Si chiama Giovanni Storti, nato nel 66, figlio di Peppinella Lauro, conosciuta in città per la sua particolare vivacità e per aver partecipato come ballerina ad una edizione televisiva della Corrida. L’altra notte, verso le ore 3,00 i vicini di casa di Peppinella sono stati costretti a chiamare i carabinieri a causa delle urla che provenivano dalla sua abitazione. In casa c’era la mamma ed il figlio Giovanni, rincasato qualche ora prima, forse un po’ alticcio. Tra i due è iniziata un’accesa discussione e forse c’è stato anche un inizio di reciproca aggressione ma le urla più forti erano di Peppinella che urlava perché voleva uscire.
I carabinieri accorsi perché chiamati dai vicini di casa, hanno dovuto insistere parecchio prima di riuscire ad entrare in casa. Peppinella era in preda ad una grave crisi di nervi (vera o presunta) e per questo ha dovuto far ricorso alle cure mediche. Il figlio Giovanni è stato tratto in arresto con l’accusa di tentativo di sequestro di persona e percosse ed è stato accompagnato in nottata su ordine del Magistrato di turno presso il carcere di S.Tammaro. L’avvocato Ciro Balbo, difensore di Giovanni Storti, ha presentato immediatamente richiesta di scarcerazione, in subordine gli arresti domiciliari, non concessi per il solo fatto che Giovanni non avrebbe avuto un’abitazione dove dimorare fino al 14 novembre prossimo, data in cui si discuterà la causa ed il magistrato dovrà confermare o annullare l’ordine di arresto.
Queste le circostanze che sono emerse da una prima ricostruzione della vicenda ma, come spesso accade, dietro situazioni di tale precarietà, ci sono risvolti che non sempre consentono una esatta percezione delle responsabilità e rendono molto difficile la ricostruzione della realtà. Giovanni Storti è sposato con L. Z. da cui si è separato dopo avere avuto da lei due figli, un maschio ed una femmina e sembra che proprio la femmina rappresenti uno dei motivi di maggiore attrito tra i coniugi perché Giovanni non condivide la relazione della figlia che invece avrebbe il sostegno della madre ma anche della nonna Peppinella. Giovanni risulta avere un debole per l’alcool ma contemporaneamente si guadagna da vivere lavorando presso una cooperativa ed arrotonda con la vendita di ceri presso il cimitero di Tuoro, luogo che lo avrebbe ospitato anche in qualche notte di difficile rientro a casa. Vecchie e nuove ruggini esistono anche nel rapporto tra madre e figlio quasi tutte riconducibili, a detta dei bene informati, a problemi economici che avrebbero consolidato i rapporti tra suocera e nuora proprio contro Giovanni che appare ora colpevole ed ora vittima.
A.G.