Caro Direttore, …….Alleluja…..Alleluja (così facciamo contento il pio Giulio).
Mi pare che sul tuo giornale si stia finalmente accendendo un interessante dibattito, che mi auguro migliori sempre di più per quantità e qualità di partecipanti.
Il tema, è chiaro, non può essere che quello socio-politico, naturalmente emergente a ridosso di non lontane elezioni amministrative.
Non abbiamo ancora digerito e portato a buon naturale fine quelle nazionali, che abbiamo subito di che dibattere sulle future comunali.
Riguardo alle prime è apparso a tutti ben sopra le righe l’atteggiamento tenuto da Berlusconi nell’uscire dal Quirinale, quando ha rubato ridicolmente la scena a Salvini dimostrando tutta la stizza del bambino al quale hanno sottratto il giocattolo. Mi vien da dire che ha superato nel suo (di Grillo) mestiere di far ridere lo stesso comico genovese, che ha saputo con grande dignità, delegare tutto ai suoi uomini. Comprensibile lo stato d’animo di chi è stato avversato in tutti i modi nella sua attività politica, anche dalla “giustizia ad orologeria” che ha trasformato per molti in “martire” quello che ancora da altri viene definito “il male peggiore che esista”. Ma certo lui continua a metterci del suo: più onorevole sarebbe una diplomatica ritirata dietro le quinte. Ma l’onore e la diplomazia in politica non sono vincenti. Lo perdoneremmo solo per questo; ma ha rasentato la delegittimazione di Salvini, il quale potrebbe apparire domani solo un provvidenziale “re travicello”. Berlusconi ha ottantuno anni, troppi anche per la legge Fornero: Salvini 31.
Ed il collegamento con le cose nostre appare “de plano” (mi perdoni il latino l’amico collega D’Andrea) laddove la legge Fornero dovrebbe (politicamente s’intende) riguardare l’età pensionabile anche di personaggi che, come Berlusconi, non si arrendono. Qualcuno di loro ruba anche la scena al candidato sindaco, rischiando di fargli fare, come Salvini, il Re di cui sopra, specie prendendo iniziative che spero non condivise dal candidato.
Sui malanni cronici di Teano si sono espressi con maestria quanti mi hanno ad oggi preceduto sulle tue pagine; malanni cronici perché esistenziali, comportamentali, educazionali, sociali. D’Andrea ha parlato di un “popolo ferito e rassegnato…quasi apatico”; mi ricordo quando lo dicevamo in molti, anche attraverso la gloriosa Radio Uno Teano, nel 1979. Forse Dino non era ancora nato; ma le cose, ahimè, non sono punto cambiate da allora. Potrebbe essere accaduto proprio perché nessuno ha avuto il coraggio, la forza e la temperanza di agire su questo male endemico, quello della rassegnazione, del poco orgoglio, della trascurata conoscenza delle proprie capacità: in una, sulla maturità del popolo. E coloro i quali, dice Dino, “imperversano e saccheggiano quello che rimane ancora appetibile” non sono che la naturale espressione di un popolo rassegnato e immaturo. Anzi rassegnato proprio perché immaturo.
E questi politici immaturi, i quali non credo saccheggino poi tanto, dovrebbero porsi pochi obbiettivi, ma ben finalizzati: nel corso di un quinquennio amministrativo dovrebbero concentrare le proprie forze su una o due cose, per farle e farle benissimo: la viabilità, la sanità, l’assistenza sociale, la sistemazione urbana, …quel che volete. Ma le strade riparate dovrebbero avere un fine sociale, non particolare: dovrebbero essere ristrutturate tutte, ma non per fare un piacere a quelli di Casamostra che mi hanno votato, ma per rendere tutto il territorio facilmente percorribile, ad esempio. Il resto potrebbe venire da sé, magari proseguito in altro obbiettivo di altra amministrazione che impianti su questo altre opportunità di crescita economica per il paese.
Altro banalissimo esempio: avevamo iniziato la raccolta dei rifiuti ingombranti con un efficiente servizio di area ecologica. Erano spariti i cessi (mi si perdoni la crudezza verbale) ed i materassi ai bordi della strade, frutto di una inciviltà sicuramente connaturata in molti individui, ma alimentata dalla difficoltà di disfarsi di tali oggetti. Ho chiamato il servizio tre mesi fa per disfarmi di materiale elettronico: sta ancora tranquillamente a casa mia. In settimana lo smaltirò a Vairano dove il servizio esiste e dove posso per presenza contributiva. Quel servizio da anni, a Teano, non esiste più, ed i bei trofei di ceramica stanno cominciando a ricomparire. Se il primario di uno dei pochissimi obbiettivi di questa amministrazione fosse stata la esclusiva pulizia della città, per la permanenza di quel servizio si sarebbero dovuti battere con le unghie e con i denti tutti i nostri amministratori, opposizione compresa! Perché quel servizio, oltre che a liberarci dei cessi vaganti, serviva nel tempo ad insegnare alla gente che non si imbrattano le strade.
Mi sto eccessivamente prolungando e non sta bene. Ma da laico devo dire a Giulio che i quaresimali saranno pure necessari, ma non è così che si guadagna il Paradiso.
Chiudo con una boutade: in una chiesa di Toledo, in Spagna, rimasi colpito da una grande quantità di cappelli cardinalizi di varie epoche appesi al soffitto con esili fili. La leggenda narra che quando uno di quegli esili fili si spezzerà ed il cappello cadrà, vorrà dire che il cardinale, che ne fu proprietario in vita, sarà entrato in paradiso. I cappelli erano tutti fermamente attaccati al soffitto da almeno quattro secoli.
Claudio Gliottone.
E si, riconosciamo a Giulio il merito di aver lanciato una vera e propria provocazione raccolta in parte, quantitativamente ma certamente qualitativamente qualificata, e che oggi, anche grazie alle tue puntuali e sempre argute riflessioni sta finalmente restituendo al confronto pubblico il giusto ruolo di stimolo in una società che non voglia alzare bandiera bianca. Per premio invio a Giulio, anche se in ritardo, anche a nome tuo, i migliori auguri per il suo onomastico .