A questo moto, ne segue un secondo, questa volta “positivo”, che nasce dalla poesia che è germoglio fecondo del dolore vissuto, che, come un arcobaleno, fa sì che il tempo della mancanza e dello spaesamento si trasformi in qualcosa in qualcosa che duri per sempre:
Il tempo forse […] / confuse l’esistenza con/ il mio essere per sempre.
La poesia di Lindita è un intrecciarsi di antitesi tra tempo limitato e eternità, ma anche tra perdere e conservare i frammenti preziosi del proprio passato, tra la luce e il buio che il cuore si porta indissolubilmente dentro, tra assenza e presenza. Il tutto è dominato dalla ferma volontà di essere uno spirito libero, ossia di possedere la libertà di pensiero (In remoti tempi/ ci siamo incontrati. / […] In altre profonde notti ci siamo amati. / In altri infiniti deserti/ ci siamo illusi. / […] In altre magiche costellazioni, spirito libero, / eternamente ci siamo scambiati.), che spesso riesce a far tacere il grido interiore della malinconia e della solitudine che spesso riaffiorano, anche in riferimento all’amore (Se io potessi parlarti/ col mio silenzio tramite lettere/ della nostalgia e i giorni lontano da te […] Se io potessi sapere/ che tu ammirando il cielo qualche volta/ hai pensato al nostro amore.). A questo proposito, il ritmo impiegato per tali componimenti è spezzato all’inizio per poi ricomporsi in un nuovo movimento che tramuta il sottrare in dare, permette di superare ogni contrapposizione e divisione per poter lasciarsi cullare dalla musicale pienezza della leggiadra danza della vita.
*Sull’argomento, scrissi anch’io una poesia, inedita, appena mi trasferii a Teano, che è molto simile nei concetti espressi: Straniera. / Come trovarsi avvolta nelle ali umane di un sconosciuto/ e poi inavvertitamente essere sospinti in quelle più brutali di un altro. / Orrido incubo. / Orrida fuga dai più arcani mostri del passato. / Orrida schiavitù, ingiusta pena per peccati non commessi. / Senza più sentire il dolce tepore della tua terra, madre/ che ogni notte ti ha preso tra le sue mani il niveo viso/ per raccogliere nel suo tesoro i più grandi sorrisi e asciugare le lacrime più pesanti. / Senza più il cuore di chi credevi amico. / Senza più la fragile forza di un sogno, / strappato via da chi ti ha tradito e ti lasciato sola senza amore. / Tormento selvaggio e infinito. / Senza pace. / Ma non senza la libertà non colpevole che profuma di futuro. / Con lo sguardo altrove, / cerco d’intravedere l’anima di una nuova alba.
Rosella Verdolotti
1 Comments
marco
era già brava ai tempi dell’università…..è certamente migliorata in tutto….i migliori auguri….