carmine Razzino, grandi e intelligenti oppositori, o come Paride Lerro e Vincenzo Mancini e Luigi Maglione, sindaci dal comportamento costruttivo e politicamente ineccepibile, rispettosi delle regole e dei ruoli.
E mi chiedo se, pur nei tempi mutati, sia ancora importante la parola data, l’impegno esibito aderendo ad una lista, la faccia di salire su un palco e chiedere sostegno elettorale per sé e per la propria lista, che era diversa da quella in cui si finisce per confluire. Se sia ancora importante il rispetto per quegli elettori che ti hanno votato e scelto perché dicevi quelle cose, che non erano le stesse dette da chi militava in altre formazioni, ed hanno scritto il tuo nome su una scheda elettorale di nascosto da chiunque, meraviglioso e concreto atto di stima. Ripagato come? Andando a fare il contrario di quello che a lui si era detto: in pubblico, non nell’orecchio!
E mi chiedo a quali magici poteri, a quale forza di asservimento, a quali deterrenti, a quali blandizie, a quali… stronzate, perdonatemi, sappia far ricorso il burattinaio che muove i fili perché ad essi sia sempre attaccata una marionetta; e se questa dovesse, ma per pura combinazione staccarsene, subito ce ne sarebbe un’altra pronta a sostituirla; da dovunque provenga, e senza chiedersi minimamente dove poter andare.
È solo vergogna quella che provo da cittadino teanese ogni volta che simili “potecarelle” vengono riportate con solerzia dai vari giornali provinciali o telematici, accessibili a tutto il mondo.
È solo vergogna quando apprendo della fuga dei Segretari Comunali, per il timore di essere essere contaminati da tanta faciloneria amministrativa e legale.
È solo vergogna quella che provo visitando paesi limitrofi dove regna grande pulizia e civiltà ed organizzazione, come Vairano, Calvi, Sparanise, Dragoni, Alvignano, Raviscanina, Mignano Montelungo, Roccamonfina, Galluccio.
E’ solo vergogna quella che provo quando manca l’acqua dai rubinetti per giorni interi, quando si accumula immondizia dovunque, quando l’erba invade le strade, quando circolare diventa un pericoloso slalom tra macchine parcheggiate nei modi e mei posti più impensati, su entrambi i bordi delle carreggiate, quando vedo le strade cittadine disastrate da enormi buche, quando vedo la sciattezza anche nel sistemare un segnale stradale, quando vedo lampioni pubblici con luci che non si accendono da anni, e mi fermo qui.
È solo vergogna quella che provo quando qualcuno vicino al sindaco mi dice che “me la prendo solo con lui”: è solo vergogna perché sento, pur volendolo, di non poter fare altrimenti.
Ed un atroce amletico dubbio allora mi affligge: ma perché debbo vergognarmi io, e non quelli che di queste cose dovrebbero occuparsi e non lo fanno? O, peggio, quelli che li hanno scelti perché le facessero, e continuano ad acclamarli anche se non le fanno?
E allora “sciacqua Rosa e viva Agnese”, o, se vi è più chiaro, “attacchiamo il ciuccio dove vuole il padrone”; ma io, di padroni, non ne ho mai avuto, e quindi non saprei proprio dove poterlo attaccare, il ciuccio! E sono fiero di tenermelo…sciolto! Viva la libertà: di entrambi, naturalmente.
Claudio Gliottone