La percentuale di malattie purtroppo è sempre in aumento. Si parla di infezioni, tumori, operazioni, raffreddori, ma c ‘ è una malattia ancor più grave e colpisce soprattutto i giovani: cellularite acuta, ovvero, l’attaccamento morboso e cronico al cellulare.
Io ne sono vittima.
Io sono di quelle persone che portano con sè il cellulare anche in bagno. Non prendo più appunti, o scatto foto o registro. E gli articoli? Anche quelli col cellulare. Connessione 24 ore, sempre alla ricerca di un wifi (perchè la wind non è potente e google ci mette tempona caricarsi). Selfie in quantitá, whatsapp con amici e parenti, videochiamate con i miei corrispondenti orientali.
Sempre con lo sguardo basso, attaccato ad un monitor.
Mi hanno chiesto come è Guangzhou, se è davvero futuristica come nel film di Wolverine. Ho mostrato loro delle foto. Ma… la luce di Guangzhou non viene nelle foto, i grattacieli con le loro luci a led sono così alti che non ci entrano nell’obiettivo.
Mi hanno chiesto di descriverla. Ho dovuto prendere le foto, perchè non la ricordavo. Perchè ero così intenta a "smanettare" col cell che non l ‘ho guardata coi miei occhi, ma dietro un obiettivo.
Il cellulare sta rubando gli attimi più belli della nostra vita. Ormai il nostro unico scopo è diventato CONDIVIDERE e non VIVERE.
Sono di poche parole, sono più per lo scrivere (e "questo ci si sa e ci si vede") che per il parlare, ma è molto più emozionante sentirsi dire "ti amo" guardandosi negli occhi che leggerlo in un sms.
PARLATEVI. Non abbiate paura. A tavola posate il cellulare e raccontate come è andata la vostra giornata.
Quell’attimo in cui il piatto viene posato sulla tavola, quei quaranta minuti di pausa pranzo VIVETELI, perchè "l’inciucio" su facebook potrete leggerlo anche la sera a letto, il momento a casa tutti insieme va dalle 13:20 alle 14.
Alle 14:01 sarete giá fuori la porta di casa ed avrete perso l’occasione per conversare,per conoscere l’altro, per condividere. Sì, condividere, ma non un link o un aforismo. Un sentimento.
E questo vale anche per me. È il mio modo, mamma, per chiederti scusa per tutte le volte che sto incollata al cell e non vivo la mia pausa pranzo ma la lascio scorrere.
Al bar non postate la foto del vostro cornettone gigante. Dite al barista quanto è buono. A teatro durante l’intervallo, non postate foto con #sonotroppointellettuale o #grandespettacolo ma analizzatelo, commentatelo con il vostro vicino. E la sera, al ritorno a casa, posate il cellulare e PARLATEVI. Non dimenticate di dirvi quanto vi volete bene.
Curate i rapporti e costruiteli perchè in un momento di bisogno non sará il vostro cellulare a correre. Ma qualcuno con cui avete saputo creare un rapporto.