Non bisogna fermarsi all’individuare buoni propositi, ma bisogna portarli a compimento. È un atteggiamento tipico dell’essere umano prefissarsi diversi obiettivi, spinti da un entusiasmo iniziale, per poi abbandonarli tutti strada facendo. Da Ovidio, “Metamorfosi”: “Verum velle parum est” (Di buone volontà è pieno l’inferno). La prima parola d’ordine per colui che ha a cuore le sorti della propria Città è “onestà”. Onestà intellettuale!!! Mentre il suo contrario, la disonestà intellettuale viene manifestata quando una persona, sostiene una tesi (in genere di carattere etico/ideologico/valoriale) da dare in pasto all’interlocutore pur non essendone affatto convinto o d’accordo (menzogna). Partiamo da qui dando un altro suggerimento (qualora ce ne fosse bisogno, e sappiamo che non ce n’è) a quanti, in questi giorni si stanno prodigando per approntare una ”squadra” utile alla “rianimazione” della Città di Teano. Per dimostrare la propria effettiva “onestà intellettuale”, però, non si può fare a meno di un altro condimento: la “Coerenza”. Quella costanza logica o affettiva nel pensiero e nelle azioni. In mancanza di tutto ciò, dalla raccolta dei detti della lingua napoletana, troviamo “l’ommo ‘e mmerda”. Uomo disonesto, incoerente, menzoniero, privo di “attributi”. O no? Colui che per discolparsi, giustificarsi, usa frequentemente i “ma”, “però”, “siccome”, “forse”, “comunque”, etc.. Poi, per non essere tacciati dell’epiteto di “sparasentenze” ci rifacciamo anche a Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, in particolar modo là dove il padrino mafioso Mariano esprime il suo rispetto per il protagonista del romanzo, il capitano Bellodi: ”Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi”. Bene, una Città come quella di Teano, sprofondata come non mai nell’abisso del vivere civile, compreso quello dell’inciviltà vera e propria di alcuni suoi abitanti (vedi sacchetti rifiuti abbandonati in ogni luogo), oggi, non può permettersi per nessun motivo al mondo né gli “intellettualmente disonesti”, né gli “incoerenti”, né gli “ommo ‘e mmerda”, né i “quaquaraquà”. O no? Personalmente, ho sempre ritenuto più affidabile colui che per costume si è sempre dimostrato intransigente, esasperatamente coerente, irremovibile, fermo nei suoi principi (quindi facilmente individuabile nel suo agire), al contrario di chi, da sempre, si è dimostrato accomodante, ondivago, indecifrabile; in una sola parola, intellettualmente disonesto. Ora, anche in Politica, e specialmente la Politica con la quale si è depositari anche del destino di una intera Città e dei suoi Abitanti, non si può affidare il Governo a chicchessia! Non si può affidare il Governo (e “giustificato” dal suo essere ondivago e/o indecifrabile) a chi, da sempre, non ha espresso valori “coerenti”, principi “coerenti”, non ha mai espresso un proprio “posizionamento” che sia di ordine economico, che sia di ordine urbanistico, che sia di ordine culturale, che sia di ordine sociale, che sia di ordine concettuale. Non si può affidare il Governo all’uomo “buono per tutte le stagioni”. Questi, è risaputo, è conosciuto poiché è stato sempre accomodante, ondivago, indecifrabile; in una sola parola, intellettualmente disonesto. O no? Di buone intenzioni è lastricata la strada per l’Inferno. Ed, anche in questa tornata elettorale, quanti “quaquaraquà” si stanno proponendo solo ed esclusivamente animati da propri (inespressi e non rivelati) retropensieri per il raggiungimento di propri scopi professionali o ulteriori premi promessi da altrettanti “padrini” che sostano nei gradini più alti delle Istituzioni? Magari, con la “puzza sotto il naso” vogliono ingannare il Cittadino mimetizzandosi in “anonime” Liste civiche disdegnando altre collocazioni più marcatamente collocate sia a destra, sia a sinistra, sia al centro della Politica? Come possiamo definirli costoro? Personaggi suadenti, ammaliatori, che si intrufolano tra chi effettivamente è animato dalle più buone ed ingenue intenzioni. Siamo abbastanza canuti e, da sempre, oltremodo coerenti, per non poter e saper riconoscere ed individuare certi soggetti della “fauna umana”. Una coerenza, la nostra, conosciuta da tutti, che proprio perché tale, non è mai stata ingannatrice, menzoniera o non individuabile e chiaramente decifrabile. Per questo, ne siamo consapevoli, scomoda. Assai scomoda. Non utile alla bisogna agli “intellettualmente disonesti”. Ecco, tutto ciò ci preoccupa registrando quanto sta accadendo alla città di Teano già oltremodo disastrata, ingannata vilipesa. Ci preoccupano gli “ommo ‘e merda” e i “quaquaraquà” dei quali è lastricata la strada per l’Inferno. Speriamo di essere smentiti e di rimanere, comunque, sempre “coerentemente” scomodi.
Pasquale Di Benedetto