E’ di qualche ora la notizia che l’avv. Giovanni Scoglio, già capo gruppo consiliare della lista “Teano Punto e a Capo” di ispirazione PD, ha comunicato ai vertici della sezione locale del Partito Democratico la sua indisponibilità a capeggiare una lista da sottoporre agli elettori in occasione delle prossime amministrative comunali di giugno.
Un rifiuto che poteva suggerire molte interpretazioni e per questo motivo che ci è sembrato opportuno, in una fase così complessa della politica cittadina, non introdurre ulteriori spunti per interpretazioni soggettive ma procedere ad una rapida e breve ricostruzione delle fasi che hanno preceduto la decisione e concludere con un invito all’avv. Giovanni Scoglio a rendere note le ragioni del suo rifiuto alla candidatura a Sindaco della Città di Teano.
A giugno 2017 l’avv. Giovanni Scoglio, in un articolo pubblicato su questo stesso giornale, anticipava la decisione di non partecipare alle prossime consultazioni elettorali . Ne trascriviamo un breve stralcio:
“Nel celebrare le nozze di due cari concittadini, ho avuto l’onore di indossare questa fascia.
E ne ho sentito tutto il peso, che dovrebbe ricadere su coloro i quali la portano per volere del popolo.
Esattamente quattro anni fa provai a meritarla, ma sappiamo com’è andata.
Da quel giorno, pur avendo un ruolo di minoranza, ho dedicato tante energie alle vicende della comunità, sacrificando molto della mia vita privata e professionale.
Chi ha assistito ai Consigli Comunali e alle Commissioni, oppure ne ha letto gli atti, sa che, pur commettendo qualche errore, ho cercato, con passione e dedizione, di adempiere al mio mandato elettorale, che comunque onorerò fino alla fine.
E per l’amore che provo per la mia città, dopo un’attenta e sofferta riflessione, ho deciso di non ricandidarmi.”
A questa soffertissima anticipata decisione fece seguito, quasi con un moto d’istinto, una riflessione pubblica di Giulio De Monaco il quale sempre dalle pagine di questo giornale, in proposito scriveva:
“ Dispiace molto questa decisione seppur motivata da profondo senso di responsabilità. Dispiace anche che il nostro comune, dopo la travolgente opportunità dibenedettina, perda uno a uno i suoi figli migliori. Chi raccoglierà la pesante e greve eredità di Nicola salvatore della patria? Chi e come? Inutile fare previsione il futuro è buio senza speranza. Ci si rassegni a emigrare magari a Pietravairano, Ameglio, Galluccio o Cucuruzzolo. Fu facile profeta.
Sconcerto e illusione, disillusione, sfiducia sono le torte . Siamo stati sconfitti noi che in passato abbiamo fatto mordere la polvere a Romani, Sanniti, Sabini, Volsci, Burgundi, eccetera eccetera. Sconfitti dalle ombre. Mortificati dai fantasmi. Avviliti dal vento. Pfuì…… Avvilente sconcertante… Un paese intero alle corde”.
E oggi si conclude amaramente questa vicenda con un no ribadito con più forza e forse con più convinzione dopo che, chi avrebbe dovuto cogliere il grido d’allarme lanciato per tempo, quando tutto ancora si poteva inquadrare in una logica di ricomposizione, così cara a chi la politica la interpreta utilizzando la passione e l’appartenenza per sbrogliare conflitti e ricercare soluzioni. Invece il silenzio più assordante fu la prima e unica reazione, proprio come si fa con chi non interessa.
Oggi invece dopo che il suo partito ha messo in scena una delle più lunghe e logoranti trattative per individuare il proprio candidato prima promessosi e poi fuggito ai piedi dell’altare, poi avviando una sorta di tira e molla con la base del partito sulla necessità di convogliare in un’altra lista di espressione centrodestra capeggiata dal Carmine Corbisiero, ipotesi poi saltata per veti incrociati nei due schieramenti, in ultimo un estremo tentativo effettuato dal vicesegretario Pasquale Picierno accompagnato da Maria Paola D’Andrea (assente il Segretario Adriano De Monaco), i quali hanno invitato Giovanni Scoglio supplicandolo di prendere in mano le sorti e le ambizioni elettorali del partito, ma si sono sentiti rispondere che la richiesta andava meditata e riflettuta ( non fosse altro che per un fatto di responsabilità e buona educazione) . L’attesa è terminata ieri mattina e la risposta è stata un NO secco che sottintende tutte le motivazioni a questo punto immaginabili.
Ma noi abbiamo raccontato solo un antefatto, sfiorando le vere motivazioni che ci illustra proprio lui, l’avvocato Giovanni Scoglio, con questa lettera che pubblichiamo di seguito:
Egr. Direttore,
raccogliendo il suo invito a rendere note le ragioni del mio rifiuto alla recente proposta di candidatura da parte del Partito Democratico di Teano, mi preme chiarire alcuni aspetti di questa vicenda, di cui tanto si è parlato.
È noto a tutti che, circa un anno fa, dichiarai pubblicamente il mio disimpegno dalla prossima competizione amministrativa, adducendo motivazioni serie ed oggettive, che attengono alla mia vita professionale e che mi avrebbero impedito di tenere fede ad un impegno diretto in una eventuale compagine di governo cittadino.
