Ieri mattina, di primo mattino, gli uomini delle Fiamme Gialle si sono recati presso gli uffici comunali di Teano per raccogliere documentazione relativa ad un accertamento disposto, si presume, dalla Procura della Repubblica di S.Maria C.V. Sembra che l’indagine, cui stanno lavorando gli uomini del Nucleo di Caserta, sia riconducibile alla vicenda dei beni sottratti alla camorra ed in particolare in merito ad un finanziamento europeo richiesto da una cooperativa satellite della NCO cui il comune di Teano aveva affidato la gestione del patrimonio, quasi tutto in territorio di Pugliano di Teano.
I finanzieri sono stati ricevuti dal Segretario Generale del Comune dottoressa Patrizia Cinquanta e poi, dopo un breve saluto al sindaco Nicola Di Benedetto, si sono recati nell’Ufficio del Capo Ripartizione finanziaria avv. Ferdinando Zanni al quale avrebbero chiesto ed ottenuto le copie di tutti i documenti riconducibili appunto alla pratica di finanziamento presentata dalla cooperativa.
La gestione dei beni confiscati alla camorra ha rappresentato in questi ultimi anni argomento di grande contrapposizione tra chi riteneva che l’intera operazione doveva e poteva rappresentare una ghiotta occasione per avviare un’azione di risanamento locale ed una opportunità per rendere produttive estensioni di terreno altrimenti abbandonate e chi invece segnalava di volta in volta, iniziative, affidamenti, convegni, assunzioni che presentavano aspetti non proprio chiari.
Una delle ultime vicende che ha fatto tremare anche gli equilibri interni alla stessa Giunta comunale è legata al noto incendio che provocò la distruzione di un intero pescheto. Sembra che sia stata depositata nelle mani del Sindaco almeno una lettera nella quale si contestavano alcune presunte irregolarità in merito proprio alla vicenda dell’incendio quasi a voler tracciare un confine di responsabilità tra gli scriventi ed il resto della Giunta.
Nei prossimi giorni si presume si conosceranno meglio alcuni particolari che ci consentano di inquadrare meglio la categoria di questa vicenda.
Severino Cipullo