L’ultimo Consiglio Comunale, tra le tante cose che ha proposto in termini politici ed amministrativi, ha visto la formalizzazione delle dimissioni di Carlo Giorgio dalla impegnativa carica di Presidente del Consiglio.
Il Presidente Giorgio non ha affatto demeritato, dopo un inizio giustificatamente incerto aveva capito il meccanismo è ce la metteva tutta ormai per essere super partes, o forse è meglio dire di apparire, super partes, cosa difficile soprattutto in un consiglio dove più che scontri su materie politico amministrative, spesso si gioca su schermaglie procedurali e lì il compito è proprio tosto. Non sarà semplice la sua sostituzione, il ruolo è impegnativo e presuppone una grande carica di equilibrio istituzionale, ma anche conoscenza dei regolamenti comunali e norme di diritto pubblico. Le ipotesi che si fanno non sempre hanno una effettiva possibilità che si realizzino ma, si sa, in queste circostanze ognuno sviluppa il proprio teorema in funzione anche delle notizie di cui dispone.
Proviamo a formularne solo un paio perché le altre non ci sembrano possedere i requisiti della credibilità.
La prima, che rappresenta più un auspicio che una vera e propria ipotesi, è quella di un possibile o auspicabile ritorno dell’avvocato Bruno Ruggiero a ricoprire la carica già brillantemente ricoperta nella passata amministrazione. Alcuni esponenti, anche all’interno della maggioranza ed in gran parte della minoranza, non fanno mistero di puntare su questa ipotesi perché eviterebbe intanto il periodo di addestramento di un nuovo Presidente e perché in questi anni dell’attuale amministrazione ha dimostrato, in alcune ed importanti circostanze, di svolgere il ruolo di consigliere in posizione anche critica nei confronti della stessa maggioranza. Insomma non sarebbe una scelta al buio e potrebbe rappresentare l’uomo di equilibrio nella seconda parte della legislatura che si prospetta molto complessa.
L’altra ipotesi, quella che si da già per scontata, sarebbe quella del preside Armando La Prova. Ma questa ipotesi troverebbe qualche resistenza proprio dall’interessato il quale gradirebbe una nomina a tempo, massimo cinque o sei mesi. Il motivo? Perché tra qualche mese, a metà percorso, Picierno, secondo gli impegni assunti con i propri consiglieri in fase di composizione della lista elettorale, dovrebbe procedere ad un rimpasto della Giunta. Assessori che escono e consiglieri che entrano. E La Prova vorrebbe essere uno di questi, non gli interessa la carica di Presidente. Ma questa ipotesi non sta bene a Picierno perché ha altre bocche da sfamare ed altre da tranquillizzare. Anzi pare proprio che per coprirsi le spalle da probabili mal di pancia di qualcuno, abbia fatto svolgere delicati sondaggi dalle parti della minoranza per scoprire eventuali disponibilità e pretese (se non siamo informati male, il sondaggio non avrebbe dato poi risultati tanto negativi, almeno in una circostanza). Insomma, a quanto ci è dato di capire, il vero problema non è di chi farà il Presidente del Consiglio. ma come si intreccerà questa nomina all’interno del nuovo mosaico che volente o nolente Picierno deve costruire per far convivere aspirazioni future di giovani amministratori, aspirazioni attuali di chi aspetta il suo turno, di chi ritiene invece che gli accordi elettorali devono durare l’intera legislatura e chi ha qualche conto in sospeso.
A presto la curiosità sarà soddisfatta. Basta attendere la convocazione del prossimo Consiglio Comunale.
Figueras