Immaginiamo che all’improvviso in un giorno di tiepida primavera sparisse la pandemia. In un mondo che riprende la vita i nostri alunni che scuole troverebbero? Domanda lecita e pertinente atteso che, prima o poi, anche a Teano, con buona pace di tutti, si dovranno riprendere le lezioni in presenza. A conti fatti da marzo dell’anno scorso ad oggi, occhio e croce, le scuole sidicine sono state aperte poco più di 3 mesi. Il covid insomma è uno status o, più propriamente, una scusa destinata ben presto ad esaurirsi rivelando l’incapacità programmatica dei nostri amministratori. Quale è lo stato dell’arte? Qualcuno, di grazia ce lo dica! Di tempo ce ne è stato per potere riconsegnare alle attività didattiche degli istituti funzionali e sicuri. Se tuttavia si guarda il problema nella sua interezza è del tutto evidente la notevole sproporzione tra “chiacchiere, annunci e pubblicità” e “fatti” realizzati. Fermandoci per un attimo alle rassicurazioni ricevute in tempi diversi da più amministratori, anche quelli che ormai non condividono più la linea di questa amministrazione, in questi quasi tre anni dovremmo spellarci le mani in maniera entusiastica per il raggiungimento di asseriti finanziamenti e mirabolanti progetti. In principio è il caso di ricordarlo, era l’estate del 2018 (!!!), fu diffusa la notizia dell’ammissione a finanziamento del polo scolastico per oltre 11 milioni di euro, poi si parlò dell’erogazione di oltre un milione di euro da investire sul presidio scolastico Laurenza e, infine, fummo notiziati della circostanza per la quale Teano sarebbe percettrice di un ulteriore finanziamento di 5 milioni di euro. A parole insomma il futuro scolastico teanese appare roseo ma, ammesso che ciò sia vero, è doveroso domandarsi “se” e “come” sia stato organizzato il presente – anche perché è in quello che viviamo. Era settembre inoltrato che il Sindaco, ed una folta rappresentanza dell’amministrazione comunale, promettevano ad una delegazione di genitori, nell’anticamera della Sala del Consiglio, la pronta risoluzione del problema scolastico. Alzi la mano chi, ahi noi, non ricorda la promessa per la quale il famoso muro della scuola di Teano Scalo sarebbe stato rimosso in meno di 24 ore o che i lavori presso la scuola di Versano sarebbero iniziati entro 15 giorni. Ora ci sia consentito chiedere: il muro è stato spostato o i lavori ultimati? Non osiamo chiedere se lo sia stato in 24 ore o più, o se i lavori a Versano siano iniziati entro 15 giorni – decidete voi anno o mese – ma semplicemente che qualcuno ci dica cosa è stato fatto. È del tutto evidente come sul mondo scuola sia calata una fitta coltre di nebbia, quasi che il problema non fosse di primaria importanza. Perché qualche amministratore, soprattutto quelli che dovrebbero conoscere da vicino il problema per averlo toccato con mano nel recentissimo passato, non si è fatto carico di fare pesare la vicenda nelle sedi opportune? L’impressione che abbiamo è che i politici locali abbiano una certa riluttanza a vestirsi del ruolo di “Grillo Parlante”, preferendo piuttosto concentrare i propri aneliti a pubblicizzare fantomatici risultati utili a nutrire il proprio ego. A titolo esplicativo e non esaustivo qualcuno, svegliatosi da perdurante torpore, magari, potrebbe dire perché nessuno si occupa di verificare se alla Garibaldi manchi effettivamente, così come ci viene riferito, l’acqua calda o se presso la scuola di Pugliano i bagni ed i controsoffitti siano ammalorati? Perché nessuno denuncia le infiltrazioni d’acqua a cui è esposta la scuola di Casale, nonostante abbia ricevuto recenti lavori di manutenzione, o evidenzia quelle di Santa Maria Versano? Perché non fa rumore e provoca indignazione l’increscioso abbandono della scuola di Teano Scalo dove ( la buttiamo li facendo qualche esempio) dal 3 marzo la caldaia è guasta, vi sono termosifoni che perdono, i climatizzatori che non funzionano e in alcune aule vi è un impianto elettrico non funzionante? Perché poi ci si rassegna, a fronte di nuove prese per i fondelli, ai vetri rotti a S. Marco o alle infiltrazioni al Morrone o alla totale mancanza di linea internet presso tutti i plessi delle frazioni? Non proseguiamo oltre ad elencare ciò che non va sperando che il nostro disappunto, e quello dei nostri lettori, spingano chi è chiamato elettivamente ad operare a rassegnarsi all’idea che amministrare costituisce un onere o un onore che va onorato giorno per giorno con reale e fattivo impegno. Un sussulto di dignità, se fosse vero che questa classe dirigente tiene realmente alla propria città, dovrebbe spingere l’amministrazione a rassegnare le dimissioni nel rispetto degli impegni presi nella campagna elettorale passata.
<<Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza>>… se non vogliamo vivere di virtù almeno onoriamo la conoscenza…
Carlo Cosma Barra