“Con pazienza e vaselina,
l’elefante inchiappetta la gallina-
Un Saggio cinese.
E’ piaciuto moltissimo, ma moltissimo proprio, lo scritto comico
dell’Ingegner Di Benedetto. Travolgente.
Inventato con bravura in uno stile agile e leggero, con degli sprazzi
davvero esilaranti. Mi congratulo davvero.
Chi fa dell’autoironia impepandola con delle puntatine “agli esausti
dipendenti” e a “i consiglieri di opposizione infiltratisi
coraggiosamente alla riunione che sono stati invitati a resistere e a
sopportare stoicamente i ripetuti soprusi.” Merita, applausi, da
spellarsi le mani, redivivo verdiano Radamès, e tre mosche d’oro, il
corrispondente delle auree medaglie attuali che i Faraoni elargivano
ai valorosi. Peccato che nella visita a due splendori di musei locali
sia mancata una” improvvisata” a quello Vescovile, forse perché si
visita solo su prenotazione, ed è mancato il tempo per farla.
Probabile che il vivace testo sia stato redatto a quattro o forse più
mani. Troppo fatto bene, parlo serio. L’unica zeppa può essere
considerata questa, ma solo con l’occhio dell’estimatore” A
conclusione della visita e dopo le minacce di blocco delle sontuose
indennità sindacali percepite e nascoste in un conto segreto alle
isole Cayman, il Di Benedetto ha giurato di dimettersi e di restituire
la libertà sottratta all’antico popolo dei Sidicini… “Rammento al
buon Sindaco burlone che l’ANTICO POPOLO DEI SIDICINI è da tempo che è
stato assorbito dalle nebbie del tempo divoratore e dal diluvio
conquistatore romano che se lo pappò assorbendolo e rendendolo una
splendida fotocopia, in scala ridotta, della Capitale di un Impero. A
parte questo fila tutto, finalmente un po’ di sano e delizioso
divertimento. Che poi abbia suscitato delle repliche piuttosto
rigide, secche, schizzinose; grosso modo, a parole da strada “O fai
le cose perbenino o te ne vai”, lasciano una scia di, come dire,
delusione. Avrebbero fatto molto meglio a giocare sullo stesso piano e
con le carte del brillante Sor Nicola. Hanno sprecato davvero una
grande opportunità. Peccato.
L’umorismo non guasta mai e attraverso allusioni, eccedenze, e altro
si possono dire delle grandi verità- Pleonastico ripetergli a ogni
occasione in tutte le modalità espressive“ VAVATTENNE CHE NUN SI
SERVITO A NIENTE.” Lo rintuzzano, il poveraccio, lo rimproverano,
quasi lo sculacciano “e va bene anche il “tentativo” di far dell’
ironia; ma mi creda sig Sindaco se già prima i teanesi avevano ben
poco da ridere, oggi ne hanno ancora meno voglia.” Lo si assolve per
questa straordinaria esibizione anche dall’aver fatto accomodare in
una gita fuori porta il passionale Cioccolantonio, affabilmente, con
delicatezza da monaca portinaia. Punto primo non è un tentativo di
fare il comico, è un’operazione brillantemente riuscita, da manuale,
da grande artista. BRAVO’. Punto secondo noi Teanesi abbiamo voglia di
ridere, sorridere e stare contenti. Anche con una boutade, piaccia o
no , da Atellana del governatore delle sorti buone o cattive del
Paese. Incliti membri della minoranza fate ancora in tempo a scrivere
e inviare una seconda puntata, questa volta in scintillante versione
umoristica. Potete anche ricorrere a qualcuno che l’umorismo lo fa
bene, ma dovreste pagarlo salato perché è caro come Nero Wolfe il
costoso Investigatore ciccione della vecchia casa di arenaria a due
passi dell’Hudson River. Scusate l’impiccionaggine. Ma mi sono proprio
divertito , oh come mi sono divertito, n’Apocalisse. A questo punto
un’ultima mia scemata: Lo si potrebbe accoppiare ai vari Clementino,
Arancino, Gino Fastidio che imperversano sui palchi delle variopinte
feste patronali, spacciandosi per comici e pretendendo di far ridere.
Macché , l’Ingegner Di Benedetto questa volta ha fatto BINGO, facendo
ridere davvero e con “ mucho gusto”, con queste spumeggianti varianti
alle consuete lamentele .
Grazie Ing, continui, largheggiando. Così
se proprio tutto dovesse andarGli storto, l’avvenire è assicurato,
trionfalmente.-
Giulio De Monaco