Una simile scelta, comunicata con così largo anticipo, fu dettata dall’esigenza di fornire un contributo di chiarezza su quello che sarebbe stato il mio ruolo futuro nella politica teanese, prima che il dibattito sulla eventuale composizione degli schieramenti in campo entrasse nel vivo.
In politica, come in tutte le cose importanti della vita, ci vorrebbe maggiore serietà ed un più elevato senso di responsabilità, soprattutto alla luce di una situazione estremamente compromessa, che non dovrebbe lasciare spazio a giochini e/o tatticismi.
La mia speranza (tristemente vana!) era proprio quella di provare ad evitare che potessimo arrivare ad uno scenario simile a quello che stiamo ancora vivendo a così pochi giorni della chiusura delle liste: incertezza assoluta su candidati, su strategie, su idee per la città.
E le assicuro che, seppure la mia decisione sia stata molto sofferta, non ho mai minimamente pensato di ritornare sui miei passi. Sia perché non sono mutate le condizioni che mi avevano portato a quella determinazione, sia perché ho sempre fatto della dignità uno dei miei valori fondamentali.
Specialmente in un’epoca in cui le parole e gli esempi sembrano non avere più alcun valore, ritengo sia ancora più importante preservare la coerenza delle idee e dei comportamenti.
Tuttavia, un paio di giorni fa, sono stato invitato ad una riunione in cui erano presenti tutti gli aspiranti candidati ed i vertici dirigenziali del Partito Democratico sidicino, che mi hanno proposto di capeggiare nuovamente una lista per le prossime comunali.
Non nascondo che, dinanzi ad una richiesta del tutto inaspettata, il mio fermo convincimento di non ricandidarmi ha vacillato, e non poco. Primo perché, appena cinque anni prima, con molte di quelle persone avevo condiviso una seria idea progettuale per l’amministrazione della nostra città; in secondo luogo perché, avendo vissuto intensamente la consiliatura che si avvia a conclusione (seppure con un ruolo di minoranza), sono ben consapevole della fase delicatissima che stiamo attraversando.
La prossima amministrazione avrà dinanzi a sé problematiche molto spigolose e difficili da affrontare, ma anche una serie di opportunità stimolanti e potenzialmente molto produttive. Prima fra tutte, la possibilità di operare una effettiva riorganizzazione della “macchina burocratica”. Nei prossimi anni, infatti, è previsto un pensionamento massivo di buona parte dei dipendenti comunali, a cominciare dalle figure dirigenziali, con la concreta occasione di operare un grande rinnovamento del personale, che potrebbe aprire una nuova parentesi di crescita per la nostra città.
In un mondo che cambia velocemente ed in cui i fondi e le opportunità di sviluppo ci sono, ma non piovono più dal cielo, c’è bisogno di una struttura comunale più dinamica e competitiva, che sappia affrontare al meglio le sfide del futuro. E spero che la prossima Amministrazione saprà rendersi conto di questo “passaggio epocale” e sfruttarlo al meglio poiché gli effetti delle sue scelte, nel bene o nel male, si ripercuoteranno sulla cittadinanza per i prossimi decenni.
Partendo da questa consapevolezza, mi sono imposto una riflessione profonda, essendo convinto che nessuno di noi dovrebbe sottrarsi dal dare un contributo alla propria comunità, specie se sollecitato da più parti. Poi, però, è prevalso quel senso di responsabilità che mi ha indotto a rinunciare già un anno fa perché Teano, mai come ora, ha bisogno di un Sindaco certamente dinamico e competente, ma che soprattutto voglia (e possa!) fare dell’amministrazione della città la sua priorità.
Di questo ne sono fermamente convinto come, del resto, già lo ero cinque anni fa!
Proprio per questo, nel 2013, mi sono messo a disposizione dei miei cittadini per la gestione della cosa pubblica, essendo ben consapevole che, qualora avessi vinto le elezioni, avrei dovuto essere un Primo Cittadino a tempo pieno. E con lo stesso spirito ho affrontato il mio ruolo in minoranza, tenendo fede al mio mandato con grande senso del dovere e sacrificando buona parte dei miei impegni personali.
Non nascondo che ancora oggi ricevo tantissime sollecitazioni finalizzate ad un mio ripensamento, e la cosa mi inorgoglisce non poco, ma tradirei me stesso e la mia comunità se accettassi di ricoprire un ruolo così importante senza avere, almeno in questa fase della mia vita, la possibilità di onorarlo fino in fondo.
Spero soltanto che i miei concittadini, soprattutto quelli maggiormente delusi dalla mia scelta, possano comprendere realmente le mie ragioni… E magari, con il tempo, riuscire ad apprezzarle.
Ma più di tutto, spero che i prossimi amministratori vogliano dedicarsi pienamente al compito che li aspetta e per il quale si sono proposti, restituendo alla città quel sussulto di orgoglio che aspetta da troppo tempo.
Giovanni Scoglio
E’ noto che in politica è più facile dire di si che di no, registriamo quindi un altro punto a favore del comportamento leale e responsabile dell’avv. Giovanni Scoglio a cui vanno i nostri migliori auguri per la sua attività professionale ed un arrivederci sulla scena politica della nostra città.